Città di Castelfranco Emilia – (MO)
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Info
- Codice Catastale: C107
- Codice Istat: 36006
- CAP: 41013
- Numero abitanti: 32102
- Nome abitanti: castelfranchesi
- Altitudine: 42
- Superficie: 101.31
- Prefisso telefonico: 0
- Distanza capoluogo: 14.1
- Comuni confinanti:
Anzola dell'Emilia, Bazzano, Crespellano, Modena, Nonantola, San Cesario sul Panaro, San Giovanni in Persiceto, Sant'Agata Bolognese
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
Centro di fondazione Romana come FORUM GALLORUM, nel medioevo diventa un “borgo franco” (cioè “libero da tributi”, da cui il nome attuale) al confine tra gli stati di Modena e di Bologna, quindi del Ducato Estense e dello Stato Pontificio.
Inizialmente il comune fu conosciuto semplicemente come CASTELFRANCO con il Regio Decreto di Vittorio Emanuele II del 24 ottobre 1862 assume il nome di CASTELFRANCO DELL’EMILIA, con il determinante preso dalla regione nella quale si trova, modificato in CASTELFRANCO EMILIA con il Regio Decreto di Vittorio Emanuele III del 6 giugno 1940.
La prima parte del toponimo deriva dalla voce latina “castellum” ritenuta il diminutivo di “castrum” (fortezza). La seconda parte deriva dalla voce latina “francum” con significato di ‘libero’ oppure ‘che gode di particolari privilegi (fiscali).
Dal 1929 si trova in provincia di Modena, ma è storicamente stato una sede podestarile dipendente da Bologna, come testimoniano i gigli nella fascia “arcuata” (in araldica sarebbe meglio dire “centrata”) che alludono al “Capo d’Angiò” portato nello stemma dalla città di Bologna e da molti comuni appartenenti (o appartenuti) al suo contado. La torre indica la podesteria stessa e allude al Forte Urbano che sorge ad occidente della città.
Dal 1513 fu annesso allo Stato Pontificio e nel 1628 fu costruito il Forte Urbano, dal nome del papa che lo volle: Urbano VIII Barberini, in seguito in gran parte distrutto da Napoleone nel 1805, ridotto a Carcere nel 1859 e ancora bombardato durante l’ultima guerra mondiale, oggi è un parco pubblico.
Lo stemma, antico e derivato dal sigillo del Comune, è stato riconosciuto con Decreto del Capo del Governo Mussolini del 3 ottobre 1932, e ripreso dallo Statuto Comunale che così blasona: “D’azzurro alla rocca merlata di tre pezzi alla ghibellina, aperta e finestrata del campo, terrazzata di verde, accompagnata in capo da una fascia arcuata d’argento carica di tre gigli d’oro in caselle partite d’oro”.
Ordinariamente il Comune usa uno stemma nel quale le caselle della fascia sono “partite” (nel senso di “separate”) da forme dorate mistilinee, nella nostra illustrazione abbiamo seguito anche l’immagine (originale di Marco Foppoli) presente nello stemmario ufficiale edito dalla Regione Emilia-Romagna, più rispettoso della tradizione figurativa araldica, le cui regole “impedirebbero” di mettere delle figure in metallo (gigli e partizioni d’oro) su un’altra pure in metallo (fascia d’argento). Da dire che alcuni vedono nell’associazione oro e argento della fascia un richiamo alla bandiera del Vaticano (o dello Stato Pontificio), che è partita giallo/oro e bianco/Argento.
Nel 2007 è stato riconosciuto a Castelfranco Emilia il titolo di “Città” dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Nota di Massimo Ghirardi
Si ringraziano Alessandro Neri e Marco Foppoli per la gentile collaborazione.
Bibliografia:
AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997.
AA.VV. STEMMI delle Province e dei Comuni dell’ Emilia Romagna, a cura del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna. Editrice Compositori, Bologna 2003.
Plessi G. GLI STEMMI DEI COMUNI DELLE QUATTRO LEGAZIONI. Forni, Bologna 1969 (rist. anastatica 1999).
Provincia di Modena LE CASE, LE PIETRE, LE STORIE. Itinerari nei comuni della Provincia di Modena, Grafiche Zanini, Modena 1992.
STEMMA RIDISEGNATO

STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

BLASONATURA
“D’azzurro alla rocca merlata di tre pezzi alla ghibellina, aperta e finestrata del campo, terrazzata di verde, accompagnata in capo da una fascia arcuata d’argento carica di tre gigli d’oro in caselle partite d’oro”.
D. Ric. 2 novembre 1936 – Libro Araldico Enti Morale volume I pag. 328.
SMALTI
ALTRE IMMAGINI
Stemma di Massimo Ghirardi, secondo il blasone e la tavola relativa di Marco Foppoli in “GLI STEMMI DELLE PROVINCE E DEI COMUNI DELL’EMILIA-ROMAGNA”.

GONFALONE RIDISEGNATO

GONFALONE UFFICIALE

BLASONATURA
“Drappo partito di bianco e di giallo…”
D.P.R. 9 luglio 1953
ALTRE IMMAGINI
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune