Città di Guidonia Montecelio – (RM)
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Info
- Codice Catastale: E263
- Codice Istat: 58047
- CAP: 0
- Numero abitanti: 83736
- Altitudine: 0
- Superficie: 78.84
- Prefisso telefonico: 0
- Distanza capoluogo: 0.0
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
«Il cielo di Guidonia non puoi pensarlo deserto, silenzioso,
cupola vitrea senza incrinature o specchio senza immagini. Stanis Ruinas1, Viaggio per le città di Mussolini |
Il centro storicamente più importante dell’attuale territorio era Monticelli, documentato dal Medioevo come Castrum Monticellorum, che prendeva nome dalle due basse cime sulle quale è posto, i monti Cornicolani. Con RD n. 912 del 23 giugno 1872 il toponimo viene mutato in Montecelio, ritenuta una forma più “dotta” risalente a XVI secolo che sarebbe derivata da Mons Celli, un possedimento dell’antica gens Celia. Secondo la tradizione il paese sarebbe sorto sulle rovine di Corniculum, antica città latina, città natale del re Servio Tullio, conquistata e distrutta da Tarquinio Prisco, poi divenuta luogo di villeggiatura dei Romani (come la vicina Tivoli).
Il 15 dicembre 1935 venne redatto l’atto fondativo del nuovo centro della “Città dell’Aria” che prenderà il nome di Guidonia, presso l’aeroporto militare, che nel toponimo intende onorare il generale dell’Aeronautica Alessandro Guidoni, morto tragicamente il 27 aprile 1928 precipitando durante una prova di lancio con il paracadute nei pressi dell’allora Campo d’Aviazione di Montecelio.
I lavori di costruzione iniziarono il 1 settembre 1936
Con RD di Vittorio Emanuele III del 21 ottobre 1937 viene creato il nuovo Comune di Guidonia Montecelio2, spostando la sede del municipio nella nuova città. Il 31 ottobre Benito Mussolini inaugura il nuovo centro, progettato secondo i canoni di un rigoroso stile razionalista degli architetti Giorgio Calza Bini, Giuseppe Nicolosi e Gino Cancellotti che lo rende, ancora oggi, un interessante esempio di urbanistica dell’epoca.
Lo stemma del Comune di Guidonia Montecelio riprende, in parte, quello che si ritiene essere l’antico stemma di Monticelli: una cornacchia su tre colli, modellata sul’esempio della vicina Palombara Sabina, con la scritta S.P.Q.C., Senatus PopulusQue Corniculanus. La forma dello stemma è stata poi definita grazie alle ricerche di don Piccolini e del Gruppo Archeologico Latino, che hanno portato alla delibera del Consiglio Comunale n°515 del 27 dicembre 1986 dove risulta così blasonato:
«Partito al 1º rosso alla banda d’oro caricata dalle lettere maiuscole S.P.Q.C.; al 2º azzurro ai tre monti di verde, su quello di mezzo più alto e cimato da una cornacchia4 al naturale rivolta a destra. Lo stemma è cimato dalla corona turrita del comune ».
La descrizione non è coerente però con la figurazione dello stemma che compare sul gonfalone e con le versioni in uso. In tutte le versioni i due campi risultano invertiti, i monti sono talvolta di verde, talaltra d’argento.
Alla luce della concessione del titolo di “città” concesso al Comune dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con DPR del 4 aprile 2011, con la motivazione: «in quanto essa risulta essere un ammirevole esempio di città di fondazione del periodo architettonico razionalista […]» facendo seguito alla richiesta presentata dalla Giunta nel 2007, in occasione del 70º anniversario di fondazione, di può blasonare:
«Partito: nel PRIMO di azzurro al monte di tre colli di verde, cimato da una cornacchia alias: corvo] al naturale rivoltata; nel SECONDO di rosso alla banda d’oro caricata dalle lettere maiuscole, di nero, S.P.Q.C. Ornamenti esteriori da città».
L’acronimo SPQC richiama il motto Senatus PopulusQue Corniculanus che, modellato sul ben più noto SPQR di Roma, si riferisce “al popolo e al senato di Corniculum”, l’antica città romana che prende nome dai corvi5” e che spiega l’adozione della figura della cornacchia (ritenuta una variante del corvo).
Nota di Massimo Ghirardi
(1): pseudonimo dello scrittore e giornalista sardo Giovanni Antonio De Rosas (1899 –1984).
(2): fu grazie alle insistenze del parroco di Montecelio, Don Celestino (al secolo Agostino) Piccolini, storico ed archeologo di fama, se venne accodato al nuovo toponimo il vecchio.
(3): La prima descrizione dello stemma la fornisce lo storico locale Angelo Picchetti (1595-1668) che lo reputa antico di secoli.
(4): nello stemma ufficiale il volatile ha il becco giallo/oro, che lo identificherebbe come “corvo”.
(5): si tratta di un gioco di parole: il latino corniculanus può essere tradotto come “dei corvi”, o “delle corna” (intese come punte/cime).
Bibliografia:
AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA. Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997, pp. 381-382.
Provincia di Roma/ Amarilli Marcovecchio (a cura di). STEMMI. Linea Editrice, Roma s.d., p.67-97.
STEMMA RIDISEGNATO

Fonte: Giovanni Giovinazzo
Disegnato da: Massimo Ghirardi
STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

BLASONATURA
“Partito: nel PRIMO di azzurro ai tre monti di verde, quello di mezzo piu’ alto e cimato da una cornacchia al naturale rivoltata; nel SECONDO di rosso alla banda d’oro caricata dalle lettere maiuscole, di nero, S.P.Q.C. Ornamenti esteriori da citta’”
SMALTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI
Stemma come da descrizione, differisce da quello in uso per le partizioni e le figurazioni.

Stemma utilizzato sul gonfalone, ma difforme sia rispetto a quello in uso sia rispetto a quello ufficiale.

GONFALONE RIDISEGNATO

Fonte: Giovanni Giovinazzo
Reperito da: Luigi Ferrara
Disegnato da: Bruno Fracasso
GONFALONE UFFICIALE

BANDIERA RIDISEGNATA

Fonte: Roberto Breschi
Disegnato da: Bruno Fracasso
BANDIERA UFFICIALE

BLASONATURA
“Drappo interzato in palo di azzurro, di giallo e di rosso, allo stemma comunale centrato…”
ALTRE IMMAGINI
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune