Città di Koper-Capodistria – (KP)
Informazioni
Storia dello stemma e del comune
Il Comune di Capodistria, ufficialmente bilingue: Mestna občina Koper – Comune della Città di Capodistria è l’erede dell’antica città di Egida Capris Iustinopolis o Justinopolis.
La città venne fondata da popolazioni greche come Aegida, successivamente divenne nota coi nomi latini di Capris, Caprea, Capre o Caprista, dai quali deriva il moderno nome sloveno Koper. In seguito, in onore dell’imperatore d’Oriente Giustiniano II, assusne il nome di Justinopoli, il nome Egida Capris Justinopolis rimane in uso fino al X secolo (spesso “ridotto” al solo Justinopolis). Il nome autoctono italiano deriva dalla posizione: Caput Histriae, cioè sulla “Punta dell’Istria”.
Il documento conosciuto più risalente che si conosca con lo stemma cittadino, è un sigillo di cera pendente da una pergamena oggi conservata nell’Archivio di Stato di Vienna, che porta la data del 31 marzo 1321. si tratta di una classica illustrazione “urbana”: una cortina di muro con tre torri, assai comune a molte città della regione come Trieste, Gorizia, Muggia, Grado.
Nel corso del XIV secolo l’autonomia politica di Capo d’Istria cessa e la città entra a far parte de dominio veneziano. È questo il periodo nel quale compare la figura del “sole raggiante”: un primo esempio del 1485 lo si vede a bassorilievo, murato sulla facciata del Fondaco e associato allo stemma del podestà Bernardo Diedo. Un altro lo si trova scolpito sul Palazzo Pretorio con lo stemma di Marino Bonzio, databile 1485.
Nel corso dei XVI secolo la convenzionale figurazione dell’astro solare con raggi alternati retti e sinuosi (simbolici, rispettivamente, di luce e calore) hanno portato ad interpretare la figura come una testa di Medusa, una delle tre Gorgoni, uccisa da Teseo.
L’emblema è quindi di derivazione letteraria, e richiama la mitica fondazione della città, narrata da Girolamo Muzio nel poema “Egida” del 1572, uno “stemma parlante” quindi, con un “capo” (nel senso letterale di “testa”) di particolare valore simbolico. Il gioco di parole è rinforzato con “egida”: che è il nome antico della città, ma che è omofono dello scudo formato da Zeus con la pelle della capra Amaltea, con il quale si difese combattendo i Titani; quando la figlia Atena lo ricevette in dono, ella vi pose al centro la testa di Medusa (il cui sguardo, anche da morta, pietrificava), facendone un’arma invincibile.
Per lungo tempo sembra che i due simboli venissero spesso associati e considerati pressoché equivalenti, solo nel 1668 la testa del mitico mostro compare da sola nel fregio che orna il frontespizio degli “Statuta Justinopolis Metropolis Histrae”. La definitiva, e non immediata, sostituzione avverrà durante il dominio austriaco, quando sembra ormai affermata la testa di Medusa, tra il 1814 e il 1918.
Da questo momento si può blasonare “di verde, alle testa di Medusa d’argento”.
Nel 1918 si recupera la figura del sole d’oro, che verrà mantenuto anche dal governo italiano: “d’azzurro al sole d’oro”, ma comparirà ancora anche la testa della gorgone, solo la Diocesi (unita a quella di Trieste) manterrà la teste di Medusa in campo verde fino alla sua separazione nel 1977. La versione “ufficiale” venne disegnata da Ranieri Cossar, insegnante di disegno nell’Istituto Magistrale, studioso di storia patria, d’arte, folclore e consigliere comunale.
Le attuali armi della città, con il definitivo sole figurato, sono state adottate con decisione consigliare (Odlok o grbu, znaku, zastavi in drugih elementih celostne podobe Mestne občine Koper e pubblicata nella Gazzetta ufficiale locale Uradne objave , 3/98) del 18 gennaio 1997, che viene descritto nel dettaglio come “Sole raggiante di sedici raggi di uguale misura, otto serpeggianti alternati con otto diritti” come parzialmente modificato nella deliberazione Spremembe in dopolnitve odloka o grbu, znaku, zastavi in drugih elementih celostne podobe Mestne občine Koper pubblicato in Uradne objave n.6/98 dell’anno successivo.
Contestualmente è stata deliberata anche la bandiera, che è prescritta a forma di “rettangolo orizzontale“, in proporzione 1:2, di colore azzurro/blu con al centro il simbolo comunale giallo/oro.
Non è prevista (come altrove nel Paese) una bandiera verticale, che viene comunque utilizzata ruotando correttamente l’emblema.
Precedentemente il Comune usava un’altra bandiera: sempre azzurro/blu ma con al centro una figura composta da otto elementi curvi, un’estrema stilizzazione dello stemma storico con la Medusa unito al sole.
Nota di Massimo Ghirardi
Bibliografia
Cherini, Aldo. EMBLEMI ARALDICI DELLA CITTÀ DI CAPODISTRIA. Edito in proprio, ristampa 2011.
Stemma Ridisegnato
Disegnato da: Massimo Ghirardi
Stemma Ufficiale
Logo
Altre immagini
Stemma intermedio che riproduce stilizzati i serpenti del capo della Gorgone.
Disegnato da: Massimo Ghirardi
Stemma intermedio che riproduce stilizzati i serpenti del capo della Gorgone.
Primo stemma in uso dalla città.
Disegnato da: Massimo Ghirardi
Primo stemma in uso dalla città.
Stemma in uso durante il periodo di dominazione fascista.
Disegnato da: Massimo Ghirardi
Stemma in uso durante il periodo di dominazione fascista.
Profilo araldico
raggio, sole
Attributi araldici:
alternato, di uguale misura, diritto, raggiante, serpeggiante
“Drappo di azzurro al sole raggiante di sedici raggi di uguale misura, otto serpeggianti alternati con otto diritti…”
Disegnato da: Massimo Ghirardi
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune