Comune di Lacoste – (84)

Informazioni

Storia dello stemma e del comune

Lacoste (La Còsta, in occitano) è un comune della Vaucluse, nella regione della Provence-Alpes-Côte d’Azur.

 

Compare con questo nome in documenti del 1056 come Castrum de Costæ (letteralmente: “forte sulla costa del monte” dal latino “costa”) fatto edificare da Robert e Farald Varacon. Venne poi acquisito dai cugini, gli Agoult-Simiane, alla fine dell’ XI secolo.

 

 

Storicamente appartenente alla Provenza non venne compresa nel Comtat Venaissin di appartenenza pontificia e venne unito al Regno di Francia nel 1481, anno nel quale Barthélémy de Simiane, signore di La Coste, venne nominato Vicario d’Apt dal re Carlo VIII. Il villaggio si spopola a poco a poco e il figlio, Balthazar de Simiane, nel 1533, firma un atto per consentire a famiglie di fede valdese di prendervi la residenza.

 

Come comunità valdese, la cui osservanza era stata dichiarata eretica, dovette subire la persecuzione dei cattolici nel 1545: un’armata del Parlamento di Aix venne incaricata di reprimere la comunità

 

Le truppe di Paulin de La Garde, sotto la guida del primo Presidente del Parlamento d’Aix, Maynier, signore d’Oppède, saccheggiano il paese. Le terre sono confiscate, gli uomini massacrati, le donne violentate prima d’essere uccise. Il massacro di Lacoste, insieme al massacro di Mérindol, è uno dei più orribili di questa triste pagina di storia.

 

Il villaggio verrà ricostruito a poco a poco nel corso del XVII secolo, nel 1620 venne edificato l’imponente torre “Beffroi” (battifredo) che domina il paese.

 

Nel 1641, Isabelle de Simiane sposò Joseph Dominique des Balbes de Berton, marquis de Crillon e, non avendo discendenza, designarono come successore, nel 1716, il cugino Gaspard François de Sade, marito di Diane de Simiane, che divenne il primo marchese de La Coste. Il loro figlio maggiore, Jean-Baptiste, e sua moglie Marie Eléonore de Maillé sono i genitori del “Divino Marchese” Donatien Alphonse François De Sade che, fuggito da Parigi (per gli scandali provocati dai suoi scritti e i suoi costumi libertini), vi si rifugiò nel 1771. Questo “famigerato” anticlericale aveva favorito la costruzione del tempio protestante di Lacoste.

 

Il castello è stato acquistato nel 2001 dallo stilista di origine italiana Pierre Cardin, che lo ha consolidato e ristrutturato, così come molte case del villaggio negli anni successivi. Questi acquisti immobiliari e le loro conseguenze sulla vita del villaggio sono al centro del film “Cyril contre Goliath” (2019) diretto da Thomas Bornot.

Con la creazione del dipartimento della Vaucluse, il 12 agosto 1793 Lacoste vi viene inclusa abbandonando quella delle ” Bouches-du-Rhône”.

 

Lo stemma civico è stato ufficialmente adottato il 26 marzo 1982, con il blasone: “Écartelé: aux 1er et 4e d’or à la tour d’azur ouverte du champ, aux 2e et 3e de gueules à l’étoile à huit rais d’or; à la croix de huit pointes pommetées de sable chargée en cœur d’une colombe descendante d’argent [croix huguenote ou du Saint-Esprit], brochant sur la partition” (Inquartato: al primo e il quarto d’oro alla torre d’azzurro aperta del campo, al secondo e al terzo di rosso alla stella a otto raggi d’oro; alla croce di otto punte pomettata di nero caricata in cuore da una colomba discendente d’argento [croce ugonotta o dello Spirito Santo], attraversante sulla partizione).

 

La stella in campo rosso richiama l’emblema dei De Sade, che portavano “di rosso alla stella di otto punte d’oro, caricata dall’aquila bicipite di nero, imbeccata, armata e coronata di rosso”, che venne adottato inizialmente dal comune come emblema civico.

 

La torre richiama il castello, con il suo “beffroi”, nonché il tradizionale simbolo dell’autonomia comunale.

 

La “croce ugonotta” è il tradizionale simbolo dei Protestanti francesi (Ugonotti) adottato dopo la revoca nel 1685, di Luigi XIV, dell’editto di tolleranza di Nantes.

È composto da una croce simile a quella dei Cavalieri di Malta, in quanto croce rammenta la morte di Gesù, ma anche la sua vittoria sulla morte, e i Quattro Vangeli.

Normalmente tra un braccio e l’altro è posto un giglio d’oro, simbolo della purezza e del Regno di Francia e, data la sua forma tripartita, allusivo alla Trinità.

 

La colomba rappresenta lo Spirito Santo, durante il periodo delle persecuzioni venne sostituita da una perla, che nella tradizione (non solo cristiana) rappresenta le lacrime. Durante quel periodo gli ugonotti fuggitivi dalla Francia si rifugiarono nelle Valli Valdesi e la croce finì per essere adottata anche da quella comunità come simbolo.

 

Ancora oggi è diffusa come simbolo dei Protestanti (e non solo dei Valdesi), come affermazione di identità.

 

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Inquartato: al primo e il quarto d’oro alla torre d’azzurro aperta del campo, al secondo e al terzo di rosso alla stella a otto raggi d’oro; alla croce di otto punte pomettata di nero caricata in cuore da una colomba discendente d’argento [croce ugonotta o dello Spirito Santo], attraversante sulla partizione”.

Colori dello scudo:
oro, rosso
Partizioni:
inquartato
Oggetti dello stemma:
colomba, croce, croce ugonotta, punta, raggio, stella, torre
Pezze onorevoli dello scudo:
partizione
Attributi araldici:
aperto, attraversante sulla partizione, caricato in cuore, discendente, pomettato

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
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  • sigillo
  • città
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  • motto
  • istituzione nuovo comune