Comune di Castiglione d’Orcia – (SI)

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Info
  • Codice Catastale: C313
  • Codice Istat: 52007
  • CAP: 53023
  • Numero abitanti: 2485
  • Nome abitanti: castiglionesi
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 141.84
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 56.7
  • Comuni confinanti:

    Abbadia San Salvatore, Castel del Piano (GR), Montalcino, Pienza, Radicofani, San Quirico d'Orcia, Seggiano (GR)

  • Santo Patrono: santo Stefano
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

«Risiede l’antico suo castello sulla sommità di un poggio a cavaliere dell’Orcia di fronte ai bagni di Vignone, là dove questo fiume per una profonda gola si fa strada nella valla dell’Ombrone», scriveva il geografo Repetti nel 1833.

Castiglione d’Orcia fu signoria dei conti Aldobrandeschi di Santa Fiora, uno dei quali, Ildebrandino di Rinaldo, nel 1154 alienò parte dei propri diritti su questo castello in favore dell’abbazia di San Salvatore del monte Amiata, che peraltro fin dal X secolo vantava il patronato della pieve di S. Stefano, detta allora in Tutona.

Gli Aldobrandeschi continuarono tuttavia a dominare da despoti il borgo di Castiglione, finché nel 1250 i Senesi lo misero sotto assedio, togliendolo al conte Aldobrandino di Bonifazio, al quale tuttavia fu reso in feudo alla stipula della pace conclusa fra i belligeranti. Nel 1280 Castiglion d’Orcia fu nido di numerosi fuorusciti ghibellini senesi, ragion per cui, dopo un primo assedio fallito, nell’aprile del 1300 l’esercito senese assaltò il castello e se ne impadronì. I conti di S. Fiora fecero un accordo col Comune di Siena, rinunziando in perpetuo a ogni possesso e giurisdizione su questo luogo, in cambio di una cospicua somma di denaro. In seguito i senesi acquistarono dai monaci del monte Amiata la parte residua dei diritti.

Nel 1368 il governo senese dei Dodici concedette in feudo ai Salimbeni cinque castelli, fra i quali Castiglion d’Orcia, a titolo di riconoscenza per i servigi resi alla patria. Fu probabilmente opera loro la ricostruzione del castello, di cui restano tuttora in piedi gli avanzi delle alte mura in pietra. Il dominio dei Salimbeni durò fino al 1418.

Castiglion d’Orcia tornò sotto il diretto dominio di Siena, mantenendo lo status di Comunità, della quale i più antichi statuti conservati portano la data del 1440.

Nel 1555 Castiglione venne incorporato, insieme a tutto lo Stato di Siena, dal Granducato mediceo; tuttavia nel 1605 il granduca Cosimo II lo concedette con titolo di marchesato a Giulio Riario nobile bolognese e suoi discendenti, che lo mantennero fino al XVII secolo.

Nel 1777 il granduca Pietro Leopoldo mise in atto una radicale riforma delle amministrazioni locali toscane, nel quadro della quale Castiglion d’Orcia venne eretto a capoluogo di Comunità, incorporando nel proprio territorio Rocca d’Orcia e numerosi comunelli rurali. L’assetto attuale dei confini fu raggiunto tuttavia solo dopo l’Unità d’Italia, quando nel 1867 furono aggregate le frazioni di Campiglia d’Orcia, Bagni di San Filippo e Caselle del Vivo, tolte al limitrofo Comune di Abbadia San Salvatore. Degno di nota, a Bagni San Filippo, uno stabilimento termale di acque sulfuree già conosciute nel Cinquecento.

L’insegna più risalente di Castiglione d’Orcia è attestata da un blasonario senese datato al 1580 (ASSi, D11), nel quale è rappresentato in modo naturalistico un castello torricellato d’argento, con massiccia scarpata a pianta esagonale, posto sulla campagna verde, in campo rosso. Ancora nel 1864 Passerini lo raffigurava alla stessa maniera, annotando che «il castello rappresentato dall’arme fu inalzato dagli Ildebrandeschi a difesa del loro feudo, sulla sommità di un poggio posto a cavaliere del fiume Orcia, di contro ai bagni di Vignone».

Lo stemma attuale, definito dallo statuto comunale, si blasona «di rosso al leone d’oro, voltato, rampante su un’asta d’argento e di nero, accostato da una torre al naturale, sormontata dalla parola “Libertas”, il tutto su una pianura di verde». Nel sigillo, in luogo dell’asta con i colori di Siena, il leone è rappresentato con una spada tra le branche, rivolta a terra. Questi ultimi simboli furono aggiunti al castello dopo il 1867, per rappresentare le altre comunità che si erano aggregate a Castiglione. Il drappo del gonfalone è rosso granata.

 

Nota a cura di Michele Turchi.

 

Bibliografia:

– G.A. Pecci, Sposizione de’ colori delle armi delle città, terre e castelli dello Stato Senese, Siena, s.d.

– E. Repetti, Dizionario Geografico, Fisico, Storico della Toscana, Firenze, 1833-1846, vol. I.

– V. Favini, A. Savorelli, L’organizzazione amministrativa e araldica dello “Stato di Siena”, in Segni di Toscana. Identità e territorio attraverso l’araldica dei comuni: storia e invenzione grafica, Firenze 2006.

– A. Savorelli, C. Maspoli, Il più antico stemmario comunale dello “Stato di Siena” (1580), in «Archivum heraldicum – Archives héraldiques suisses», 117 (2003).

Fonte: Michele Turchi

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“Di rosso al leone d’oro, voltato, rampante su una spada, rivolta a terra accostato dalla torre al naturale, sormontata dalla parola “libertas”, il tutto su una pianura di verde.”

ATTRIBUTI
SMALTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI

Stemma antico attestato nel 1580.

Altro stemma in uso dal Comune.

Fonte: Michele Turchi

Disegnato da: Bruno Fracasso

BLASONATURA

“Drappo di porpora…”

COLORI
ALTRE IMMAGINI
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune
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