Comune di Motta San Giovanni – (RC)

Informazioni

  • Codice Catastale: F779
  • Codice Istat: 80054
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 6317
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 46.73
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

La prima menzione di Motta San Giovanni risale ad un documento del 1412; in precedenza, probabilmente, il villaggio, dipendeva da Santo Niceto, che prendeva il nome dal monastero di San Giovanni Teologo. Il primo documento attestante l’esistenza del paese risale al 1412, “Mocta Sancte Joannis”, ma fu appunto conosciuto come “Leucopetra”, l’odierno capo d’Armi. Il toponimo è composto del termine “Motta” (rialzo del terreno, mucchio naturale di terra o sassi), e dell’angionimo “San Giovanni Evangelista”.

Nel 1466, dopo la caduta di Santo Niceto ad opera degli Aragonesi, ottenne un’autonomia amministrativa e venne riconosciuta la sua “universitas”. Successivamente, divenne una baronia, in possesso prima dei Ruffo e poi, dal 1574, dei Villadicane, che ne rafforzarono le fortificazioni. Dal 1604 fu acquisita dai Ruffo di Bagnara e nel 1682 divenne principato.

Nel 1811 divenne comune autonomo e vi fu aggregato il villaggio di Pellaro, fino al 1834, quando anche questi divenne comune autonomo e Valanidi entrò a far parte delle dipendenze di Motta. Fino agli anni cinquanta l’economia è stata essenzialmente agricola. Gli anni successivi hanno visto il paese subire una forte emigrazione verso il nord Italia e paesi europei come la Francia, la Svizzera e la Germania con il conseguente abbandono delle campagne.

Nel periodo prebellico, tra il 1912 e il 1913, venne realizzata una centrale idroelettrica così Motta poté usufruire della luce elettrica, in un periodo in cui i territori limitrofi venivano illuminati ad olio e petrolio. Nel 1915 venne installato il primo mulino per cereali a trazione elettrica.

Lazzaro

Lazzaro corrisponde all’antica Leucopetra così chiamata per il colore bianco delle sue rocce. L’attuale nome Lazzaro deriva, forse, da un lazzaretto che esisteva negli anni ‘600 – ‘700. Il territorio di Lazzaro a partire dalla fine dell’‘800 è stato oggetto di numerosi rinvenimenti di carattere archeologico che ne documentano un’intenza frequentazione sin dall’età ellenistica, ma soprattutto in età romano imperiale e tardo antica. L’attuale promontorio roccioso di Capo d’armi che funge da protezione naturale dai venti di scirocco, era noto con il nome di Leucopetra, cioè roccia bianca, e probabilmente offriva riparo e approdo portuale. Lazzaro è la frazione con il più alto numero di abitanti del comune e con la sua forma stretta e lunga, si estende per ben 6 km lungo il litorale. Le sue coste sono caratterizzate da tratti sabbiosi e tratti rocciosi e si elevano sul punto dell’antico promontorio di Leucopetra, ora Capo Dell’Armi a 164m slm e vi sorge un faro che rappresenta il limite sud-orientale dello Stretto di Messina. Caratteristica peculiare del promontorio roccioso sono le sue cave di pietra reggina (o pietra di Lazzàro).

 

Note di Bruno Fracasso

Liberamente tratte dal sito della Pro Loco

Stemma Ridisegnato


Fonte: Giancarlo Scarpitta

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Di rosso, al San Giovanni Evangelista, posto a destra, in maestà, il viso e le mani di carnagione, capelluto e barbuto di nero, aureolato d’oro, vestito con la tunica di azzurro e con il grande manto d’oro, tenente con la mano destra il bastone di nero, posto in palo, il Santo accompagnato nel canton sinistro del capo dall’aquila di nero, rostrata e armata d’oro, con il volo abbassato, il corpo alquanto volto a destra. Ornamenti esteriori da Comune”.

Colori dello scudo:
rosso
Oggetti dello stemma:
aquila, bastone, corpo, mano, manto, san Giovanni Evangelista, santo, tunica, volo

Gonfalone ridisegnato


Fonte: Giancarlo Scarpitta

Reperito da: Luigi Ferrara

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo di Giallo alla bordatura di rosso…”

Colori del gonfalone: giallo, rosso
Partizioni del gonfalone: bordato

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    21 Novembre 1995

    Trascritto nei Registro Araldico Centrale dello Stato il 7 dicembre 1995 – Registrato nei registri dell’Ufficio Araldico il 21 dicembre 1995 alla pag. 109