Comune di Montpellier – (34)
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Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
Secondo la leggenda, lungo la via Domitia poco lontano dalla antica sede vescovile di Maguelone si svilupparono due villaggi: Montpellier e Montpellieret che erano di proprietà delle sorelle di san Fulcran, vescovo di Lodève (nell’Herault, morto nel 1006).
Intorno al 975 le nobili dame cedettero le due località a Ricuin II, vescovo di Maguelone, che tenne per sé Montpellieret e diede il 26 novembre 985 Montpellier (Monspestularius) in feudo al cavaliere Gui, padre di Guilhem I, primo della famiglia dei Guillems (o Guilhems) conti di Montpellier, concessione concordata con Bernard II de Melgueil, conte della città di Substantion (sede della diocesi maguelonese).
Nel 1085, Pierre de Melgueil, conte della città di Substantion (sede della diocesi maguelonese), divenne vassallo della Santa Sede con diritto di proporre la nomina di elezione dei vescovi di Maguelone. Papa Innocenzo III nel 1215 concesse la contea di Melgueil (oggi Mauguio) in feudo al vescovo di Maguelone, che divenne vescovo-conte, con ampia autonomia e diritto di battere moneta.
Il 15 giugno 1204 avvenne il matrimonio del re Pietro II d’Aragona con Marie de Montpellier, sorella ed erede di Guilhem IX, ultimo della sua stirpe. Proprio a seguito del matrimonio, il 15 agosto1204 viene costituito un governo municipale con ampie autonomie guidato da 12 “consoli”, riformando le vecchie magistrature risalenti al 1141.
Re Giacomo I d’Aragona “il Conquistatore”, figlio di Pietro II e nato a Montpellier nel 1208, unì la città al Regno di Maiorca.
Nel 1220 il Legato Papale, card. Corrado, eleva la già nota scuola di medicina locale al grado di facoltà, che ottenne il rango di università da papa Niccolò IV.
Nel 1292, Bérenger de Frédol, vescovo di Maguelone, cedette Montpellier al re Filippo IV di Francia. Tra alterne vicende e ritorni in mano aragonese dal 1382 la città divenne stabilmente francese con re Carlo VI, divenendo una delle tre più grandi del regno (con Tolosa e Rouen).
Papa Urbano V fu profondamente affezionato a Montpellier, dove aveva studiato teologia e diritto canonico all’Università (fondata nel 1289); inoltre venne incoronato papa dal cardinale Andouin Aubert, nipote di Innocenzo VI e vescovo di Maguelone (dal 1352 al 1354); di conseguenza la favorì con donazioni e privilegi e promuovendo la costruzione del canale navigabile per collegare la città al mare e l’edificazione dei bastioni per la sicurezza dei cittadini e dei numerosi studenti.
Lo stemma della città di Montpellier venne adottato dopo il trasferimento della diocesi di Maguelone in Montpellier, nel 1536, da parte di papa Paolo III, ben prima che Charles d’Hozier lo registrasse nel suo Armorial de France con il blasone:
“D’argent au tourteau de gueules surmonté d’une Vierge de carnation habillée de gueules, assise sur un trône d’or à l’antique, accosté d’un A et d’un C en chiffres gothiques d’argent et d’un M de même, le tout posé sur azur et enfermé d’une bordure fleuronnée d’argent avec ces mots: VIRGO MATER NATUM ORA UT NOS JUVET OMNI HORA”.
(D’argento alla torta di rossa sormontato da una Vergine di carnagione vestita di rosso, assisa su un trono d’oro all’antica, accostata da una A e da una C in cifre gotiche d’argento e da una M dello stesso, il tutto posto su azzurro e circondato da una bordura fioronata d’argento con il motto: VIRGO MATER NATUM ORA UT NOS JUVET OMNI HORA).
Deriva, molto probabilmente dal sigillo cittadino e, nel complesso, è rimasto invariato fino ai giorni nostri, anche se il blasone attuale è leggermente differente: “D’azur à la Vierge de carnation vêtue d’une robe de gueules et d’un manteau du champ, assise sur un trône gothique d’or, tenant l’Enfant Jésus aussi de carnation vêtu d’azur, le tout surmonté des lettres A et M onciales d’argent et soutenu en pointe d’un écusson du même chargé d’un tourteau de gueules”.
(D’azzurro alla Vergine di carnagione vestita di un abito di rosso e di un manto del campo, assisa su un trono gotico d’oro, tenente il Bambino Gesù anch’egli di carnagione e vestito d’azzurro, il tutto sormontato dalle lettere A e M onciali d’argento e sostenuto in punta da uno scudetto dello stesso caricato da una torta di rosso).
La Vergine Maria in trono, salutata dalle iniziali A M di “Ave Maria”, richiama la patrona celeste della città, assieme a San Firmino: Notre Dame des Tables.
Allorché il vescovo Ricuin ricevette il possesso della città di Montpellier dalla contessa di Maguelone la pose sotto la protezione della Vergine Maria. Il conte Guilhem V confermò questa consacrazione nel 1096 e il suo successore, Guilhem VI nel 1129 riportò dalla Crociata l’effige di una madonna nera che si rivelò miracolosa e che divenne nota come “Magestat Antiqua” per la quale venne eretta una chiesa. Nel 1157 Guilhem VII fece erigere una basilica che prese il determinante “Des Tables” per la presenza lungo i suoi fianchi dei tavoli (o banchi) dei cambiavalute. Nel 1189 il vescovo di Maguelonne, Jean de Montlaur, istituì la festa “des Miracles de Notre-Dame des Tables” (dei Miracoli di Nostra Signora dei Tavoli) fissata per il 31 agosto.
