Città di Melendugno – (LE)

Informazioni

  • Codice Catastale: F101
  • Codice Istat: 75043
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 9838
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 91.06
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Si ritiene che Melendugno debba il nome – ma mancano fonti ufficiali – al miele e all’attività delle api (la parola mele, infatti, nel dialetto locale, significa miele, anticamente prodotto in abbondanza): ciò è motivo d’orgoglio per i melendugnesi.1Secondo altri studiosi, il toponimo di Melendugno nascerebbe dalla radice del nome di Malennio (re dei Salentini, discendente da Minosse, fondatore della città di Lecce), che in seguito si sarebbe trasformato da Malandugno (portatore di sventura) a Melendugno (portatore di dolcezza)..Tradizionalmente si ritiene che i primi abitanti (insediatisi intorno al XII secolo) denominarono questo centro Melendugno proprio a motivo della copiosa produzione di miele e dei prodotti derivati dal latte che qui vengono lavorati: è, infatti, definita, dai salentini, “la capitale della dolcezza” e, perciò, detto: Mele – Dono.

 

Melendugno fu in ogni caso il principale produttore di miele della provincia fino al secolo XIX, e «Si trattava di un’autentica preziosità se si pensa che, alla fine di ogni anno, era consuetudine offrire come strenna al vescovo di Lecce e ai personaggi illustri della diocesi una considerevole quantità di miele»; il paese produceva due  tipi di miele, il “miele di stagione”, primaverile, leggero e profumato e il “miele rosso”, prodotto dal nutrimento che le api avevano tratto dai fichi agostani. La presenza di una ricca macchia mediterranea rendeva il miele locale anche molto aromatico; la sparizione con il tempo di quest’ultima e la disinfestazione antimalarica effettuata nel 1946 portarono alla scomparsa della locale industria del miele [GLI STEMMI RACCONTANO, scheda 94].

 

Lo scudo dello stemma civico (del quale non ci risulta formale riconoscimento ma liberamente adottato dal Comune) è occupato dalla figura di un esemplare di Pino d’Aleppo (Pinus halepensis [secondo GLI STEMMI RACCONTANO sarebbe un Pinus selvaticus]), specie molto diffusa lungo la costa adriatica salentina e molto diffuso nel territorio comunale. Al centro del tronco è collocato non un alveare unico ma un insieme di alveari (tecnicamente: apiario) da cui fuoriescono delle api [!]. Pur non avendo sicurezza sulla sua origine, l’ipotesi più accreditata localmente è quella di aver voluto fare riferimento ad un’attività (l’apicoltura), in passato tipica della zona, nonché al toponimo che è composto con la radice “mel” di“miele”.

 

Nota di Renzo Barbattini, Massimo Ghirardi, Giovanni Giovinazzo

[1] «La base mel, caratteristica dell’area semantica mediterranea, secondo un’altra interpretazione non avrebbe alcun legame con l’attività apicola, ma significherebbe monte, collina, catena montuosa». Naso, op. cit., p. 206

Stemma Ridisegnato


Reperito da: Anna Bertola

Fonte: Giancarlo Scarpitta

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


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Profilo Araldico


Non ancora una blasonatura

Colori dello scudo:
argento

Gonfalone ridisegnato


Fonte: Luigi Ferrara

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo partito di verde e di bianco…”

Colori del gonfalone: bianco, verde
Partizioni del gonfalone: partito

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    24 Ottobre 2001