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Info
- Codice Catastale: E349
- Codice Istat: 23040
- CAP: 0
- Numero abitanti: 11559
- Altitudine: 0
- Superficie: 69.92
- Prefisso telefonico: 0
- Distanza capoluogo: 0.0
- Comuni confinanti:
Bovolone, Buttapietra, Erbè, Nogara, Oppeano, Salizzole, Trevenzuolo, Vigasio
- Santo Patrono: san Giacomo il Maggiore
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
In un’ampia porzione boscosa di territorio, un’“isola”, tra i corsi d’acqua del Tartaro e del Piganzo, venne fondato un centro abitato, intorno a una dipendenza benedettina dedicata a Santo Stefano.
Anche se alcuni affermano che il titolo onorifico di “abate”, attribuito al rettore pro tempore della chiesa parrocchiale sia stato concesso solo nel 1672 da papa Clemente X, di certo il parroco don Paolo Dolfino nel 1664 portò il titolo (e le insegne) di “abate”, ed anche, sulla facciata della canonica, dove sono affrescati alcuni stemmi di parroci, lo stemma più antico è quello del don Bartolomeo Cartolari, che fu abate tra il 1450 e il 1468. Sullo stemma appaiono chiaramente le insegne abaziali, ossia la mitra e il pastorale, che fanno ipotizzare che il titolo, probabilmente onorifico, di abate fosse già concesso almeno dalla metà del XV secolo.
Comunque la chiesa avrà come suo emblema tre tife (“typha Latifolia” ad infiorescenze di canne palustri, Tiphae Angustifolia o Tifa Sala, dalle quali si ricavano fibre e materiali) emergenti dalla palude, simbolo del lavoro di bonifica intrapreso (forse) dai monaci.
Nel X secolo la località si denominava Insula Cenensis (“paludosa”) come riportato da un placito del 4 luglio 972: come Insola Azanensis, mentre durante l’epoca comunale, essendo in gran parte feudo dei conti Da Palazzo-Bonifacio di Verona, venne denominata Isola dei Conti, nel XIII secolo con la conquista degli Scaligeri assunse il toponimo di Isola della Scala, ma durante il dominio alla Serenissima Repubblica di Venezia venne (temporaneamente) mutato in Isola di San Marco.
Durante il periodo napoleonico il comune venne soppresso e aggregato a quello di Villafranca.
Lo stemma attuale del Comune, abitualmente rappresentato su uno scudo ovale entro un elaborato cartiglio riprende quello dell’antica abbazia, le tre tife, rappresentate in modo naturalistico, associate alla “scala” dello stemma dell’antica famiglia che ebbe signoria su Verona e sul suo contado (durante il dominio della Serenissima la scale venne temporaneamente eliminata dallo stemma) ed è timbrato dalla corona del rango di conte (in un bozzetto conservato presso l’archivio comunale lo scudo, sannitico, è sormontato da una corona ordinaria da Comune).
Dal XX secolo l’emblema è accompagnato dal motto latino NEC DESCENDERE, NEC MORARI (“ne’ scendere, de’ fermarsi”) con il significato di “andare sempre avanti”.
È gemellato con Eaubonne (Val d’Oise, Francia) e Budenheim (Renania-Palatinato, Germania) dal 1992.
Nota di Massimo Ghirardi