Città di Catania – (CT)
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Info
- Codice Catastale: C351
- Codice Istat: 87015
- CAP: 95100
- Numero abitanti: 299000
- Nome abitanti: catanesi
- Altitudine: 7
- Superficie: 180.88
- Prefisso telefonico: 0
- Distanza capoluogo: 0.0
- Comuni confinanti:
Aci Castello, Belpasso, Carlentini (SR), Gravina di Catania, Lentini (SR), Mascalucia, Misterbianco, Motta Sant'Anastasia, San Gregorio di Catania, San Pietro Clarenza, Sant'Agata li Battiati, Tremestieri Etneo
- Santo Patrono: sant'Agata
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
La città di Catania è il capoluogo della provincia omonima. L’origine del nome è sconosciuto. Si pensa che si sia giunti al toponimo attuale passando attraverso le forme greca (Katàni), latina (Catina) e araba (Qataniyah). I comuni confinanti sono: Aci Castello, Belpasso, Carlentini, Gravina di Catania, Lentini, Mascalucia, Misterbianco, Motta Sant’Anastasia, San Gregorio di Catania, San Pietro Clarenza, Sant’Agata li Battiati, Tremestieri Etneo. Gemellaggi: Phoenix (Arizona, Stati Uniti), Grenoble (Francia), Ottawa (Canada), Migoli (Tanzania). La città di Catania è decorata con la Medaglia alle Città Benemerite del Risorgimento Nazionale.
Note sullo stemma di Catania Lo stemma attualmente in uso ebbe con tutta probabilità origine dalla conquista dell’autonomia comunale da parte delle città, avvenuta nel 1239, quando l’imperatore Federico II decise il passaggio di Catania dal governo del vescovo-conte al demanio reale. In questa occasione nacque l’esigenza di sostituire il simbolo usato dal passato governo vescovile (San Giorgio) con uno che rappresentasse la città; la scelta obbligata cadde sull’elefante; infatti già Idrisi, geografo e viaggiatore arabo vissuto alla corte siciliana dal 1145 alla morte avvenuta nel 1164, definì Catania la « città dell’elefante » e l’elefante stesso un « talismano ». La rappresentazione più antica sopravvissuta dello stemma risale agli anni immediatamente precedenti al 1376 ed è quella presente sul basamento del busto di Sant’Agata dove è situato uno scudo riportante un elefante di profilo rivolto a sinistra con la proboscide rialzata e sormontato da una “A” gotica. Successivamente si ha notizia del fatto che gli uffici comunali usavano due sigilli: uno grande per i privilegi e uno piccolo per gli usi amministrativi correnti. La differenza probabilmente consisteva nelle presenza di una figura femminile (probabilmente Sant’Agata) nel primo sostituita dalla lettera “A” nel secondo. Due successive rappresentazioni, una del 1572 l’altra del 1594, riportano uno stemma molto simile a quello attualmente presente nel gonfalone. Nel secolo XVII il punzone del sigillo grande, tuttora presente presso l’archivio comunale, si presenta in una forma molto più “ornata”: « di forma rotonda con l’aggiunta di un putto reggente un elmo, porta tutto attorno la scritta: “Catana urbs clariss ; tutrix regni in omni fortuna fideliss: et antiquum domicilium regnum”. Al centro, ai due lati dello stemma, lungo un nastro, la scritta “invictas supero — castigo rebelles” ». Successivamente Sant’Agata viene sostituita, erroneamente, da Minerva (Atena) da parte di studiosi seicenteschi, equivoco che si trascinerà fino al 1928, anno in cui il vecchio stemma rappresentante una « gigantesca Athena a terra, quasi addossata all’elefante, sullo scudo la civetta, uccello sacro della dea, il sigma monogramma della sapienza, e la A monogramma di Athena (o di Atene o anche di Agathodemon) » verrà dismesso. Nello stesso anno si inizieranno le pratiche per l’approvazione del nuovo stemma e gonfalone che giungeranno a termine nel 1934. Al nuovo stemma venne imposto, in ossequio al Regio Decreto del 24 ottobre 1933, il capo del Littorio, eliminato dopo la caduta del fascismo. Due parole sulla “A” presente sullo stemma: essa potrebbe indicare sia Sant’Agata che la dinastia Aragonese del cui governo molto la città beneficiò, inoltre i motti presenti sul gonfalone (“Castigo rebelles” ed “Invictos supero”) fanno riferimento alla fedeltà alla corona della città durante le ribellioni, da parte di città e feudatari, del secolo XIV mentre “Catania tutrix regum” si riferisce alla funzione di capitale vicaria svolta da Catania durante il regno siciliano dei D’Aragona.
Note di Matteo Gaudioso
STEMMA RIDISEGNATO

Reperito da: Giovanni Giovinazzo
STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

BLASONATURA
“D’azzurro, all’elefante di rosso con la proboscide alzata e le zanne al naturale, sormontato dalla lettera maiuscola A, pure di rosso. Leggenda: S.P.Q.C”.
SMALTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI
Stemma di compartecipazione al dolore dei cittadini di Catania per gli eventi che li hanno colpiti.

Stemma presente sul gonfalone

Stemma ufficiale del Comune ridisegnato da Massimo Ghirardi

Stemma in uso dal Comune reperito da Giovanni Giovinazzo

GONFALONE RIDISEGNATO

GONFALONE UFFICIALE

BLASONATURA
“Drappo rettangolare fasciato di verde, di rosso amaranto e di azzurro con, nella parte inferiore, tre bandoni a forma di vaio irregolare, quello di mezzo più lungo, ornato con ricami d’oro ed, al centro, lo stemma civico come descritto all’articolo precedente con la variante dell’elefante con gualdrappa d’argento sormontato da un piedistallo su cui poggia S. Agata armata, alla destra, della spada posta in sbarra, e, alla sinistra, di uno scudo ovale d’oro con l’effigie di un’aquila d’argento a volo abbassato.
In alto, l’iscrizione centrata in oro “Città di Catania”, la legenda “Castigo rebelles” a destra ed “Invictos supero” a sinistra e sotto lo scudo, su nastro svolazzante il motto: “Catania tutrix regum”.”
COLORI
PARTIZIONI
ALTRE IMMAGINI
Gonfalone ridisegnato da Pasquale Fiumanò
BANDIERA RIDISEGNATA

Disegnato da: Massimo Ghirardi
BANDIERA UFFICIALE

BLASONATURA
“Drappo partito di rosso e di azzurro…”
ALTRE IMMAGINI
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune
Antico diritto
Trascritto nei registri della Consulta Araldica il 14 agosto 1934