Comune di Mende – (48)

Informazioni

Storia dello stemma e del comune

Mende è un’antica città sulle rive del Lot le cui origini risalgono almeno al 200 a.C. Antico capoluogo della provincia del Gévaudan (Gavaudan o Gevaudan in occitano, dal latino : Gabalitannus, cioè ‘la regione dei Gabali’) che corrispondeva all’incirca all’attuale dipartimento del Lozère del quale è attualmente capoluogo (escludendo il cantone di Saugues che, all’epoca della creazione dei dipartimenti rovoluzionari, venne unito all’Haute-Loire) e che si trova nella regione della Laguedoc-Roussillon.

 

Il nome deriva da Mimates, la tribù gallica associata ai Gabali che abitava la zona, poi passato ad identificare il monte (Mons Mimatensis, oggi mont-Mimat) ai piedi del quale si trova il piccolo borgo originario, durante l’epoca gallo-romana si chiamava Vicolus Mimatensis.

Nel periodo medioevale fu capitale della contea e sede di un balivato dipendente da Tolosa e da Montpellier.

 

Con l’invasione dei Vandali, che distrussero le città di Gabalum nel 376, il vescovo san Privat si rifugiò sul monte Mimat, dove venne però scoperto dai barbari e martirizzato lanciandolo giù per il monte dentro ad una botte infissa di lame. Alcuni devoti raccolsero i resti e li seppellirono poco lontano dai piedi della montagna, dove sorse poi la cattedrale, che divenne la sede del vescovo del Gévaudan, trasferitavi dalla primitiva Javoux, Diocesi suffraganea di Bourges (fino all’erezione dell’Arcidiocesi di Albi).

 

Il territorio era soggetto al conte di Grèzes, vassallo del re di Aragona, ma Raymond-de-Saint-Gilles, conte di Tolosa, cedette i suoi diritti feudali sul Gévaudan al vescovo di Mende.

 

Il vescovo Adalbert fece circondare il villaggio da mura di difesa e, rendendo omaggio feudale al re Luigi VII, ottenne la bolla d’erezione della città e della contea-vescovile, il cui potere si protrarrà fino alla Rivoluzione, anche se il vescovo-conte Guillaume-du-Peyre, dopo aver combattuto contro i propri vassalli e contro il re Giacomo d’Aragona che la considerava parte delle Contea di Barcellona, fu costretto nel 1225 a cedere a quest’ultimo i propri diritti; il successore Guillaume VI Durand per poterli riottenere, sarà obbligato a sua volta nel 1307 a “compartire” il potere col re Filippo “il Bello” di Francia (il vescovo verrà riconosciuto “conte” e il re sovrano di questi).

 

All’inizio del 1470 il re Luigi XI esautorò il vescovo Antoine De-la-Panouse, che aveva sostentuto i ribelli del conte d’Armagnac, e creò il consiglio cittadino di tipo consolare. Nel 1478 i vescovi saranno costretti a condividere il potere con il comune della città, i cui cittadini si erano dichiarati fedeli al re. In segno di ricompensa il re Luigi XI concesse nel 1475 di aggiungere i gigli in capo allo scudo della città e nominando il vescovo Jean Petit a Luogotenente Generale della Linguadoca. In seguito nel 1479 permise di aggiungere anche una L coronata tra i gigli, questo sarà l’emblema proprio dei Consoli eletti dagli abitanti di Mende, quindi del consiglio e del comune cittadino.

 

Dopo il “Massacro di San Bartolomeo” la vedova del barone Astorg-de-Peyre, che era stato assassinato proprio nella stanza del re a Parigi, ingaggiò il generale Mathieu Merle per vendicarlo. Tra il 1569 e il 1576 egli occupò la fortezza di Grèzes e si impadronì della regione, la notte di Natale del 1579 si impossessò anche della città e trucidò i cattolici residenti.

 

Con la Rivoluzione Mende deve condividere con Marvejols il ruolo di capoluogo del dipartimento del Gévaudan, che verrà ridenominato Lozère nel 1790. Nel 1791 verrà abolito il potere vescovile e il palazzo dei vescovi nominato sede del Prefetto.

 

Nrel 1990 il Comune della città crea una unione di servizi con le vicine città di Aurillac e Rodez, detto “Ville Estelle”.

 

Anticamente le armi di Mende erano:  « d’azur, à la lettre capitale gothique M d’argent, avec la capitale L d’or en tête, flanquée de deux fleurs de lis d’or » (d’azzurro, alla lettera gotica capitale d’oro in capo, affiancata da due gigli d’oro); adesso sono:  « d’azur, à la lettre capitale gothique M d’argent (aliàs d’or), et un soleil d’or en chef. Et pour devise: TENEBRE EAM NON COMPREHENDERUNT » (d’azzurro, alla lettera capitale gotica M d’argento (alia d’oro), e un sole d’oro in capo. E come motto: TENEBRE EAM NON COMPREHENDERUNT).

 

Lo stemma attuale della città di Mende risale al XVI secolo, e venne “istituzionalizzato” con la registrazione nell’ Armorial Général de France nel 1697 da parte del D’Hozier, si blasona: “D’azur à une lettre M onciale d’or surmonée d’un soleil rayonnant de même” (D’azzurro, alla lettera M onciale d’oro sormontata da un sole raggiante dello stesso).

 

Prima del 1469, epoca della concessione dei primi due gigli azzurri da parte di Luigi XI, l’arme della città era quella della città vescovile: “D’or, à une fasce de gueules” (D’oro alla fascia di rosso), che vennero integrate nel 1475 dalla L coronata, che venne inteso anche come un segno di omaggio al sovrano.

 

Il motto TENEBRÆ EAM NON COMPREHENDERUNT (‘Le tenebre non mi invaderanno’) riecheggia il celebre “Le tenebre non prevarranno” si riferiscono alla fede della città (simboleggiata dalla M) alla fede cattolica (sole) messa in pericolo durante le guerre di religione, come detto Mathieu Merle occupò con un folto gruppo di fanatici calvinisti la città nel 1579, e commisero ogni sorta di crudeltà e devastazione nei confronti del culto e dei credenti cattolici, ciononostante la religione riformata non prese piede tra gli abitanti e il motto consacra questo fatto.

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“D’azzurro, alla lettera capitale gotica M d’argento (alias d’oro), e un sole d’oro in capo. Divisa: TENEBRE EAM NON COMPREHENDERUNT)”.

Colori dello scudo:
azzurro
Oggetti dello stemma:
lettera, sole

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune