Comune di Nîmes – (30)

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Nîmes è il capoluogo del dipartimento del Gard, nella Regione Languedoc-Roussillon. Di antichissima origine era già abitata quando i Romani fondarono la città che prese il nome di COLONIA NEMAUSA dalla divinità celtica locale Nemausus.

Il curioso stemma della città richiama le battaglie egiziane di Roma. Per la precisione la battaglia di Actium del 31 a.C. dove la regina Cleopatra, alleata a Marco Antonio, viene sconfitta dall’armata di Ottaviano (non ancora divenuto Augusto), che estende il suo dominio sul regno dei faraoni. La città di Nemausus ottenne il privilegio di coniare una moneta per celebrare l’avvenimento: il cosiddetto “asse di Nîmes” (noto anche come “Duopondio del coccodrillo”), una moneta bronzea che si diffonde rapidamente per tutto l’Impero e che viene coniata per i successivi 40 anni, divenendo popolarissima soprattutto nella regione di Nîmes. Sulla recto della moneta si vede la testa dell’imperatore Augusto e del genero Agrippa (comandante della flotta ad Actium ed eroe della battaglia), mentre nel verso si può vedere il coccodrillo incatenato alla palma (simboli dell’Egitto sottomesso) coronata dell’alloro della vittoria (di Roma), con l’abbreviazione COL. NEM. ovvero COLONIA NEMAUSENSIS.

Si è pensato per molto tempo che l’iscrizione COL.NEM. fosse indice della partecipazione alla battaglia di Actium di coloro che sarebbero divenuti gli abitanti di Nemausus, cioè installatisi nella colonia sulle terre ricevute come ricompensa da Augusto per il servizio prestato in Egitto.

Oggi si pensa invece che Nîmes non sia stata altro che la sede della “zecca”, senza alcun legame particolare con la famosa battaglia.

Queste armi sono state adottate nel XVI secolo. Precedentemente la città alzava uno scudo rosso (forse l’emblema più antico e risalente al Medioevo) sul quale venne aggiunto nel 1516 un toro d’oro: simbolo di forza molto popolare e diffuso in molte raffigurazioni cittadine. Esso venne rimpiazzato solo vent’anni più tardi durante la visita alla città di Francesco I, al re Valois i Consoli cittadini (che erano all’epoca delegati del conte di Tolosa) chiesero il permesso di adottare come emblema la celebre figura della moneta di romana.

Il re concesse nel giugno del 1536 il blasone: “De gueules au palmier terrassé de sinople, au fût duquel est attaché par une chaîne d’or en bande un crocodile passant contourné aussi de sinople, colleté d’or, surmonté des inscriptions COL à dextre et NEM à senestre du même, les branches du palmier soutenant au quartier dextre une couronne de lauriers liée d’or”

In italiano: “Di rosso, al palmizio terrazzato di verde, al cui fusto è attaccato, per mezzo di una catena d’oro posta in banda, un coccodrillo passante rivoltato sempre di verde, collarinato d’oro, sormontato dalle iscrizioni COL a destra e NEM a sinistra del palmizio, i cui rami sostengono nel quartiere destro una corona d’alloro legata d’oro”.

Il galante re Francesco aggiunse anche nella lettera che “…Egli dona queste nuove armi alla città di Nismes [sic], sia in considerazione della venerabile antichità della quale egli è stato sempre amante, sia per la stima che Egli aveva per la città di Nismes”.

Nel 1985 in occasione dei giochi olimpici di calcio, Philippe Starck ha rivisto il simbolo per il logo della manifestazione (i giocatori di football della locale squadra dell’Olympique-Nîmes sono soprannominati “crocos”: ‘coccodrilli’).

Nella versione aulica del noto araldista francese Robert Louis, lo scudo è timbrato dalla ricostruzione del monumento più celebre della città: l’anfiteatro Les Arènes del I secolo (trasformato in fortezza nel Medioevo) posto in guisa di corona d’oro, ed è accompagnato da un serto composto con un (tradizionale) ramo d’alloro e un (meno tradizionale) tralcio di vite fruttifera, richiamo alla pregiata produzione vinicola della regione nota anche al tempo dei Romani.

Nota di Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“Di rosso, al palmizio terrazzato di verde, al cui fusto è attaccato, per mezzo di una catena d’oro posta in banda, un coccodrillo passante rivoltato sempre di verde, collarinato d’oro, sormontato dalle iscrizioni COL a destra e NEM a sinistra del palmizio, i cui rami sostengono nel quartiere destro una corona d’alloro legata d’oro”

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