Comune di Motta Sant’Anastasia – (CT)

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Info
  • Codice Catastale: F781
  • Codice Istat: 87030
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 11924
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 35.73
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0
  • Comuni confinanti:

    Belpasso, Camporotondo Etneo, Catania, Misterbianco

  • Santo Patrono: sant'Anastasia
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

L’art. 3 dello Statuto del Comune di Motta Sant’Anastasia in vigore descrive lo stemma, pur con linguaggio non proprio corretto tecnicamente; si legge infatti che detto stemma: “Raffigura il Castello Normanno, di colore oro su sfondo azzurro”. In realtà il castello normanno è molto stilizzato e fondato su una campagna erbosa e sarebbe meglio blasonato con: “d’azzurro alla torre quadrata con base piramidale d’oro, fondata sulla campagna di verde”.

Per l’immagine di questo sito abbiamo scelto una forma naturalistica dell’edificio per cui si dovrebbe completare come: “d’azzurro al castello normanno di Motta d’oro, fondato sulla campagna di verde”. Una forma simile è in uso da parte del Comune per la comunicazione.

Lo stesso Statuto descrive anche il gonfalone come un: “Drappo bicolore di cm 95 di larghezza per cm 118 di altezza, di colore bianco nella parte superiore per cm 95 di larghezza e cm 69 di altezza e di colore rosso nella parte inferiore per cm 94,5 di larghezza per cm 69 di altezza.
La parte in rosso del Gonfalone nella parte più bassa è costituita da tre merlature, costituenti tre rettangoli con propaggini triangolari, rispettivamente di cm 25 di altezza per cm 20 di larghezza, le due merlature ai lati e di cm 25 di altezza per cm 35 di larghezza quella al centro, intervallato da due frange di cm 8 per cm 8 e contornate in basso da altrettante frange, anch’esse di cm 8.
Nella parte di colore bianco vi è al centro una corona di cm 25 di larghezza per 5 di altezza, con n. 5 pietre dure di varia foggia e colore e sotto di essa, a cm 5, uno stemma a forma di scudo raffigurante il Castello Normanno, di colore oro su sfondo azzurro, della larghezza di cm 24 per un’altezza di cm 26 ai lati e di cm 31 al centro. Nella parte di colore rosso sono raffigurati due ramoscelli, uno di quercia ed uno di ulivo con foglie di colore oro con la scritta:
“Comune di Motta Sant’Anastasia”. Ai lati del drappo vi sono due cordoni con fiocco dorato nella parte terminale in basso”.

Il castello di Motta fu costruito tra il 1070 e il 1074 per volontà del conte Ruggero il Normanno: si tratta di un donjon(italianizzato con “dongione”): una possente costruzione a pianta rettangolare alto 21,00 metri; tipico esempio di una struttura difensiva e residenziale del medioevo. La copertura a terrazza conserva intatta la merlatura ed era circondato da un muraglione, parte di un complesso con altre costruzioni oggi scomparse.

Nel 1091 venne compreso nelle proprietà della nuova Diocesi di Catania, che ne mantenne il possesso fino al XIII secolo. Dal 1355 al 1374 fu residenza del conte Aidone, Enrico il Rosso, che cedette poi a Rinaldo Perollo, al quale succedette nel 1408 Aloisio Sanchez, quindi dal 1526 Antonio III de Moncada, conte di Adernò, la cui famiglia lo mantenne fino al XX secolo. La sua funzione per gli ultimi quattro secoli fu di carcere.

Nel 1900 il castello venne acquistato dal Comune.

Il paese ha invece origini più antiche, probabilmente greche, risalenti al V secolo a.C. e fu in centro di importanza strategica per l’avvistamento data la sua posizione sulle pendici dell’Etna, quindi la “Motta”, termine normanno e longobardo che identifica un insediamento militare in luogo sopraelevato (spesso artificiale) da dove era possibile controllare l’intero territorio circostante, venne accostato al nome della bizantina Santa Anastasia (morta nel 460) che, intorno al XII secolo, divenne la patrona del paese.

Secondo la leggenda locale nell’agosto 1408 il monaco Giuseppe, originario di Motta, chiese a papa Gregorio XII una reliquia della santa. Dopo insistenti suppliche, ottenne un pezzetto dell’osso di un avambraccio. Durante il viaggio di ritorno, arrivato al guado del torrente Mendola vicino a Motta, fu obbligato a fermarsi perché il cavallo non voleva proseguire, contemporaneamente le campane della Chiesa Madre si misero a suonare, e solo a quel punto il cavallo si mosse.

In seguito, venne messa in dubbio l’autenticità della reliquia, forse nemmeno di origine umana, e nel 1703 venne donata “ufficialmente” alla Chiesa di Motta una “nuova” reliquia, certificata col sigillo di Papa Clemente XI (un frammento d’osso di gamba sistemato nel vecchio reliquiario a forma di avambraccio d’argento conservato nella Chiesa madre di Motta Sant’Anastasia.

Ruggero I d’Altavilla vi fece costruire la torre, per proteggere i possedimenti normanni dalle incursioni saracene.

Si sviluppò rapidamente in forma urbana e nel 1526 venne infeudato ad Antonio III Moncada, conte di Adernò, la cui famiglia mantenne il possesso fino al 1900.

Il 1º gennaio 1820 venne istituito il Comune di Motta Sant’Anastasia.

 

Nota di Massimo Ghirardi

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“D’azzurro al castello normanno di Motta d’oro, fondato sulla campagna di verde. Ornamenti esteriori da Comune”

ATTRIBUTI
SMALTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI
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Reperito da: Luigi Ferrara

Disegnato da: Bruno Fracasso

BLASONATURA

“Drappo troncato di bianco e di rosso…””

COLORI
PARTIZIONI
troncato
ALTRE IMMAGINI
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune
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