Città di Mogliano Veneto – (TV)

Informazioni

  • Codice Catastale: F269
  • Codice Istat: 26043
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 28115
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 46.15
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Il nome deriva quasi certamente dal prediale prædium Molius vale a dire “possedimento di Molius”.

Esiste un’ipotesi alternativa, ma poco suffragata da documenti, che lo vorrebbe derivato dal veneto mojo cioè umido, acquitrinoso.

 

Dopo le invasioni barbariche e degli Ungari, il territorio fu infatti abbandonato a se stesso.

Il primo documento storico che cita Mogliano, con il toponimo di “Moliane”, è del 997, anno nel quale Rozone, vescovo di Treviso, concesse all’abate Vitale la costruzione di un monastero benedettino perché la zona fosse bonificata e ripopolata. Il papa Vittore II confermò in seguito le concessioni già fatte dal vescovo di Treviso. Nel 1074, quando l’opera fu compiuta, i monaci furono sostituiti dalle monache che resteranno nell’abbazia sino al Quattrocento.

 

La zona di Mogliano, collocandosi tra Treviso, Padova e la Serenissima fu spesso al centro di lotte essendo l’abitato un passaggio obbligato per le truppe. Il territorio venne incendiato, nel 1192 e nel 1234, dai padovani; nel 1255, devastato da Ezzelino III da Romano; nel 1311, è dai soldati di Enrico VII fino alla sottomissione, nel 1388 a Venezia.

 

La confraternita della “Scuola dei Battuti” viene fondata attorno al XIV secolo da un tal Venturino e dai coniugi Antonio e Cristina dei Seminati. Il fine dell’associazione era la “salvacion de le aneme di nostri frateli e sorele de questa fraternitade” che gli affiliati si proponevano di realizzare attraverso opere di carità, preghiere e altri rituali religiosi, come le processioni. I battuti gestivano anche un ospedale retto da un priore. La confraternita fu sciolta nel 1806 in seguito alle leggi napoleoniche.

 

Nel 1413 le monache lasciarono Mogliano e si trasferirono nel convento San Teonisto, a Treviso portando con loro un inestimabile patrimonio anche se una parte resterà nella parrocchia del paese. Nell’Ottocento, tuttavia, Napoleone ordinerà l’incameramento dei beni custoditi dai religiosi e, per negligenza o per la confusione del momento, andranno perduti.

Nel 1516, il paese attraversò un lungo periodo di pace: fiorì l’agricoltura e furono innalzate le magnifiche ville tuttora esistenti.

 

Con la caduta di Venezia 1797, Mogliano passò dai Francesi agli Austriaci e viceversa, ma dal 1815 divenne definitivamente austriaca. Durante questo periodo Mogliano conobbe un sensibile sviluppo edilizio, in particolare lungo il Terraglio, nelle vie di comunicazione per raggiungere Venezia e per facilitare scambi con le città vicine. Nel paese il patriottismo si mantenne sempre vivo, specie tra gli anni Quaranta e Cinquanta.

Con la terza guerra di indipendenza, il Comune di Mogliano divenne parte del Regno d’Italia e rinominato “Mogliano Veneto” a seguito del Regio Decreto del 5 gennaio 1868 per distinguerlo dall’omonimo Mogliano situato nelle Marche.

 

Durante la prima guerra mondiale il paese non fu coinvolto direttamente nei combattimenti, ma il dopoguerra portò disoccupazione, epidemie, povertà, ma la situazione migliorò relativamente grazie allo sviluppo della coltivazione della pesca che divenne prodotto tipico del paese.

 

Lo stemma comunale, concesso assieme al gonfalone con un DPR del 18 gennaio 1988. si blasona “Partito: nel primo, d’azzurro, al monte di verde, sormontato dalla stella di otto raggi, d’oro, e dalla mezzaluna montante, dello stesso, ordinate in palo, e fondato sulla campagna d’oro; nel secondo, di verde, alla cornucopia d’oro, con la punta all’insù, riempita di tre pesche, al naturale, fogliate di cinque, d’argento, e della spiga di grano, d’oro, alla campagna di azzurro, caricata di tre fasce ondate, d’oro. Ornamenti esteriori da Città”.

Il monte, che lo Statuto definisce curiosamente “gobbato” forse per una definizione popolare, assieme al crescente montante e alla stella ad otto punte sono il simbolo dell’abbazia; la campagna dorata ricorda la fertilità del territorio; la cornucopia ricorda, anch’essa la ricchezza dell’agricoltura, simboleggiata dalla spiga di frumento, e dalle pesche, il prodotto tipico della zona. La campagna sottostante ricorda le ricchezze d’acqua della zona e la presenza dello Zero e del Dese, oltre allo stretto legame con la laguna veneziana.

Il gonfalone è un “Drappo partito di bianco e di azzurro…”, naturalmente con gli attributi da città.

 

 

Note di Bruno Fracasso

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Fonte: Giancarlo Scarpitta

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Partito: nel primo, d’azzurro, al monte di verde, sormontato dalla stella di otto raggi, d’oro, e dalla mezzaluna montante, dello stesso, ordinate in palo, e fondato sulla campagna d’oro;  nel secondo, di verde, alla cornucopia d’oro, con la punta all’insù, riempita di tre pesche, al naturale, fogliate di cinque, d’argento, e della spiga di grano, d’oro, alla campagna di azzurro, caricata di tre fasce ondate, d’oro. Ornamenti esteriori da Città”.

Colori dello scudo:
azzurro, verde
Partizioni:
partito
Oggetti dello stemma:
campagna, cornucopia, mezzaluna, monte, pesca, punta, raggio, spiga di grano, stella
Pezze onorevoli dello scudo:
fascia ondata
Attributi araldici:
all'insù, caricato, fogliato, fondato, montante, ordinato in palo, riempito, sormontato

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Fonte: Giancarlo Scarpitta

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo partito di bianco e di azzurro…”

Colori del gonfalone: azzurro, bianco
Partizioni del gonfalone: partito

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    18 Gennaio 1988

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    22 Luglio 1987