Comune di Montrésor – (37)
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Lo stemma di Montrésor è un esempio interessante di stemma di tipo “parlante” diffusissimo tipo di arme che, attraverso gli smalti o alle figure, allude al nome della famiglia o della città che le porta, anche “giocando” sull’assonanza o sulla similitudine con solo alcuni elementi, formando un gioco di parole, come in un rebus, e stabilendo una relazione paraetimologica o semplicemente sonora con il possessore.
Lo scudo azzurro è infatti “seminato” di bisanti d’oro (e si blasona in francese: “D’azur semé de besants d’or”), a rappresentare il “mon tresor” (letteralmente “mio tesoro”) del toponimo.
Il “bisante” è un termine convenzionale araldico col quale si indica una figura tonda, sempre di “metallo” (cioè d’oro o d’argento; altrimenti si dice: torta) e prende nome dalle monete auree coniate dall’imperatore di Bisanzio.
Secondo la leggenda il nome di questo pittoresco villaggio, e del suo castello (appartenente al comprensorio UNESCO degli “Chateaux de la Loire”) del dipartimento dell’Indre-et-Loire, nella regione del Centre, deriva da una vicenda capitata al giovane principe Gontrano (Guntram), figlio ed erede del re Clotario I.
Egli si sarebbe fermato a riposare all’ombra, sul bordo del ruscello, tenendo sulle ginocchia il suo bel giovane scudiero che, addormentatosi, sognò un tesoro nascosto in una grotta, indicata da una piccola lucertola “coperta di una corazza d’oro” sbucata da una fessura della roccia che sovrastava il luogo. Informato di questa visione, il principe fece scavare la roccia indicata, scoprendo una galleria che conduceva ad una montagna d’oro. Col quale Gontrano costruì il castello sulla montagna del tesoro, che venne detto “Château de Montrésor” e che donò allo scudiero dandogli in moglie una principessa della sua famiglia, generando così la schiatta dei signori di Montrésor.
In realtà il feudo di Montrésor appartenne al tesoriere del Capitolo della cattedrale di Tours, da cui il nome di “Mons Thesauri” del X secolo, che nel XIII divenne “Monthésour”, poi mutato in quello in uso.
Nota di Massimo Ghirardi
LEGENDA
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