Il tempio divenne la Chiesa Madre della città (Ecclesia Matrix), centro sosta per la via di pellegrinaggio nota come Via Francisca verso Compostela e sede di importanti deliberazioni pubbliche. Nella chiesa vennero ufficialmente concesse al consiglio dei rappresentanti della città la “Charta” con le franchigie comunali dal re Pietro d’Aragona il 15 agosto 1204: data della creazione del Comune, amministrato da 12 consoli eletti annualmente dall’assemblea delle Arti, sul dritto del Grande Sigillo civico del 1218 venne rappresentata la Vergine Maria in trono, tra A e Ω, con il motto riportato anche nell’Armorial di D’Hozier che si può tradurre con “Vergine Madre nostra, prega tuo figlio di venire sempre in nostro aiuto”. Al rovescio, in cima ad una collina coltivata ad ulivi, un borgo fortificato è benedetto da una mano celeste puntata verso l’abside di una chiesa. In questa rievocazione di Montpellier, la posizione centrale della chiesa Notre-Dame-des-Tables, fiancheggiata dal suo campanile, sottolinea l’importanza di questo luogo di pellegrinaggio nella storia della città; con la legenda: SIGILLUM DVODECIM CONSVLVM MONTIS PESSVLANI (sigillo dei 12 consoli di Montpellier).
La chiesa di Notre-Dame des Tables subì diverse distruzioni e ricostruzioni durante le Guerre di Religione e venne definitivamente distrutta nel 1794 durante il periodo rivoluzionario. Nel 1802 il titolo venne trasferito alla ex cappella del collegio dei Gesuiti, che papa Pio XII eresse in “basilica minore” l’11 ottobre 1939 dove oggi si venera una riproduzione del XIX secolo in argento su legno della “Vierge de l’Orfèvre” (Vergine dell’Orefice), per via della miracolosa guarigione di un orefice nel 1327, che perpetua il ricordo della scomparsa Madonna Nera medioevale di Guilhem VI.
Lo scudo “d’argento alla torta di rosso” è l’emblema dinastico del conte Guilhem de Montpellier e, forse, fu il primo stemma della città. Compare nel cartulario noto come “Mémorial des nobles” (“Memoriale dei nobili” assegnatogli dall’archivista François Joffre) che racchiuse copie delle carte più antiche riguardanti la storia di Montpellier e la sua signoria redatto durante la signoria di Guilhem VIII di Montpellier, tra il 1172 e il 1202.
In occasione della festa di San Rocco (che era nativo di Montpellier) del 18 agosto 1919, il sindaco Philippe Saurel ha manifestato l’intenzione di mutare il colorito della Vergine dello stemma da bianco a nero, per richiamare più espressamente l’antico simulacro.
Il solo scudo dello stemma, che è la forma abitualmente in uso, campeggia anche nella bianca bandiera cittadina.
Tra i tanti gemellaggi la città ne ha sancito con le città italiane di: Locorotondo (dal 2006), e Palermo (dal 2016). Inoltre, dal 2008 intrattiene un gemellaggio di tipo culturale, per la comune antica tradizione accademica risalente all’antica “Scuole Medica Salernitana” con la città di Salerno.
Montpelllier, come città natale di San Rocco (Saint Roch, 1345-1379), fa parte anche dell’associazione internazionale “San Rocco” assieme a Sarmato (Piacenza), dove il santo trascorse il periodo nel quale venne colpito dalla peste e Voghera, dove morì. L’associazione si propone di diffondere la conoscenza della figura storica e religiosa di San Rocco organizzando manifestazioni, spettacoli, conferenze e pellegrinaggi. L’Associazione è un legame fra le città, le Confraternite laiche e religiose, le Associazioni, i Gruppi, le Delegazioni di tutto il mondo che si richiamano al Santo e attraverso i quali crea un repertorio di culti e culture legate al suo nome.
Montpellier per alcuni deriva dal francese mont pelé (monte pelato), a causa della sua scarsa vegetazione. Esiste un’interpretazione alternativa che indica l’origine di Montpellier in Mons Puellarum (monte delle ragazze). Una terza interpretazione fa derivare il nome dal francese Mons Pelerin (Monte Pellegrino), in quanto Montpellier era una stazione di sosta per i pellegrini diretti a Santiago de Compostela lungo la cosiddetta via di Tolosa.
Nota di Massimo Ghirardi
Bibliografia:
D’Hozier (C.), 1696 – Armorial Général de France, XIV volume, Languedoc (I parte), folio No 397.
STEMMA RIDISEGNATO

Disegnato da: Massimo Ghirardi
STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

BLASONATURA
“D’azzurro alla Vergine di carnagione vestita di un abito di rosso e di un manto del campo, assisa su un trono gotico d’oro, tenente il Bambino Gesù anch’egli di carnagione e vestito d’azzurro, il tutto sormontato dalle lettere A e M onciali d’argento e sostenuto in punta da uno scudetto dello stesso caricato da una torta di rosso”.
ATTRIBUTI
SMALTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI
Emblema dinastico del conte Guilhem de Montpellier.

Versione dello stemma sul manuale del d’Hozier.

BANDIERA RIDISEGNATA

Disegnato da: Massimo Ghirardi
BANDIERA UFFICIALE

BLASONATURA
“Drappo di bianco caricato dello stemma comunale…”
ALTRE IMMAGINI
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
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- città
- altro
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- istituzione nuovo comune