Comune di Milo – (CT)

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Info
  • Codice Catastale: F214
  • Codice Istat: 87026
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 1089
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 18.24
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0
  • Comuni confinanti:

    Giarre, Sant'Alfio, Zafferana Etnea

  • Santo Patrono: sant'Andrea
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Lo stemma del Comune di Milo non ha concessione formale da parte dello Stato, ma vi si riconoscono alcuni elementi del territorio e della sua storia: i quattro pali d’Aragona, la croce di Sant’Andrea con la palma del martirio, la monumentale “Fontana della Rinascita” ed il profilo dell’Etna.

Allo stemma, che venne disegnato da Enzo Maganuco, è associato il motto “In Nemore Milensi Salus” (”Nei boschi di Milo la salute”).

 

La “Fontana della Rinascita”, nota anche come “antico abbeveratoio”, fu realizzata con la precisa funzione di dissetare gli animali dall’artista Vito Vadalà nel 1911 con lastroni di pietra lavica.

 

Il Comune di Milo, istituito nel 1955 distaccandone il territorio da quello di Sant’Alfio, si trova alle pendici orientali dell’Etna in mezzo ai boschi ed è una nota località climatica.

 

L’origine dell’abitato è da ricercare nella chiesa di Sant’Andrea dell’Acqua, in riferimento alla freschezza e qualità dell’acqua che vi sgorga, dipendente dalla cattedrale di Catania, eretta per volere del duca Giovanni d’Aragona, signore di Randazzo, intorno al 1340 con un borgo che eresse in feudo. Il duca Giovanni trascorreva parte della stagione estiva a Milo, e vi si rifugiò nel 1348, per sfuggire alla peste (che comunque lo uccise in quell’anno).

In seguito, il territorio di Milo fece giuridicamente parte della contea di Mascali fino al 1815, quando il borgo di Giarre acquistò l’autonomia e Milo e Sant’Alfio vi furono annessi come frazioni.

 

Tra il 1950 e il 1951 una tremenda eruzione dell’Etna fece fuggire gli abitanti, al ritorno si cominciò a pensare all’autonomia comunale e, nel 1923, i rappresentanti di Sant’Alfio firmarono un documento nel quale promettevano di concedere l’autonomia alla condizione che i milesi offrissero il loro appoggio a Sant’Alfio per ottenere l’autonomia dal comune di Giarre.

Sant’Alfio alla fine riuscì ad ottenere l’autonomia, ma Milo dovette attendere la fine della seconda guerra mondiale quando, ritrovato l’antico documento, fu intrapresa una lunga battaglia finita con la votazione a Sala d’Ercole della legge n. 8 del 29 gennaio 1955 nella quale si decretava che le frazioni di Milo e di Fornazzo fossero erette a comune autonomo con la denominazione di Comune di Milo.

 

È gemellato con il comune francese di La Bourboule, nel dipartimento del Puy-de-Dôme, nella regione dell’Alvernia-Rodano-Alpi; e anche con quello polacco di Otmuchów del distretto di Nysa, nel voivodato di Opole.

 

 

Nota di Bruno Fracasso e Massimo Ghirardi

Disegnato da: Massimo Ghirardi

SMALTI
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Disegnato da: Bruno Fracasso

BLASONATURA

“Drappo di rosso [granata]…”

COLORI
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune
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