Città di Melfi – (PZ)

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Info
  • Codice Catastale: F104
  • Codice Istat: 76048
  • CAP: 85025
  • Numero abitanti: 17554
  • Nome abitanti: melfitani o melfesi
  • Altitudine: 532
  • Superficie: 205.15
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 51.1
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

La città di Melfi nacque probabilmente in epoca pre-romana, con i Dauni e i Lucani che la fondarono.

Importante centro durante il Medioevo con i normanni e gli svevi che la rifondarono dotandola di mura, nel 1018 (data che ne ha fatto celebrare il millenario nel 2018), ne fecero sede di un principato, nel 1041, e capitale del ducato di Puglia, nel 1059, rango che raggiunse per aver ospitato il concilio che annullò la scomunica nei confronti di Roberto I il Guiscardo.

Nel 1167, fu saccheggiata dalle armate dell’imperatore Federico I “Barbarossa” e solo con Federico II di Svevia si affermò con un ruolo strategico, grazie alla costruzione di mura e rinforzi dell’abitato. Nel 1231, lo stesso imperatore emanò dal Castello di Melfi le “Costitutiones Augustales” (note anche come Costituzioni Melfitane).

Lo stemma della città viene comunemente blasonato (come nella pubblicazione edita in occasione del millenario del 2018): «Scudo di foggia sannitica con campo d’oro recante al centro Basilisco verde con lingua rossa sostenuto dalla vetta centrale di un monte di tre cime color verde con contorno nero, sormontato da corona con torri d’oro e circondato da due rami di alloro e di quercia legati in basso da un nastrino tricolore al centro».

Più correttamente si dovrebbe blasonare: «D’oro, al basilisco ardito di verde, con la coda ritorta e desinente in dardo, linguato di rosso, sostenuto dalla vetta centrale di un monte di tre cime al naturale. Ornamenti esteriori di Città» (blasone nostro).

Recentemente (2018) lo stemma è stato oggetto di un “restyling” che lo ha privato delle zampe e lo ha fatto rappresentare ondeggiante in palo, similmente al noto “biscione” visconteo, riprendendo alcune figurazioni antiche.

In questa foggia, compare a bassorilievo sulla gotica Porta Venosina, l’unico rimasto dei sei accessi alla città, che conduceva a Venosa attraverso la Via Appia.

Il Basilisco è una figura degli antichi Bestiarii non molto diffusa nell’araldica civica italiana, se ne trovano alcuni esempi negli stemmi della Basilicata e del Salento; infatti, anche i Comuni di Sternatia, Lauria, Teana hanno come simbolo principale questo essere mitico. Detto anche Basilgallo è animale fantastico, dal corpo di rettile e la testa di gallo, cornuto e portante talvolta una corona (il nome deriva dal greco “Basileus”, re), si credeva che fosse generato da un uovo di gallo (narra la leggenda che, ogni cento anni, i galli possono deporre un uovo) covato da un rospo.

Si racconta che avesse il potere di pietrificare con lo sguardo e si dice che derivasse dai racconti dei viaggiatori in estremo Oriente che, al ritorno, descrivevano il cobra o l’iguana.

Di solito è illuminato (cioè con gli occhi di colore differente dal corpo) e squamoso. Alcuni ritengono che lo stemma, che rappresenta il “pericoloso” animale sulla vetta di un monte, alluda alla posizione della città, posta su di un cono vulcanico presso il Vulture, ed in particolare alla “difesa” rappresentata dall’antico castello (il basilisco, popolarmente, “difende i tesori ctonii” e nello stemma [non in uso] è raffigurato proprio con una zampa alzata, in “difesa”).

Nota di Massimo Ghirardi

Bibliografia:

Comune di Melfi. CITTÀ DI MELFI. Melfi, 2018, pp. 22-23.

Fonte: Giovanni Quaranta

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

Scudo di foggia sannitica con campo d’oro recante al centro Basilisco verde con lingua rossa sostenuto dalla vetta centrale di un monte di tre cime color verde con contorno nero, sormontato da corona con torri d’oro e circondato da due rami di alloro e di quercia legati in basso da un nastrino tricolore al centro.

Dallo Statuto comunale

SMALTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI

Nel 2018, lo stemma è stato oggetto di un “restyling” che ha privato il basilisco delle zampe e lo ha fatto rappresentare ondeggiante in palo, similmente al noto “biscione” visconteo, riprendendo alcune figurazioni antiche.

Reperito da: Luigi Ferrara

Disegnato da: Bruno Fracasso

BLASONATURA

“Drappo partito di giallo e di verde, riccamente ornato di ricami d’oro e caricato dello Stemma civico sormontato dall’iscrizione, convessa verso l’alto, pure in oro, “CITTÀ DI MELFI””.

COLORI
PARTIZIONI
partito
ALTRE IMMAGINI
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune
    concessione

    Titolo di città-comune concesso dai re Normanni nel 1041


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