Comune di Moncucco Torinese – (AT)

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Info
  • Codice Catastale: F343
  • Codice Istat: 5070
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 891
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 14.36
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0
  • Comuni confinanti:

    Albugnano, Arignano (TO), Berzano di San Pietro, Castelnuovo Don Bosco, Cinzano (TO), Marentino (TO), Mombello di Torino (TO), Moriondo Torinese (TO), Sciolze (TO)

  • Santo Patrono: san Bernardino da Siena
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Moncucco Torinese (Moncuch in piemontese) è un comune della provincia di Asti.

La zona era già abitata dai romani, mentre l’attuale abitato è di origine medievale nato intorno alla pieve di San Giorgio di Vergnano, citata nei documenti del XIII secolo come Montis Jovis o Mons Iovis.

Il nome dovrebbe derivare da Monte Cucco che indicava un rialzo tondeggiante, per analogia con altre località italiane. Meno probabile l’etimologia che lo fa derivare da Monte del cuculo.

Moncucco è citato per la prima volta come Montecuch nel diploma che confermava i possedimenti di Guglielmo V del Monferrato da parte dell’imperatore Federico Barbarossa emanato a Belforte nel 1164. Nel 1258, il signore di Montecucco sottoscrisse una convenzione con il comune di Chieri per una difesa del suo castello da parte del comune chierese.

Nel 1290, il castello di Montecucco venne occupato dalle truppe del comune di Chieri a cui rimase per più di un secolo, fino a quando nel 1396 passò sotto il possesso di Teodoro II marchese del Monferrato.

Nel 1631, con il Trattato di Cherasco, passò sotto i Savoia.

Con l’occupazione francese entrò a far parte del dipartimento del Tanaro nel 1799 nella Repubblica Piemontese e poi dal 1801 al 1805 nella Repubblica Subalpina annessa nel 1802 all’Impero Napoleonico.

Nel 1799 i moncucchesi avevano chiesto inutilmente di essere annessi al dipartimento dell’Eridano con capoluogo Torino. Con la riorganizzazione nel 1805 il comune passò sotto il circondario di Asti del dipartimento di Marengo dove rimase fino alla caduta di Napoleone.

Nel 1818 il comune passò sotto la riorganizzata provincia di Asti che venne nuovamente soppressa e trasformata in circondario della provincia di Alessandria con il decreto Rattazzi.

Nel 1863 gli abitanti di Moncucco decisero di aggiungere il dterminante «Torinese» per rimarcare i legami con Torino e nel 1935 il comune entrò a far parte della neonata provincia di Asti.

 

Lo stemma del Comune di Moncucco Torinese è stato concesso, insieme al gonfalone, con Decreto del Presidente della Repubblica dell’8 gennaio 1999. Si blasona: «Semipartito troncato: nel primo, d’argento, alle tre fasce ondate di azzurro; nel secondo, bandato, le bande prima, terza, quinta, scaccate di rosso e d’oro di tre file; le bande seconda, quarta, sesta, di azzurro; nel terzo, campo di cielo, al castello d’oro, murato di nero, merlato alla guelfa, le tre torri merlate di tre, la torre centrale più alta e più larga, le torri laterali finestrate di due di nero in fascia, la torre centrale finestrata con tre finestre male ordinate, dello stesso, esso castello con il fastigio merlato di nove, finestrato con quattro finestre di nero, ordinate in fascia sotto il fastigio, chiuso dello stesso, fondato sulla pianura diminuita, di rosso. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, il motto, in lettere maiuscole di nero, Vulnerat non necat. Ornamenti esteriori da Comune.»

Lo stemma riprende le armi dei principali feudatari che dominarono il paese nel corso dei secoli: i Signori di Moncucco, i Solaro, mentre per i Grisella di Rosignano viene utilizzata un’arma semplificata.

Stemma della famiglia Moncucco

Stemma della famiglia Solaro

Il gonfalone è un “drappo di bianco…”.

 

Note di Bruno Fracasso

Reperito da: Anna Bertola

BLASONATURA

“Semipartito troncato: nel PRIMO, d’argento, alle tre fasce ondate, di azzurro; nel SECONDO, bandato, le bande prima, terza, quinta, scaccate di rosso e d’oro di tre file; le bande seconda, quarta, sesta, di azzurro; nel TERZO, campo di cielo, al castello d’oro, murato di nero, merlato alla guelfa, le tre torri merlate di tre, la torre centrale più alta e più larga, le torri laterali finestrate di due di nero in fascia, la torre centrale finestrata con tre finestre male ordinate, dello stesso, esso castello con il fastigio merlato di nove, finestrato con quattro finestre di nero, ordinate in fascia sotto il fastigio, chiuso dello stesso, fondato sulla pianura diminuita, di rosso. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, il motto, in lettere maiuscole di nero, VULNERAT NON NECAT. Ornamenti esteriori da Comune”.

ATTRIBUTI
SMALTI
OGGETTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI
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Reperito da: Luigi Ferrara

BLASONATURA

“Drappo di bianco…”

COLORI
ALTRE IMMAGINI
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune
    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    8 Gennaio 1999