Comune di Forza d’Agrò – (ME)
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Info
- Codice Catastale: D733
- Codice Istat: 83024
- CAP: 0
- Numero abitanti: 922
- Altitudine: 0
- Superficie: 11.18
- Prefisso telefonico: 0
- Distanza capoluogo: 0.0
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
Lo stemma del Comune di Forza d’Agrò si può blasonare: “D’azzurro a due leoni contro rampanti, coronati con corona all’antica di cinque punte, il tutto d’oro”.
L’emblema vuole richiamare la “forza” del toponimo, attraverso la figura di due possenti leoni che si affrontano, simboleggianti anche la “doppia identità storica” del centro, formato da un primitivo insediamento antico e quello attuale del paese.
Un primo centro abitato risale al X secolo (ma forse erede di un antichissimo centro greco-siculo), indicato come Vicum Agrillae, che nel 1116 è documentato solo come Agrilla, quando il re Ruggero II d’Altavilla lo assegna in feudo, assieme al castello, alla locale abbazia dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò (dal greco “Agròs”: campo; oppure “Arghennon akron” (Promontorio d’Argento): denominazione greca del Capo di Sant’Alessio.
Fino al periodo della dominazione araba dell’Emirato di Sicilia dei secoli XII e XIII, il villaggio si trovava in una collocazione diversa, presso l’attuale contrada Casale, nella parte occidentale del monte Calvario, ma venne distrutto da una frana nel 1300, quindi riedificato in posizione più sicura, in contrada Magghia presso la torre avamposto di guardia del castello (“guardiola”), dove si trova ancora oggi (dell’antico centro abitato rimangono i resti della chiesa di San Michele Arcangelo).
L’amministrazione del villaggio era affidata due magistrati detti “Giurati” (perché giuravano fedeltà all’abate) che duravano in carica un anno e venivano sorteggiati estraendo i nomi da una lista di persone gradite all’abate. Uno era lo Judice, che amministrava la giustizia nel villaggio, l’altro il Capitano Giustiziere (o di Giustizia) che amministrava l’ordine pubblico con l’aiuto di un Baglivo (Balivo) che aveva poteri di polizia campestre, oltra ad altri funzionari che componevano la commissione dei Deputati che si occupava dell’amministrazione spicciola, tra cui la manutenzione e la cura del castello, costruito per la difesa del territorio e che ha determinato il toponimo attuale; attraverso “Fortia”, cioè “fortilizio”, dai cui “Fortilicium de Agrò”.
Gli abitanti di Forza d’Agrò erano obbligati a coltivare i campi dell’abbazia e a donare ai monaci, nei giorni di Natale e Pasqua due galline e una capra.
Nel 1302, il territorio passa sotto la giurisdizione dello Strategoto Messinese ed è inclusa nella comarca di Taormina. Nel XV secolo, Forza d’Agrò conosce un periodo di grande espansione edilizia, vengono costruiti il Duomo della Santissima Annunziata e la Chiesa della Triade (o della Trinità), il territorio è governato da un feudatario locale.
Nei primi mesi del 1649 il paese venne pesantemente danneggiato da un sisma che provocò, tra l’altro, il crollo della quattrocentesca chiesa Madre della Santissima Annunziata, la quale venne però riedificata poco dopo.
In occasione della Rivolta antispagnola di Messina del 1674-1678, Forza d’Agrò rimase fedele al re Carlo II di Spagna e per rappresaglia, nel 1676 venne occupata dai francesi che la privarono dei numerosi privilegi attribuiti fin dal XII secolo da Ruggero II, e assoggettando Forza alla dipendenza militare di Savoca. Domata la rivolta, nel 1678, venne ripristinata la situazione politica antecedente al 1676.
Un ulteriore forte terremoto nel 1693 danneggiò il villaggio e lesionò la nuova chiesa Madre che era stata appena riedificata.
La Costituzione siciliana del 1812 abolì il feudalesimo nel Regno di Sicilia; nel 1817 il comune di Forza d’Agrò fu inserito nel Circondario di Savoca, facente parte del Distretto di Castroreale. Nel 1860, con l’Unità d’Italia, soppressi i distretti e i circondari borbonici, la municipalità forzese fu inserita nel mandamento di Santa Teresa di Riva. Nel 1948 la frazione rivierasca di Sant’Alessio si staccò dal comune di Forza d’Agrò diventando comune autonomo col nome di Sant’Alessio Siculo.
Nota di Massimo Ghirardi
STEMMA RIDISEGNATO

Fonte: Giovanni Giovinazzo
Disegnato da: Massimo Ghirardi
STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

BLASONATURA
“D’azzurro a due leoni contro rampanti, coronati con corona all’antica di cinque punte, il tutto d’oro”.
ATTRIBUTI
SMALTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI
GONFALONE RIDISEGNATO

Fonte: Giovanni Giovinazzo
Disegnato da: Bruno Fracasso
GONFALONE UFFICIALE

BLASONATURA
“Drappo di azzurro…”
COLORI
ALTRE IMMAGINI
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune