Città di Medicina – (BO)

Informazioni

  • Codice Catastale: F083
  • Codice Istat: 37037
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 16675
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 159.10
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Fondata lungo la Via Salaria Ravennate (attuale Strada Statale San Vitale, che da Bologna conduce a Ravenna) dai Romani su un insediamento più antico.

Nell’XI secolo è possedimento di Matilde di Canossa, dopo un lungo passato di appartenenza all’Esarcato di Ravenna. In seguito sarà protetta dall’Impero fino al passaggio allo Stato Pontificio nel XVI secolo. Sede di importanti scali fluviali (Buda e Portonovo) è per ciò oggetto delle mire espansionistiche di Bologna, che assedia e distrugge ripetutamente la cittadina; ma gli imperatori costringeranno sempre il capoluogo felsineo a ricostruire ed indennizzare i medicinesi.

Nel 1155 l’imperatore Federico il Grande (noto come “Barbarossa”) è ospite a Medicina e, nell’occasione, conferma alla cittadina il titolo di Comune e (forse) concede alla città l’emblema della croce d’oro in campo rosso, richiamo del labaro imperiale.

È a questo episodio che si riferisce la curiosa leggenda della serpe che, cadendo nella scodella dell’imperatore avrebbe disciolto nel liquido in essa contenuto il suo veleno che, dato a bere a Federico, lo avrebbe risanato di una malattia fino a farlo esclamare: “Loco MEDICINA est iste!” da cui il nome della località.

In seguito anche i papi tuteleranno Medicina contro i bolognesi e le manterranno l’autonomia soprattutto nella gestione dei terreni attraverso la Magnifica Comunità della Partecipanza, retta da un Console (e, in parte, ancora vigente). Il motto LIBERTAS pare riferito appunto alle garanzie delle quali godevano le istituzioni medicinesi sotto il dominio Pontificio e vennero caricate nello scudo in quel periodo storico assieme alle chiavi di San Pietro (caratteristiche dell’araldica civica pontificia e in seguito abolite). Papa Benedetto XIV (il cardinale bolognese Prospero Lambertini), nell’ambito della riforma amministrativa dei territori dello Stato, assoggettò però Medicina al Senato di Bologna.

Negli atti del censimento degli stemmi delle Legazioni Pontificie promosso dal cardinale Legato Gaetano Bedini nel 1851, lo stemma è raffigurato con le chiavi pontificie nel cantone sinistro del capo e un “M” d’oro nel cantone destro della punta.

I Francesi aggregheranno alla “Mairie” di Medicina i territori di Castel Guelfo e Sesto Imolese che torneranno autonomi con la Restaurazione.

Lo stemma usualmente in uso negli atti e nelle comunicazioni del Comune di Medicina porta, in palese contrasto con il Decreto di Riconoscimento, le scritte “MEDICINA” e “LIBERTAS” in sbarra (nelle stesse posizioni dei simboli pontifici) mentre il testo del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri Scelba dell’11 marzo 1955 recita:

“Di rosso, alla croce d’oro, accantonata nel 2° dalla scritta LIBERTAS a lettere pure d’oro, e nel 3° dalla scritta MEDICINA a lettere dello stesso, entrambi in BANDA1. Col capo d’azzurro, a tre gigli d’oro, posto tra quattro pendenti del Lambello di rosso, cucito”.

Il Decreto è accompagnato dal bozzetto ufficiale che, però, porta le parole in sbarra (LIBERTAS nel cantone sinistro del capo, MEDICINA nel cantone destro della punta). Entrambi risulterebbero però sbagliati: le figurazioni più antiche dello stemma, presenti in loco (solo sull’edificio del Municipio ne sono presenti diversi esemplari), quindi precedenti Decreto stesso, portano le parole MEDICINA e LIBERTAS in decusse con la croce, precisamente LIBE- in banda nel primo quarto, -CINA in sbarra nel secondo, MEDI- in sbarra nel terzo e -RTAS in banda nel quarto.

(1): in calce all’originale del Decreto conservato all’Archivio Centrale dello Stato di Roma è riportata la nota: N.B. – Si chiarisce che la dizione “in banda” delle scritte, significa che esse sono disposte dall’angolo sinistro superiore di chi guarda, all’angolo destro inferiore.

Note di Massimo Ghirardi, Giovanni Giovinazzo, Pasquale Fiumanò, Giancarlo Scarpitta.

Bibliografia:

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997.
AA.VV. STEMMI DEI COMUNI E DELLE PROVINCE DELL’EMILIA-ROMAGNA, a cura del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna. Editrice Compositori, Bologna 2003.
Plessi (Giuseppe) GLI STEMMI DEI COMUNI DELLE QUATTRO LEGAZIONI. Forni, Bologna 1999.
Romolotti (Giuseppe) a cura di. STORIA E GUIDA AI COMUNI EMILIANI. Il Quadrato, Milano 1972.

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Di rosso, alla croce d’oro, accantonata nel 2° dalla scritta LIBERTAS a lettere pure d’oro, e nel 3° dalla scritta MEDICINA a lettere dello stesso, entrambi in BANDA. Col capo d’azzurro, a tre gigli d’oro, posto tra quattro pendenti del Lambello di rosso, cucito. Ornamenti esteriori di Città”

Colori dello scudo:
azzurro, rosso
Partizioni:
capo

Gonfalone ridisegnato


Gonfalone Ufficiale


Profilo Araldico


“Drappo troncato di rosso e di azzurro…”

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    2 Luglio 2002

    Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM)
    riconoscimento
    11 Marzo 1955

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    26 Ottobre 1955