Comune di Inveruno – (MI)
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Info
- Codice Catastale: E313
- Codice Istat: 15113
- CAP: 0
- Numero abitanti: 8686
- Nome abitanti: inverunesi
- Altitudine: 0
- Superficie: 12.17
- Prefisso telefonico: 0
- Distanza capoluogo: 30.0
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
Insediamento antichissimo, precedente al dominio romano (II secolo a.C.), fu probabilmente abitato da popolazione celtiche, giunte nella regione attraverso le Alpi, come un po’ in tutta la regione. A quel periodo è ascrivibilw la probabile origine etimologica del toponimo: Inveruno deriverebbe infatti dalle parole celtiche Ever e Uno che significano “pianta” di “tasso”, per la diffusione di queste essenze arboree nell’area.
Di Inveruno si fa menzione per la prima volta in un documento scritto risalente all’anno 922 dove si nomina tale Domenico, arciprete della chiesa di Dairago, figlio del defunto Ambrogio di Euruno (cioè Inveruno).
Nel XIII secolo il suo territorio risulta essere in parte sotto la giurisdizione del Capitolo abbaziale di Sant’Ambrogio Milano, del quale era forse dipendente un piccolo priorato locale, e in altra parte sotto il dominio dei nobili Crivelli.
Nel 1518 il re di Francia, Francesco I di Valois, reggente per la Stato di Milano, concesse il territorio di Inveruno ai signori di Arconate, detti poi Arconati, che nella zona possedevano già altri insediamenti rurali.
Quando il Ducato di Milano passò sotto la sovranità degli spagnoli, l’imperatore Carlo V d’Asburgo revocò la concessione agli Arconati e affidò il feudo alla famiglia milanese dei Maggi che ne presero ufficialmente possesso il 28 maggio 1538. Castellano Maggi, il primo feudatario, non avendo avuto eredi, nominò suo erede il nipote Cesare che a sua volta, nel 1559, nominò unica erede sua figlia Ippolita, la quale sposò il marchese Alfonso Gonzaga di Castelgoffredo. Quest’ultimo vendette il feudo di Inveruno già nel 1570 nuovamente alla famiglia Arconati i quali curarono poi nel 1604 il completamento del rifacimento della chiesa parrocchiale fatiscente.
Filippo V di Spagna e nuovo duca di Milano, concesse il feudo d’Inveruno a Giovan Battista Lossetti, capitano di ventura originario di Vogogna che ne prese solennemente possesso il 6 maggio 1652. L’assegnazione ai Lossetti si pose alla fine di una lunga contesa tra gli Arconati e la Regia Camera di Milano dal momento che i primi ritenevano di aver giustamente acquistato il feudo dai Maggi, mentre i secondi ritenevano che tale vendita fosse stata impropria. Alla fine lo Stato ebbe la meglio e gli Arconati si videro riconoscere a malapena la somma spesa anni prima per l’acquisto del feudo. I Lossetti, ad ogni modo, acquistarono dalla Regia Camera il feudo che comprendeva Inveruno, Dairago, Arconate, Buscate, Borsano, Busto Garolfo, Furato, Malvaglio e Villa Cortese. Dal momento che la morsa spagnola si era di molto allentata rispetto agli anni precedenti sulla gestione dei feudi, il Lossetti decise in quello stesso 1652 di rivendere parte dei possedimenti del proprio feudo ad altri notabili: Arconate e Busto Garolfo alla famiglia Arconati, Malvaglio ai Della Croce e Villa Cortese ai Rescalli.
Nel 1717 la linea maschile dei Lossetti si estinse, donna Olimpia Lossetti si sposò con il conte Pietro Antonio Blardoni di Vogogna, che divenne proprietario del feudo inverunese, mantenendolo sino al 1796 quando il governo napoleonico abolì il sistema feudale.
Si alternarono dunque i governi del Ducato di Milano e l’occupazione francese napoleonica la quale, durante la propria reggenza, aggregò Inveruno come frazione al comune di Cuggiono, rimanendovi sino alla Restaurazione.
Dopo il periodo di esistenza del Regno Lombardo-Veneto, finito dopo la definitiva vittoria dei francesi a Magenta, seguì l’avanzata dei piemontesi. Nel 1859 la Lombardia venne così annessa al Regno di Sardegna: Inveruno viene compreso nel circondario di Abbiategrasso della provincia di Milano.
Nel 1870 il Comune di Furato venne soppresso e aggregato a Inveruno.
Lo stemma del Comune è stato concesso con R.D. del 9 dicembre 1941, dove si blasona: «Troncato: nel primo d’argento, a due fasce d’azzurro; nel secondo di rosso al leopardo passante, tenente con la zampa anteriore destra un osso d’argento accompagnato in capo da due stelle d’oro di sei raggi. Ornamenti esteriori da comune.»
Il gonfalone, invece, è stato concesso con D.P.R. del 30 settembre 1955:
«Drappo partito di giallo e di rosso, riccamente ornato di ricami d’argento, caricato dello stemma con la iscrizione centrata in argento, recante la denominazione del Comune. Le parti di metallo ed i cordoni sono argentati. L’asta verticale è ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d’argento.»
La creazione del primo stemma comunale avvenne nel 1910 grazie alla collaborazione con l’editore milanese Antonio Vallardi, titolare di un archivio araldico, che si impegnò a realizzare le ricerche storiche necessarie che motivavano la creazione di una prima proposta di stemma:
«Troncato: nel primo cinque punti d’oro equipollenti e quattro d’azzurro – caricati – in quello d’oro al centro la biscia viscontea – quelli d’azzurro quattro stelle d’oro; nel secondo d’argento alla figura di San Martino.»
Lo stemma attuale, invece, venne completamente rifatto rispetto al precedente,nel 1941, per motivi ad oggi sconosciuti,. Esso appare composto nella parte superiore dall’arma della famiglia Maggi (che fu titolare del feudo di Inveruno dal 1538 al 1570) con le caratteristiche fasciature azzurre e argentee, mentre le stelle e il leopardo passante della parte inferiore sono tratte dallo stemma della famiglia Lossetti.
Nota di Massimo Ghirardi
STEMMA RIDISEGNATO

Fonte: Giovanni Giovinazzo
Disegnato da: Massimo Ghirardi
STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

BLASONATURA
“Troncato: nel primo d’argento, a due fasce d’azzurro; nel secondo di rosso al leopardo passante, tenente con la zampa anteriore destra un osso d’argento accompagnato in capo da due stelle d’oro di sei raggi”
ATTRIBUTI
SMALTI
OGGETTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI
GONFALONE RIDISEGNATO

Fonte: Archivio Centrale dello Stato
Reperito da: Luigi Ferrara
Disegnato da: Bruno Fracasso
GONFALONE UFFICIALE

BLASONATURA
“Drappo partito di giallo e di rosso, riccamente ornato di ricami d’argento, caricato dello stemma con la iscrizione centrata in argento, recante la denominazione del Comune. Le parti di metallo ed i cordoni sono argentati. L’asta verticale è ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d’argento”
COLORI
PARTIZIONI
ALTRE IMMAGINI
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune