Comune di Camposanto – (MO)

Informazioni

  • Codice Catastale: B566
  • Codice Istat: 36004
  • CAP: 41031
  • Numero abitanti: 3218
  • Nome abitanti: camposantesi
  • Altitudine: 21
  • Superficie: 22.49
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 25.4

Storia dello stemma e del comune

Sorto nel territorio tra il fiume Panaro e il canale Naviglio nel corso delle bonifiche del XIV secolo, è nominato nel 1445 come CAMPUS SANCTI, vale a dire “Campo di Sante”, secondo anche la leggenda locale che vuole che fosse un proprietario con quel nome a donare il terreno per l’edificazione della nuova chiesa di San Nicola, che sostituì la vecchia pieve distrutta di Gorzano. Effettivamente Santi è un cognome del contado Modenese, ma diffuso soprattutto nell’area montuosa, ma il toponimo ha assunto sinistre connotazioni dopo la sanguinosa battaglia dell’8 febbraio 1743, durante la Guerra di Successione Austriaca, allorché le armate Francese e Spagnola, comandate dal generale Gages, si scontrarono con quelle Austriache e Piemontesi guidate da maresciallo Traun e da Carlo Emanuele III. Lo scontro si concluse in modo incerto ma con un gran numero di vittime. A quella storica battaglia allude il campo superiore dello stemma comunale: con le due spade decussate in campo rosso, fin troppo facile associazione al campo arrossato di sangue. Il Comune fu istituito dall’Amministrazione Napoleonica staccando il territorio da quello di Modena, ma al ritorno dei duchi Lorena-Este al trono ducale modenese Camposanto fu aggregato a San Felice (sul Panaro), dal quale fu distaccato nuovamente nel 1860 con Decreto di Luigi Carlo Farini, luogotenente per gli ex Stati emiliani del re di Sardegna. Lo stemma è stato concesso con Regio Decreto di Vittorio Emanuele II del 23 agosto 1868, dove è descritto come segue: “Scudo d’argento alla croce patente, scorciata, aguzzata, e scanalata in triangolo curvilineo a cuspidi pomettati, il tutto di nero; col capo di rosso carico di una spada e di una scimitarra ambe d’argento, manicate d’oro, decussate con le punte in alto, la spada in banda, la scimitarra in sbarra; lo scudo accostato da due rami di palma di verde decussati sotto la punta e legati d’azzurro, e cimato da una corona formata da un cerchio di muro d’oro aperto da quattro porte e merlato di cinque pezzi dello stesso, uniti da muricciuoli d’argento”. Secondo il Decreto Reale lo scudo andrebbe quindi timbrato dalla corona prevista all’epoca per i piccoli Comuni(1). Mentre le palme, simbolo di martirio e di valore, sono una concessione speciale a ricordo proprio dello storico fatto d’armi del 1743. Abitualmente, invece, si rappresentano le armi con gli elementi decorativi propri da Comune secondo la vigente regolamentazione, ma seguendo un blasone riferito al 1871, relativo alla figura ripresa dalla Carta degli Stati Estensi (Bolzoni, Ferrara 1746): “D’argento alla croce patente scorciata di rosso, al capo dello stesso, caricato di due spade d’argento manicate d’oro, poste in croce di sant’Andrea. Segni esterni da Comune”(2).

NOTE:
(1) Le corone civiche (di Comuni, Città e Province) furono stabilite una prima volta con la Deliberazione 4 maggio 1870, che stabilisce quali debbano essere gli ornamenti esteriori degli stemmi, qui si descrive una corona di Comune “con più di 3000 abitanti” esattamente identica a quella descritta dal Decreto di Concessione, il successivo regio decreto n. 234 del 13 aprile 1905 ha stabilito un’unica corona di Comune mantenuta nei successivi interventi legislativi.
(2) Biblioteca di Camposanto, in litteris.

Note di Massimo Ghirardi e Giovanni Giovinazzo
Si ringraziano Francesca Fughelli e Alessandro Neri per la gentile collaborazione

Bibliografia:
AA.VV. GLI STEMMI DEI COMUNI E DELLE PROVINCE DELL’EMILIA-ROMAGNA. Compositori, Bologna 2003.
AA.VV. Nomi d’Italia. Origine e significato dei nomi geografici e di tutti i Comuni. Istituto Geografico De Agostini, Novara 2009.
AA.VV. Dizionario di Toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997.
Longagnani (Lauretta), Manicardi (Antonella), Schifani Corfini (Elisa), a cura di. LE CASE, LE PIETRE, LE STORIE. Itinerari nei Comuni della Provincia di Modena. Zanini, Angola Emilia 1992

Il comune di Camposanto fa parte dell’Unione dei Comuni Modenesi Area Nord.

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


Logo


Altre immagini



Profilo araldico


“Scudo d’argento alla croce patente, scorciata, aguzzata, e scanalata in triangolo curvilineo a cuspidi pomettati, il tutto di nero; col capo di rosso carico di una spada e di una scimitarra ambe d’argento, manicate d’oro, decussate con le punte in alto, la spada in banda, la scimitarra in sbarra; lo scudo accostato da due rami di palma di verde decussati sotto la punta e legati d’azzurro, e cimato da una corona formata da un cerchio di muro d’oro aperto da quattro porte e merlato di cinque pezzi dello stesso, uniti da muricciuoli d’argento”.

Colori dello scudo:
argento, rosso
Partizioni:
capo
Oggetti dello stemma:
croce patente, scimitarra, spada

Gonfalone ridisegnato


Gonfalone Ufficiale


Profilo Araldico


“Drappo d’azzurro…”

Colori del gonfalone: azzurro

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Regio Decreto (RD)
    concessione
    23 Agosto 1868

    Regie Lettere Patenti (RRLLPP)
    concessione
    21 Febbraio 1935

    Regio Decreto (RD)
    concessione
    19 Febbraio 1934