Comune di Charleville-Mézières – (08)

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Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Charleville-Mézières è una città del Dipartimento delle Ardennes, nella Regione Champagne-Ardennes.

Il toponimo attuale deriva dalla fusione nel 1966 dei territori di Charleville e di Mézières.

 

I più antichi insediamenti della zona furono ARCHES, località gallo-romana, e CASTRICUM (poi Castrice), quest’ultima sorta sulla collina presso l’ansa della Mosa (Meuse) lungo la via che collegava Reims (Durocortorum) a Colonia (Colonia Agrippinensium, oggi Khöln, in Germania). La città venne distrutta da un incendio nel X secolo, dalle sue rovine il conte Erlebade ricavò una cittadella che prese il nome da MACERIÆ (“rovine”) dalla quale deriva il toponimo di Mézières.

 

Il 6 maggio 1606, giorno del suo 26° compleanno, Carlo III di Gonzaga duca di Nevers e di Rethel decide di creare una nuova capitale per il suo Ducato d’Arches, Principato Sovrano del Sacro Romano Impero, comprendente il Ducato di Rethel e la contea imperiale di Castrice. Il luogo prescelto, la borgata di Arches, si trova a circa 45 km a nord della capitale antica, Rethel, presso un doppio meandro della Mosa controllato a sud, dalla cittadella di Mézières e, a nord, da quella di Castrice.

 

Carlo chiama a progettare la nuova città l’architetto Clément II Métezeau, fratello del più celebre Louis (autore della Place Royale di Parigi, attuale Place de Vosges) che realizza una città-modello utilizzando l’ardesia blu, le pietre da taglio giallo-ocra e milioni di mattoni rossi (i tre colori della bandiera cittadina) che contribuiranno a renderla una delle città più importanti delle Ardenne e, formalmente dal 1608, capitale del Principato.

 

Nel 1611 Carlo acquista, dal principe di Conti, il monte Castelet, una modesta collina di fronte a Charleville e sede dell’antico villaggio gallico di Castrice, lo rinomina Monte Olimpo (Mont Olympe) e ne fa, inizialmente, il simbolo della città. Dopo la distruzione da parte del re di Francia della cittadella nel 1686 (e delle altre fortificazioni della città) su questo rilievo sorge il villaggio di Montcy-Saint-Pierre.

 

Nel 1627, a seguito dell’estinzione del ramo principale dei Gonzaga duchi di Mantova, Carlo III ne rivendica il trono, parte per l’Italia e non farà più ritorno alla sede ducale di Charleville, i cui lavori sono interrotti e mai più ripresi.

 

Il successore Ferdinando-Carlo poco si interessa della città, alla sua morte nel 1708 il Principato viene unito alla Francia e ceduto a Henri-Jules de Bourbon, principe di Condé.

 

Nel 1965 Mézières si fonde con Le Theux, seguiti nel 1966 da Charleville, Etion, Montcy-Saint-Pierre e Mohon per formare l’attuale Charleville-Mézières.

 

Ognuno di questi centri aveva un suo stemma, quelli dei due dei centri principali andranno a formare l’attuale.

 

Charleville portava (adottate da Carlo di Gonzaga nel 1613) le armi del Principato d’Arches:D’azur au dextrochère de carnation mouvant du flanc senestre d’une nuée d’argent, armé d’une épée haute d’argent à la garde d’or, entre deux rameaux, l’un à dextre de palmier, l’autre à senestre d’olivier, de sinople, la pointe de l’épée surmontée d’un soleil d’or”. (“D’azzurro, al destrocherio di carnagione movente dal fianco sinistro da una nube d’argento, armato d’una spada alta d’argento guarnita d’oro, tra due rami, uno di palma a destra, l’altro d’olivo a sinistra, di verde, la punta della spada sormontata da un sole d’oro”).

Il sole richiama il Ducato di Nevers, signori d’Arches da XII secolo, e compare sulla corona ducale di quella signoria. La spada si collega alla difesa dei valori del Cattolicesimo contro i calvinisti dei Paesi Bassi, allude anche alla industria delle armi impiantata da Carlo III, mentre l’olivo e la palma simboleggiano la difesa della “pace” [e della “Religione”] a costo del “martirio”, la mano di Dio uscente dalla nube indica la profonda pietà del duca e la coscienza di esecutore della volontà divina.

 

Mézières quelle del Ducato (già Contea) di Rethel, ma con uno dei tre “rastrelli” (“râteaux”: assonanti con il toponimo), quello in punta, sostituito dalla “M” del toponimo, come confermato nel 1823: “De gueules, à deux râteaux d’or en chef, et à la lettre capitale M du même en pointe(Di rosso, a due rastrelli d’oro in capo e alla lettera capitale M dello stesso in punta).

 

Lo stemma attuale è stato creato da Daniel Oudot e Roger Dehut e adottato con Delibera del Consiglio Municipale del 1 ottobre 1966; si blasona: « D’azur au dextrochère de carnation mouvant du flanc senestre d’une nuée d’argent, armé d’une épée haute d’argent à la garde d’or, entre deux rameaux, l’un en bande à dextre de palmier, l’autre en barre à senestre d’olivier, de sinople, la pointe de l’épée surmontée d’un soleil d’or, au chef cousu de gueules à deux râteaux d’or ».

In italiano: “D’azzurro, al destrocherio di carnagione movente dal fianco sinistro da una nube d’argento, armato d’una spada alta d’argento guarnita d’oro, posta tra due rami, uno in banda a destra di palma, l’altro in sbarra a sinistra d’olivo, di verde, la punta della spada sormontata da un sole d’oro; al capo cucito di rosso a due rastrelli d’oro”.

 

Con lo stemma, decorato con la Croix-de-Guerre 1914-1918 e la Croix-de-Guerre 1939-1945, abitualmente non si rappresenta il motto della città, che ne vanta ben due:

 

  1. CIVITAS PARVA SED VIRTUOSA (‘città piccola, ma coraggiosa’) che allude alla difesa di Mézières nel 1521 da parte del comandante Bayard, che alla testa di un corpo composto dall’élite della nobiltà francese elude l’armata del conte di Nassau. I cittadini “si mostrarono degni nel 1870 di questa belle divisa che consacra il valore e il coraggio dei propri antenati” (sito del Comune).
  2. SOLUS DEDIT SOLUS PROTEGIT (‘[Dio] solo l’ha fondata, lui solo la protegge’).

Il villaggio di ETION noto come Estionum o Eltio, compare nei documenti nel 1136, come dipendenza della parrocchia di Tournes, poi di quella di Warcq. Distrutto dalle truppe di Nassau in ritirata da Bayard viene ricostruito e diviene un fiorente centro manifatturiero nel XIX secolo. Nuovamente distrutto per il feroce bombardamento del 15 maggio 1940 viene ricostruito solo poco prima della fusione con Charleville-Mézières del 1966.

 

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Nota di Massimo Ghirardi

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“D’azzurro, al destrocherio di carnagione movente dal fianco sinistro da una nube d’argento, armato d’una spada alta d’argento guarnita d’oro, posta tra due rami, uno in banda a destra di palma, l’altro in sbarra a sinistra d’olivo, di verde, la punta della spada sormontata da un sole d’oro; al capo cucito di rosso a due rastrelli d’oro”.

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