Comune di Livinallongo del Col di Lana – (BL)

Informazioni

  • Codice Catastale: E622
  • Codice Istat: 25030
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 1405
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 99.12
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Livinallongo del Col di Lana (Fodóm in ladino e Buchenstein in tedesco) è un comune sparso con sede municipale nella frazione di Pieve di Livinallongo. Si trova nell’alta valle del fiume Cordevole, parte del comprensorio della Ladinia.

Vi si sono svolti alcuni degli episodi più cruenti della prima guerra mondiale, tra cui i combattimenti per il possesso della cima del Col di Lana, la cui cima venne fatta saltare in aria nel 1916, secondo un piano ideato da Gelasio Caetani. Gli austroungarici, accortisi del pericolo, decisero a loro volta di realizzare una contromina. I genieri italiani terminarono però per primi i lavori, e gli austroungarici, accortisi di ciò, dovettero comunque mantenere la posizione secondo gli ordini diramati. La notte del 17 aprile 1916, alle ore 23:35, esplose la colossale mina, costituita da 5 tonnellate di gelatina dinamite. Una parte della montagna crollò per gli effetti dell’esplosione, causando la morte di circa 150 militari austroungarici e consentendo agli italiani di occupare la vetta sconvolta da un enorme cratere di 30×55 m e 12 m di profondità (a questo episodio fa riferimento il film “Montagne in fiamme” di Luis Trenker).

Storicamente fece parte della contea principesca del Tirolo/Tirol (Impero d’Austria) fino alla fine della prima guerra mondiale.

Nel 1923, avvenne l’istituzione della provincia di Trento, comprendente i territori Tirolo del Sud, ma la località fu annessa alla provincia veneta di Belluno assieme alle limitrofe Cortina d’Ampezzo e Colle Santa Lucia.

Attestato dal 1265 come Livinal e dal 1275 come Livinallongo, il toponimo è composto dall’aggettivo lungo e dal termine ladino livinàl “gola”, “vallone franoso”. Si tratta quindi di un chiaro riferimento alla morfologia del territorio, esteso sulla stretta e profonda valle del Cordevole.

Il corrispettivo ladino Fodóm viene invece ricollegato al latino fagus “faggio”. Anche l’esonimo tedesco Buchenstein, è composto da Buchen “faggio” e Stein “rocca, castello” in riferimento allo sperone roccioso dove sorge il castello di Andraz/Andrac, nella frazione Castello/Ciastel, risalente probabilmente al periodo dell’appartenenza del territorio alla Marca di Verona, dipendente dal Ducato di Baviera nel periodo dell’imperatore Ottone I.

Con Corrado il Salico la valle di Livinallongo, probabilmente già compresa nella contea della Valle Norica, venne assegnata al nuovo principato vescovile di Bressanone (istituito il 7 giugno 1027). In questo modo, al vescovo locale spettava anche il potere temporale, ma per amministrare il territorio ci si appoggiava a famiglie feudatarie (i ministeriali o advocati). Nella zona ebbero giurisdizione varie casate, perlopiù di origine tedesca: i Rodank, gli Schöneck, gli Avoscan (Avoscano), gli Stecconi.

Per svilupparne l’economia in questo periodo i principi-vescovi favoriscono il popolamento con coloni che provenivano soprattutto dalla valle Isarco e dalla val Pusteria.

Attorno al 1141 fu fondata l’abbazia agostiniana di Novacella (Neustift), presso Bressanone, che ebbe in donazione ampi possedimenti anche su Livinallongo.

Dopo la devastante epidemia della “peste nera” del XIV secolo la popolazione si era fortemente ridotta, questo favorì l’affrancamento di molti contadini, ma anche l’abbandono di molti terreni da parte dei signori locali. I fondi furono acquistati da Corrado Stuck che tentò di ristabilire la servitù della gleba ma, già nel 1352, Ludovico di Brandeburgo, in accordo con il principe-vescovo Matthäus Andergassen, la abolì definitivamente. Nel 1457 nella fortezza si rifugio il principe-vescovo Nicolò Cusano.

 

Lo stemma comunale è una sorta di “riassunto” della storia locale: il primo campo mostra un castello che è un chiaro riferimento al castello di Andraz; il secondo ricorda il tragico ma famoso episodio della “mina Caetani”; il terzo richiama la posizione alpestre del territorio; il quarto mostra la testa di un mastino, liberamente ripreso dallo stemma dei conti (Grafen) Von Rost/Puchenstein (De Costa di Livinallongo), che furono tra i primi signori di Buchenstein/Livinallongo.

 

 

Nota di Massimo Ghirardi e Bruno Fracasso

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Fonte: Giancarlo Scarpitta

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Inquartato: nel 1° di rosso al castello al naturale, torricellato, aperto dello stesso, merlato alla ghibellina; 2° d’azzurro al monte al naturale, caricato di una mina in atto di esplodere; 3° d’azzurro al monte al naturale a tre cime disuguali, ordinate in fascia e sorgenti dalla campagna di verde, seminata di abeti; 4° di rosso al busto di cane mastino al naturale, collarinato d’oro, rivoltato. [Capo del Littorio.] Ornamenti esteriori da Comune”.

Note stemma


Lo stemma riporta un residuo di Capo del littorio occupato dalla corona comunale, mentre sul gonfalone e sulla bandiera lo stemma risulta corretto.

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

L'ideatore è: Luigi Ferrara

Fonte: Giancarlo Scarpitta

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Inquartato: nel primo e nel quarto di rosso, nel secondo e nel terzo di azzurro…”

Colori del gonfalone: azzurro, rosso
Partizioni del gonfalone: inquartato
Profilo Araldico

“Drappo inquartato di rosso e di azzurro caricato al centro dello stemma comunale sormontato dalla scritta “Comune” arcuata e sostenuto dalla scritta “Livinallongo del Col di Lana”…

bandiera ridisegnata

L'ideatore è: Mario Dalceri

Disegnato da: Bruno Fracasso

L'ideatore è: Luigi Ferrara

bandiera Ufficiale
Altre Immagini
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LEGENDA

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