Comune di Felino – (PR)

Informazioni

  • Codice Catastale: D526
  • Codice Istat: 34013
  • CAP: 43035
  • Numero abitanti: 8546
  • Nome abitanti: felinesi
  • Altitudine: 187
  • Superficie: 38.31
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 16.0

Storia dello stemma e del comune

È documentato come CORTE FELLINO in epoca carolingia, come posto di controllo all’imbocco della Valle del torrente Baganza (tributario del Parma).

La tradizione vuole che il toponimo derivi dal latino “figulinus”, cioè dal nome del modellatore di immagini di terracotta, ricavata dalle cave argillose del territorio.

Nel 1186 Federico Barbarossa, residente a Pavia, investe di questo territorio Guido De’ Ruggieri. L’ultima discendente dei Ruggeri sposa nel 1350 un membro della famiglia dei conti Rossi di San Secondo.

Nel 1483 inimicatisi Ludovico il Moro di Milano, i Rossi perdono il castello di Felino, che il signore di Milano fa smantellare.

Nel 1499 il re di Francia vende il feudo al principe francese Pierre de Rohan.

Nel 1502 i Rohan lo vendono a loro volta ai principi Pallavicino.

Nel 1540 Luisa Pallavicino sposa uno Sforza di Santa Fiora, la cui famiglia si impossessa dei beni di Felino.

Nel 1600 il cardinale Francesco Sforza vende il feudo a Cosimo Masi, ma la famiglia si vede confiscato il patrimonio da Ranuccio I Farnese, Duca di Parma, che condanna la famiglia a morte per la nota (e mai provata) “Congiure dei Feudatari” del 1611.

Successivamente il castello e il feudo passano al conte Gerolamo da Rho, al Marchese Giacomo Gaufridi, ai marchesi Lampugnani, per pervenire nel 1764 al ministro Léon Guillaume du Tillot segretario di Stato di Don Filippo Di Borbone, Duca di Parma e Piacenza, che lo crea Marchese di Felino (celebre la sue frase dove si definisce “marchese di un paese di salsicce”).

Caduto in disgrazia il ministro francese presso la Corte, all’ascesa al trono ducale di Don Ferdinando di Borbone (figlio di Filippo), il feudo viene incamerato e in seguito permutato con la Mensa Vescovile di Parma, per ottenere il feudo di Mezzani lungo il Po.

I vescovi di Parma restano proprietari del castello fino al 1935, per poi alienarlo alla famiglia Brian.

Lo stemma comunale precedente l’attuale, in uso fino al 2007, era piuttosto complesso: vi si riconoscevano però l’arme dei Lampugnani (fascia scaccata, o “plintata” nera e argento), dei Pallavicino (cinque “punti equipollenti” di rosso e argento); e, nel campo inferiore, una torre rossa (allusione sia all’autonomia comunale che all’antico castello dei Rossi) e un leone tenente una rosa rossa (noto emblema degli Sforza di Santa Fiora).

Il vecchio stemma riprodotto ancora oggi a bassorilievo sul balcone del Municipio, in piazza Miodini, e nella fontana commemorativa presso l’ex staziona tranviaria, presenta una corona irregolare d’oro gemmata, derivata dalla corona civica (che nello Statuto era nominata “d’oro con cinque torri”) in uso fino al 1935. [Per coerenza nell’illustrazione che abbiamo eseguito l’abbiamo sostituita con quella regolamentare dei Comuni Italiani secondo la legislazione vigente all’epoca].

Blasone vecchio (nostro): “D’azzurro, caricato a destra di una torre di rosso, aperta del campo finestrata di nero e merlata di due alla ghibellina, a destre di un leone tenente con le branche una rosa, il tutto al naturale; al capo di cinque punti di rosso equipollenti a quattro d’argento [Pallavicino], il tutto abbassato sotto un capo d’argento alla banda plintata in bande di nero e d’argento composte dell’uno all’altro [alias banda scaccata d’argento e d’azzurro, Lampugnani]”.

Il nuovo stemma in uso, concesso dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con Decreto del 2 marzo 2007, semplifica la composizione precedente in modo un po’ convenzionale (ma tecnicamente più corretto del precedente), mantenendo gli emblemi Pallavicino e Lampugnani abbinati alla torre, che richiama realisticamente una di quelle del castello di Felino caratterizzate, secondo lo stile dei castelli padani, da caditoie, beccatelli e merlatura “ghibellina” coperta da un tetto in tegole.

L’emblema Sforza-Santa Fiora è stato eliminato dall’Ufficio Araldico presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri “stante la assenza di Felino nella pur ricca titolatura della famiglia (ben quattordici feudi: vedasi Elenco Ufficiale della Nobiltà Italiana – Roma 1934 – p. 803)”. Blasone: “Partito semitroncato: il primo, d’azzurro, alla torre d’oro, murata di nero, coperta di rosso, finestrata di sei, di nero, cinque in fascia sotto il tetto, una nel corpo della torre, chiusa dello stesso, fondata sulla pianura di verde; il secondo, cinque punti di argento equipollenti a quattro di rosso; il terzo, di rosso, alla banda scaccata d’argento e di azzurro di due file e di ventidue pezzi. Ornamenti esteriori da Comune.” Gonfalone: “Drappo partito di rosso e di azzurro, riccamente ornato di ricami d’argento e caricato dallo stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in argento, recante la denominazione del Comune. Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L’asta verticale sarà ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d’argento.”

 

Note di Massimo Ghirardi

Si ringrazia Luisella Bosi per la gentile collaborazione.

 

Bibliografia:

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997.

AA.VV. STEMMI delle Province e dei Comuni dell’ Emilia Romagna, a cura del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna. Editrice Compositori, Bologna 2003. Balletti (Andrea).

STORIA DI REGGIO NELL’EMILIA. Bonsignori, Roma 1993 (rist. anastatica dell’originale del 1925). Romolotti (Giuseppe) a cura di.

STORIA E GUIDA AI COMUNI EMILIANI. Il Quadrato, Milano 1972.

Stemma Ridisegnato


Reperito da: Luisella Bosi

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


Altre immagini





Profilo araldico


“Partito semitroncato: il primo, d’azzurro, alla torre d’oro, murata di nero, coperta di rosso, finestrata di sei, di nero, cinque in fascia sotto il tetto, una nel corpo della torre, chiusa dello stesso, fondata sulla pianura di verde; il secondo, cinque punti di argento equipollenti a quattro di rosso; il terzo, di rosso, alla banda scaccata d’argento e di azzurro di due file e di ventidue pezzi. Ornamenti esteriori da Comune.”

Colori dello scudo:
argento, azzurro, rosso
Oggetti dello stemma:
corpo, fila, pezzo, pianura, tetto, torre
Pezze onorevoli dello scudo:
banda scaccata, punti
Attributi araldici:
chiuso, coperto, equipollente, finestrato, fondato, in fascia, murato

Gonfalone ridisegnato


Reperito da: Luigi Ferrara

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini


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Profilo Araldico


“Drappo partito di rosso e di azzurro, riccamente ornato di ricami d’argento e caricato dallo stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in argento, recante la denominazione del Comune. Le aprti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L’asta verticale sarà ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d’argento.”

Colori del gonfalone: azzurro, rosso
Profilo Araldico

“Drappo partito di rosso e di azzurro caricato al centro dello stemma comunale…”

bandiera ridisegnata

Disegnato da: Massimo Ghirardi

bandiera Ufficiale
no bandiera
Altre Immagini


LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    2 Marzo 2007