Comune di Corniglio – (PR)

Informazioni

  • Codice Catastale: D026
  • Codice Istat: 34012
  • CAP: 43021
  • Numero abitanti: 2071
  • Nome abitanti: cornigliesi
  • Altitudine: 701
  • Superficie: 166.09
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 50.0

Storia dello stemma e del comune

Lo stemma araldico attualmente in uso da parte del Comune di Corniglio è stato riconosciuto dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro il 16 novembre 1994 ed è così descritto: “d’azzurro, ai due ceri di rosso, infiammati al naturale, sostenuti da tondini d’argento, sormontati da tre corone comitali, d’oro con perle al naturale, intrecciate, le corone laterali parzialmente celate da quella centrale, più grande. Ornamenti esteriori di Comune”.

Stemma dei Rossi di San Secondo

La figura riprende una delle imprese personali di Pier Maria Rossi, che concesse alla comunità di Corniglio dopo che questa contea ritornò in suo possesso alla metà del XV secolo, in un campo azzurro egli pose, quale elemento “parlante” e alludente all’agnome del casato, due ceri rossi ardenti, simbolo di fede e speranza, sormontati da tre corone comitali concatenate, emblematiche delle contee di Berceto (dove era nato nel 1413), di Corniglio e del marchesato di San Secondo. L’impresa delle tre corone, in una elegante composizione quattrocentesca, è visibile insieme ad altre nella “camera d’oro” del castello di Torrechiara.

Precedentemente il Comune alzava uno scudo diverso, pure concesso con Decreto del Presidente della Repubblica del 27 giugno 1962, così blasonato: “D’argento, al fortilizio di rosso di due torrioni aperto e finestrato, murato di nero e sostenente un’aquila al naturale dal volo abbassato”. Che era riportato sul gonfalone precedente, un drappo partito di rosso e bianco (e a sua volta concesso ) ma, curiosamente, privo dell’aquila tra le due torri. I colori del drappo del vecchio gonfalone sono gli stessi di quello nuovo.

In questo stemma il castello, alludente a quello effettivamente esistente, sarebbe sormontato – secondo la tradizione – dall’aquila imperiale, per via della presunta fondazione romana dell’abitato che, si vuole derivato dal latino Cornilius, a sua volta legato al nome del console Tito Cornelio Balbo, leggendario fondatore della vicina Tizzano.

Il castello, e le sede plebana (con la chiesa dell’Assunzione di Maria), sono ricordati nel diploma del re Arnolfo del 17 aprile 894, col quale il re li cede al vescovo di Parma Viboldo (Wibodo).

Stemma apocrifo del vescovo Wibodo

L’imperatore Corrado il Salico ne confermò la giurisdizione ai vescovi parmensi nel 1027, i quali però dovettero ben presto combattere contro il Comune di Parma per la supremazia sul Contado. L’instabilità politica favorì la conquista di Cornilio da parta di Manuello di Vallisnera, alleato degli Estensi. Il Comune di Parma allora lo sconfisse e lo scacciò e, a scanso di successivi pericoli, distrusse il castello.

 

Stemma del vescovo Martino da Colorno

I vescovi però lo fecero ricostruire, dato che nel 1239 il vescovo Martino da Colorno vi si poté rifugiare per sfuggire alle armate di Ludovico il Bavaro, scomunicato e scismatico, che voleva reimporre il suo dominio sull’Italia.

Il vescovo Ugolino Rossi, in conflitto con Mastino della scala (nel 1336 signore di Parma), fu costretto a fuggire a Padova e la sua famiglia, che governava Corniglio in nome del vescovo, fu attaccata da Simone da Correggio, scacciata e i suoi beni confiscati. Con la pace del 4 gennaio 1339 il vescovo Rossi si vide restituire tutti i territori che, per tutelarsi e con l’approvazione di papa Innocenzo VI, cedette in perpetuo le rendite e il possesso di Corniglio, Roccaprebalza e Roccaferrara al nipote Bertrando Rossi creandolo primo conte di Corniglio nel 1350.

Papa Bonifacio IX ne riconobbe la signoria ai figli Pier Maria e Giacomo nel 1400. Pier Maria fu il secondo conte (il padre era morto nel 1396) e Giacomo nominato vescovo.

I Terzi, grandi nemici dei Rossi, nel XV secolo ebbero sul territorio di Parma un dominio assoluto: il 9 dicembre 1408 occuparono Corniglio, con il sostegno della popolazione, ma per breve tempo.

Pier Maria II succedette al padre nel 1438, che si fece riconoscere da Francesco Sforza nel 1449 conte di Corniglio, di Berceto, di San Secondo (il loro feudo principale, del quale adottarono il predicato) e altre terre, in cambio di ingenti somme di denaro.

Il figlio Bernardo, vescovo di Cremona, ricevette tutto in eredità nel 1464, e lo passò al nipote Guido Maria. Questi però si ribellò al Duca di Milano e fu costretto all’esilio dai Fieschi di Calestano nel 1482.

Corniglio passò quindi a Pier Francesco Visconti, quindi a Galeazzo Pallavicino. Tornò ai Rossi nel 1521, che nel frattempo si erano riappacificati con il Duca di Milano. Il figlio di Guido, Filippo Maria restaurò il castello e lo trasmise a Marsiglio e Camillo.

Nel 1570 morto Camillo Rossi senza eredi legittimi, il figlio legittimato Filippo Maria che nel 1588 giurò fedeltà ad Alessandro Farnese, Duca di Parma.

Stemma della famiglia Farnese

Nel 1594 il feudo di Corniglio fu di Ranuccio I Farnese, ed entrò nei territori della corona ducale parmense, alla quale rimase fino al 1805, allorché l’Amministrazione Napoleonica soppresse i feudi.

Maria Luigia d’Austria, Duchessa di Parma, cedette il castello al Comune di Corniglio il 22 febbraio 1820, che vi trasferì la propria sede.

Nota di Massimo Ghirardi e Alessandro Savorelli

 

 

Bibliografia:

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997.

AA.VV. STEMMI delle Province e dei Comuni dell’ Emilia Romagna, a cura del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna. Editrice Compositori, Bologna 2003.

Pellegri (Marco). UN FEUDATARIO SOTTO L’INSEGNA DEL LEONE RAMPANTE. Pier Maria Rossi 1413-1482. Silva, Parma 1996.

Romolotti (Giuseppe) a cura di. STORIA E GUIDA AI COMUNI EMILIANI. Il Quadrato, Milano 1972

 

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


Altre immagini









Profilo araldico


“Di azzurro, ai due ceri di rosso, infiammati al naturale, sostenuti da tondini di argento, sormontati da tre corone comitali, d’oro, con le perle al naturale, intrecciate, le corone laterali parzialmente celate da quella centrale, più grande. Ornamenti esteriori da Comune”.

Colori dello scudo:
azzurro
Oggetti dello stemma:
cero, corona comitale, perla, tondino
Attributi araldici:
centrale, infiammato, intrecciato, laterale, parzialmente celato, più grande, sormontato, sostenuto

Gonfalone ridisegnato


Reperito da: Luigi Ferrara

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini



Profilo Araldico


“Drappo partito di rosso e di bianco, riccamente ornato di ricami di argento e caricato dello stemma sopra descritto con l’iscrizione centrale in argento, recante la denominazione del Comune”.

Colori del gonfalone: bianco, rosso
Partizioni del gonfalone: partito

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    16 Novembre 1994

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    17 Ottobre 1961