Città di Mantova – (MN)
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Info
- Codice Catastale: E897
- Codice Istat: 20030
- CAP: 46100
- Numero abitanti: 48000
- Nome abitanti: mantovani
- Altitudine: 19
- Superficie: 63.97
- Prefisso telefonico: 0
- Distanza capoluogo: 0.0
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
Intorno al 2000 a.C. sorse in mezzo agli stagni che il fiume Mincio formava in questa zona un villaggio che nel VI secolo a.C. si sviluppò in una città etrusca.
Secondo la tradizione il nome di Mantova prende origine dalla divinità infera etrusca Mantus alla quale il lucumone fondatore Ocno l’avrebbe dedicata. Successivamente i Romani la faranno coincidere con la maga-ninfa Manto, figlia del greco Tiresia, che avrebbe vissuto in una spelonca accanto ai laghi.
Per lungo tempo fu un centro modesto, pur in posizione strategica, poco lontana dalla via Postumia.
Successivamente alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel 476 d.C. la città subì le invasioni dei barbari e le diverse dominazioni di Goti, Bizantini, Longobardi e Franchi, finché, verso l’XI secolo, entrò a far parte dei possedimenti dei Da Canossa, marchesi di Toscana, la cui ultima rappresentante fu la contessa Matilde che morì nel 1115 presso Bondeno, poco lontano dall’abbazia oltre padana di Polirone (oggi San Benedetto Po).
Del periodo medioevale Mantova conserva poco, dell’epoca matildica è la Rotonda di San Lorenzo (costruita sui resti di un tempio pagano nel 1082) e il campanile della basilica di Sant’Andrea (fatto edificare, secondo la leggenda, dalla madre della contessa: Beatrice di Lorena).
Dopo la morte di Matilde, la città si resse come libero comune difendendo strenuamente la propria indipendenza contro le prepotenze imperiali.
Il primo emblema “leggendario” di Mantova (un evidente caso di “invenzione della tradizione”) sarebbe stato uno scudo: “d’azzurro a tre crescenti lunari addossati d’argento, posti 2,1; il primo montante, il secondo rivoltato (calante), il terzo volto (crescente); caricato in capo dalla lettera V (con un trattino in banda sull’asta sinistra) d’oro”; la prima notizia in merito si trova in un’opera di Curzio Inghirami pubblicata a Francoforte nel 1637; in proposito Federico Amedei riporta: «… l’insegna antica di Mantova era la luna, serbandosene ancora la memoria in una picciola moneta col motto SIC e con tre mezze lune … che dinotar volevano la devozion loro verso [la dea] Diana, intesa dagli antichi per la luna …».
Dopo il 1115 l’imperatore riconobbe il Comune di Mantova, e la città definì il proprio emblema come uno scudo argenteo con la croce rossa, in riferimento all’emblema di San Giorgio.
Per differenziarlo da altri consimili (come Milano, Genova, Alessandria…) si decise, qualche tempo dopo, di inserire nel primo quarto il busto laureato del poeta classico e cittadino più illustre: Publio Virgilio Marone (analogamente a quanto farà nel XX secolo il nuovo Comune di Virgilio, oggi Borgo Virgilio). Nel XV, dopo la creazione del marchesato di Mantova, lo stemma fu “timbrato” da corona marchionale e dopo il 1816 venne accollato all’aquila austriaca, eliminata dopo l’Unità (1860). Dopo il 1870 la corona da marchese venne sostituita da quella da “città” e vi venne inserito il serto vegetale. Lo stemma fu riconosciuto con D.C.G. del 26 dicembre 1941 con il blasone: “D’argento alla croce piena di rosso accantonata alla destra del capo della testa di Virgilio al naturale posta di fronte, attorcigliata di un serto di alloro, con ornamenti esteriori da città”, contestualmente venne riconosciuto anche il gonfalone: drappo di bianco alla bordura di rosso.
Lo stemma della città venne anche adottato dai Gonzaga, che diverranno i signori di Mantova dopo averne sterminato i Bonacolsi, precedenti dominatori, come emblema: alla croce rossa (rappresentata patente) in campo argento porranno il loro scudetto famigliare in cuore “fasciato di nero e d’oro”, poi ulteriormente inquartato con il leone di Boemia concesso nel 1394 dall’imperatore Venceslao IV, e quattro aquile imperiali nere nei cantoni della croce. L’ampliamento di croce e aquile venne concesso una prima volta da Venceslao IV, insieme con il titolo “marchese di Mantova”, il 7 settembre 1403 ma, caduto poco dopo l’Imperatore, non venne più utilizzato fino al 1432 quando Sigismondo di Lussemburgo, fratello di Venceslao e nuovo imperatore, emette un nuovo diploma che concede titolo e ampliamenti a Gianfrancesco Gonzaga.
Nota di Massimo Ghirardi e Giovanni Giovinazzo
Bibliografia:
Malacarne (Giancarlo). ARALDICA GONZAGHESCA. Il Bulino, Modena 1992
Castagna (Mario). STEMMI E VICENDE DI CASATE MANTOVANE. Zanetti, Montichiari 2002.
Scansani (Stefano). OMNIA MANTOVA. Tre Lune, Mantova 2011.
STEMMA RIDISEGNATO

Fonte: Tullio Casilli
Disegnato da: Massimo Ghirardi
Disegnato da: Massimo Ghirardi
Fonte: Tullio Casilli
STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

BLASONATURA
“D’argento alla croce piena di rosso accantonata alla destra del capo della testa di Virgilio al naturale posta di fronte, attorcigliata di un serto di alloro, con ornamenti esteriori da città”.
ATTRIBUTI
SMALTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI
Stemma apocrifo della Città di Mantova.
Si blasona:
“D’azzurro a tre crescenti lunari addossati d’argento, posti 2,1; il primo montante, il secondo rivoltato (calante), il terzo volto (crescente); caricato in capo dalla lettera V (con un trattino in banda sull’asta sinistra) d’oro”

GONFALONE RIDISEGNATO

Fonte: Giovanni Giovinazzo
Disegnato da: Bruno Fracasso
GONFALONE UFFICIALE

LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune