Comune di Fiano – (TO)

Informazioni

  • Codice Catastale: D562
  • Codice Istat: 1104
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 2744
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 12.19
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Fiano deriva il suo nome dal proprietario del fundus, un certo Fillius.

Conserverà la sua fisionomia agraria anche nel medioevo durante il quale era una curtis appartenente ai vescovi di Torino, cui la confermò, nel 1159, Federico Barbarossa.

Il marchese Guglielmo VII di Monferrato si impadronì anche di Fiano, intorno al 1280, e, probabilmente, costruì anche il castello che passò poi ai principi d’Acaia.

Fiano si trovava sull’antica strada che collegava la valle di Susa con il Canavese e il Vercellese. Il passaggio dei traffici favorì lo sviluppo del «borgo», un insediamento accentrato e difeso da mura. Dal pedaggio proveniva la principale entrata in denaro della castellania, mentre quelle in natura consistevano di avena sia da sola che mista a frumento, vino e poca canapa.

Gli abitanti erano obbligati a servirsi dei due mulini bannali, situati lungo la Ceronda: la quarta parte dei guadagni spettava al mugnaio, il resto veniva diviso in parti uguali tra il principe d’Acaia ed i visconti di Baratonia; vi era anche un battitoio per la canapa, i cui redditi erano distribuiti allo stesso modo.

Nel 1356, con la vittoria di Amedeo VI su Giacomo d’Acaia, Fiano passò ai Savoia. Tre anni dopo lo stesso «Conte Verde» confermò il feudo a Filippo Borgesio, nobile torinese, che poi lo vendette nel 1376, per 5.750 fiorini, a Guglielmo Arcour, un notaio di Lanzo di origine canavesana.

Pur assumendo il titolo di visconti di Baratonia, gli Arcour continuarono a risiedere nel castello di Fiano.

Dopo averne già ceduto alcune quote tra ’600 e ’700, nel 1862 gli Arcour, divenuti una delle principali famiglie della nobiltà torinese, vendettero i possedimenti di Fiano a Vittorio Emanuele II, che a sua volta donò il castello al Comune.

L’edificio fu così parzialmente restaurato per ospitare uffici e scuole.

 

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con D.P.R. n. 2087 in data 25 febbraio 1983. Il gonfalone riprende il colore azzurro della croce che inquarta lo stemma.

 

 

Note di Bruno Fracasso

Si ringrazia il prof. Chiarle per le indicazioni

Stemma Ridisegnato


Fonte: Giancarlo Scarpitta

Reperito da: Anna Bertola

Disegnato da: Bruno Fracasso

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Inquartato ad una croce di azzurro: a) d’oro ad un castello di rosso fondato sulla campagna di verde; b) di verde ad una cometa d’oro in sbarra; c) di rosso alla lettera F in carattere d’oro; d) d’argento ad una quercia al naturale radicata sulla campagna di verde. Ornamenti esteriori da Comune”.

Colori dello scudo:
argento, oro, rosso, verde
Partizioni:
inquartato
Oggetti dello stemma:
campagna, carattere, castello, cometa, croce, lettera, quercia
Attributi araldici:
fondato, in sbarra, radicato

Gonfalone ridisegnato


Fonte: Giancarlo Scarpitta

Reperito da: Luigi Ferrara

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo di azzurro…”

Colori del gonfalone: azzurro

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    2087
    concessione
    25 Febbraio 1983