Comune di Fontainebleau – (77)

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Fontainebleau è una città del dipartimento della Seine-et-Marne, nella regione parigina dell’Île-de-France.

 

Il toponimo è attestato come Fons Bleaudi (“la fonte di Bleaud” formato dal medievale “fons”, fonte/sorgente/ruscello, e dal personale germanico Blitwald) nel XII secolo. Poi mutato in Fons BliaudiFons Blaadi , Fontem Blahaud en 1137, quindi Fontaine Belle Eau nel XVI,  Fontainebleau dal 1630, alcuni “eruditi” hanno utilizzato la forma latineggiante Fons Bellaqueus nel xviie siècle, che ha originato il nome di Bellifontains degli abitanti.

 

Luigi VII possedeva il territorio come riserva di caccia, con una cappella e un piccolo edificio che Luigi IX (il Santo) fece trasformare in padiglione regale con ospitale, i re amava molto questo luogo che chiamava “mes déserts”( ‘i miei deserti’); nel 1268 vi nacque Filippo “il Bello” (e vi morì nel 1314).

 

Solo nel 1528 re Francesco I Valois, di ritorno dalla prigionia in Spagna dopo la disfatta di Pavia (1525) decise di costruirvi un grande castello ispirato ai palazzi rinascimentali italiani. Grazie ai cantieri, e ai ripetuti soggiorni della corte , la città ebbe un rapido sviluppo e si rese indipendente dal comune di Avon, dal quale dipendeva.

 

Il 18 ottobre 1685 Luigi XIV vi firmò l’Editto che revocava le libertà religiose del precedente editto “di Nantes” di Enrico IV; mentre nel 1725 Luigi XV vi celebrò le proprie nozze.

 

Dopo il periodo rivoluzionario, che non causò particolari danni né all’abitato né al castello, per spregio al passato monarchico, si mutò il nome della città: inizialmente venne imposto Fontaine-la-Montagne e successivamente il contrastante Fontaine-le-Vallon.

 

Napoleone I vi si installò e lo fece rinnovare; assieme a Saint-Cloud era une delle sue residenze preferite.

 

Il 20 giugno 1812 vi venne “ospitato” (a forza, e senza farlo uscire mai dal suo appartamento) papa Pio VII per diciannove mesi, dopo che venne segretamente “prelevato” dal vescovado di Savona dove si era rifugiato.

 

Il 20 aprile 1814 Napoleone, poco prima della sua prima abdicazione, fece “i suoi addii” alla Guardia (i celebri grognards) nella Corte del Cavallo Bianco, che venne ridenominata “Corte degli Addii”.

 

 

Con decreto del 25 giugno 1864, dato al palazzo di Saint-Cloud (il 20 agosto), l’imperatore Napoleone III concesse alla città di Fontainebleau le armi araldiche secondo il blasone: Coupé: au premier, d’or, à l’aigle de sable. Au deuxième, d’argent, à la salamandre enflammée de gueules. Sur le tout, à la fasce d’azur, chargée d’une rivière ondée, d’argent , franc quartier à dextre, d’azur à l’N d’or surmontée d’une étoile rayonnante. L’écusson est sommé d’une couronne murale à cinq créneaux d’argent pour cimier, portant sur son bandeau un double F d’or. Le bandeau est traversé d’un caducée contourné d’argent, auquel sont suspendues deux guirlandes. L’une est à dextre, d’olivier, l’autre à senestre, de chêne aussi d’argent, nouées et attachées par des bandelettes d’azur” (Troncato: al primo, d’oro, all’aquila di nero. Al secondo, d’argento, alla salamandra infiammata di rosso. Sul tutto, alla fascia d’azzurro, caricata da un fiume ondato, d’argento, [al] franco quartiere a destra, d’azzurro alla N d’oro sormontata da una stella raggiante. Lo scudo è cimato da una corona murale a cinque merli d’argento per cimiero, portante sul suo margine una doppia F d’oro. Il margine è attraversato da un caduceo rivoltato d’argento, al quale sono sospese due ghirlande. L’una a destra, d’olivo, l’altra a sinistra, di quercia, pure d’argento, annodate e attaccate con due nastri d’azzurro).

 

Gli araldisti del Secondo Impero conservarono quindi alcuni elementi dell’araldica regale antica: in particolare la salamandra di Francesco I e la “Doppia F” che diventa in questo caso di forma simile ad una croce in Tau. La fascia ondata si riferisce al nome della città.

Attualmente si può usare il blasone (alias) semplificato: Coupé: au 1er d’or à l’aigle impériale de sable; au 2e d’argent à la salamandre sur sa patience de gueules; à la fasce d’azur chargée d’une jumelle ondée d’argent brochant sur le coupé; au franc canton d’azur à la lettre capitale N d’or surmontée d’une étoile rayonnante du même”.

In italiano corrispondente a: “Troncato: il primo d’oro all’aquila imperiale di nero; il secondo d’argento alla salamandra infiammata di rosso; alla fascia d’azzurro caricata da una gemella ondata d’argento sulla linea di partizione; al canton franco d’azzurro carico della lettera capitale N d’oro sormontata da una stella raggiante dello stesso”.

 

Nota di Massimo Ghirardi

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“Troncato: il primo d’oro all’aquila imperiale di nero; il secondo d’argento alla salamandra infiammata di rosso; alla fascia d’azzurro caricata da una gemella ondata d’argento sulla linea di partizione; al canton franco d’azzurro caricato della lettera capitale N d’oro sormontata da una stella raggiante dello stesso”.

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