Città di Irsina – (MT)

Informazioni

  • Codice Catastale: E326
  • Codice Istat: 77013
  • CAP: 75022
  • Numero abitanti: 5189
  • Nome abitanti: irsinesi
  • Altitudine: 548
  • Superficie: 262.21
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 47.0

Storia dello stemma e del comune

Irsina è identificata come l’antica Vertina e si può ritenere che il suo nome originario derivi dal latino Mons Lapillosus a causa dei molti sassi. Il nome attuale pare sia stato cambiato per la sgradevolezza del nome precedente, Montepeloso. Viene quindi scelto il nome di Irsina, evocando i popoli Irtini, antichi abitatori del monte Irso e delle terre vicine.

Numerosi reperti archeologici confermano la presenza di uomini nei periodi greco e romano.

Dal Medioevo e fino al 6 febbraio 1895 il nome del paese era Montepeloso.

Fu assediata, nell’895, dai Saraceni che, nel 988, la distrussero; fu ricostruita dal Principe Giovanni II di Salerno e fu contesa tra i Bizantini ed i Normanni.

Il territorio di Irsina è al centro della battaglia di Montepeloso, combattuta il 3 settembre 1041, a breve distanza dalle rive del fiume Bradano.

L’esercito Bizantino, guidato da Augusto Bugiano (Boioannes), si scontra con le forze Normanne comandate da Atenolfo, fratello del Principe di Benevento, che coordina anche i militari Longobardi. I cavalieri sono guidati da Guglielmo d’Altavilla e da Argiro.

I Normanni lanciano la prima carica, mentre i Greci accusano il colpo e cadono a centinaia.

Guglielmo I d’Altavilla è malato, ma lascia la sua tenda e si lancia nella mischia sbaragliando le forze Bizantine e le truppe che provengono dalla Calabria, dalla Sicilia e dalla Macedonia.

Secondo la cronaca di Amato di Montecassino, Tristano, cavaliere al seguito della casata Altavilla nel territorio del Vulture, è il primo Conte normanno di Montepeloso, una delle dodici baronie di cui si compone la Contea di Puglia.

Nel 1059 al Concilio di Melfi I, il Pontefice Niccolò II, eleva la Contea di Puglia a Ducato di Puglia e la affida alla Casata Altavilla. Il secondo signore della città, nel 1068, è Goffredo, conte di Conversano, un nipote di Roberto il Guiscardo.

Nel 1123 il papa Callisto II con una bolla elegge Montepeloso a sede vescovile.

Nel 1132 i cittadini aderiscono alla rivolta contro Ruggero II e Montepeloso diviene feudo di Tancredi di Conversano, conte di Brindisi, ma l’anno successivo Ruggero II la punisce per essersi schierata con i ribelli e la fa radere al suolo.

Nel periodo svevo fu annessa alla contea di Andria e dopo la morte di Federico II divenne un marchesato sotto la signoria di Manfredi.

Nel 1266, dopo la battaglia di Benevento, passò sotto il dominio degli Angioini che la donarono a Pietro di Beaumont conte di Montescaglioso e successivamente a Giovanni di Monfort.

Il 5 gennaio 1309 il Re Carlo II d’Angiò dona a suo genero Bertrando del Balzo, signore di Berre in Provenza, la contea di Montescaglioso di cui Montepeloso faceva parte.

Questo feudo resterà nella famiglia del Balzo fino alla sua confisca da parte degli Aragonesi, a seguito della congiura dei baroni, per entrare nel possesso del re Federico d’Aragona marito di Isabella del Balzo duchessa di Andria.

Nel 1586 venne acquistata dalla ricca famiglia genovese dei Grimaldi e, infine, passò ai Riario Sforza, che furono gli ultimi signori feudali di Montepeloso.

Nel 1799 aderì ai moti repubblicani innalzando l’albero della libertà e diventando cantone del dipartimento del Bradano, amministrato dal commissario governativo Nicola Palomba.

Ben presto questi moti furono soffocati dalle truppe del cardinale Fabrizio Ruffo.

Dopo l’unità d’Italia fu interessata dal fenomeno del brigantaggio.

Durante il ventennio fascista fu sede di confino per esponenti antifascisti.

 

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con Decreto del Presidente della Repubblica n. 2127 del 25 Febbraio 1983 e si blasona: “D’azzurro ad un monte all’italiana di tre vette di verde cimate da cinque spighe d’oro in palo (tre sopra il monte centrale). Ornamenti esteriori da Città”. Il gonfalone è un “Drappo di giallo…”, mentre il titolo di città è stato concesso con DPR del 9 ottobre 2010 e ha comportato il cambio della corona dello stemma. Lo stemma ricorda il nome originario, Monte Peloso, e la produzione agricola del luogo.

 

 

Note di Bruno Fracasso

Liberamente tratte dal sito istituzionale

 

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Giovanni Giovinazzo

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“D’azzurro ad un monte all’italiana di tre vette di verde cimate da cinque spighe d’oro in palo (tre sopra il monte centrale). Ornamenti esteriori da Città”.

Colori dello scudo:
azzurro
Oggetti dello stemma:
monte, spiga
Attributi araldici:
centrale, cimato, posto in palo

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini


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Profilo Araldico


“Drappo di giallo…”

Colori del gonfalone: giallo

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    n. 2127
    concessione
    25 Febbraio 1983

    Decreto Ministeriale (DM)
    riconoscimento
    14 Marzo 1896

    “D’azzurro a tre monti di verde cuciti con cinque piante di frumento, d’oro, nodrite una sul monte e due per ciascuno dei laterali”


    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    9 Ottobre 2007