Comune di Cassano Valcuvia – (VA)

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Info
  • Codice Catastale: C004
  • Codice Istat: 12041
  • CAP: 21030
  • Numero abitanti: 663
  • Nome abitanti: cassanesi
  • Altitudine: 296
  • Superficie: 4.10
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 20.0
  • Comuni confinanti:

    Cuveglio, Duno, Ferrera di Varese, Grantola, Mesenzana, Rancio Valcuvia.

Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Il piccolo Comune di Cassano si trova in alta Valcuvia, coronimo che ha adottato come determinante con RD dell’8 febbraio 1863 n.1192, mentre il primo nome è chiaramente derivato dal “Cassianus Fundus” una proprietà fondiaria di un oscuro personaggio di nome Cassius. Anche se alcuni lo vorrebbero derivare dal celtico/gallico “gat/gasse” (‘luogo di transito’) ad indicare un importante centro di passaggio lungo la via della Valcuvia.

 

È documentato in un atto di vendita del 10 luglio 1257, dove si cita tale Guglielmo “de Castello de Cassano”  che testimonia anche la presenza di un “castrum”, un borgo fortificato, appartenente al Contado del Seprio (VIII-XI secolo) e soggetto al vescovo-conte di Como.

Nel 1196 passa sotto il dominio del duca di Milano, che ne infeuda i Cotta nel 1450, dopo di loro passerà ai Visconti e ai Litta, pur mantenendo una certa autonomia che nel XV verrà interrotta, in quanto Cassano diverrà frazione della Comunità di Vergobbio. Solo con l’istituzione del Regno Lombardo-Veneto riotterrà l’autonomia amministrativa.

Lo stemma è di semplice interpretazione: nel primo campo si vede il celebre “biscione” visconteo, mentre nel secondo un arco simboleggia il ruolo di “porta della Valcuvia” di Cassano.

Si blasona: “Partito: nel primo d’argento, al Biscione visconteo d’azzurro, coronato all’antica d’oro, ondeggiante in palo, ingollante per metà un putto ignudo di carnagione, posto in banda e fascia e in maestà, crinito di nero, con le braccia aperte (Visconti); nel secondo, di rosso, alla porta d’argento, murata di nero, aperta del campo, fondata su una pianura di verde”.

 

Nota di Massimo Ghirardi e Roberto Stefanazzi Bossi