Comune di Caluire-et-Cuire – (69)

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Lo stemma di questo Comune si blasona: « Taillé: au 1er d’azur à quatre cornes d’abondance d’or, posées en bande, une en chef à dextre, les trois autres ordonnées en barre, au 2e de gueules au lion contourné» traducibile con «Tagliato : il primo d’azzurro a quatto corni dell’abbondanza d’oro, posti in banda, uno in capo a destra, i tre ordinati in barra; il secondo di rosso al leone rivoltato d’oro».

 

Allo stemma è abbinato il motto: Otiosum delectat Calvirus laborantem ditat, traducibile: “Caluire delizia l’ozioso e arricchisce il lavoratore”.

 

Lo stemma è in uso dalla fine del XIX secolo, infatti nel 1905 era già in uso. Le cornucopie rappresentano la ricchezza orticola del territorio che rifornisce la vicina metropoli di Lione, simboleggiata dal leone (arme “parlante” della città di Lyon). Quest’ultimo è rivoltato (e d’oro) rispetto a quello della città capoluogo (d’argento) per ragioni di composizione, ma secondo alcuni si tratterebbe di un modo per raffigurare la polemica nota come “la battaglia del dottor Dugoujon contro Louis Pradel” che nel 1964, che aveva insistito affinché Caluire diventasse il 10° arrondissement di Lione”.

 

Il toponimo di Caluire-et-Cuire, è composto da Caluire, la cui radice «cal» potrebbe venire secondo alcuni dal gallico «kal» (o anche «kla») che significa « pietra » o « roccia »; ma secondo la storica locale, Maryannick Lavigne-Louis, il nome Caluire verrebbe dalla parola couloire, (lett. “corridoio”) ma con il significato di «grondaia, canale d’irrigazione», derivato dal latino colare (identico in italiano, ma «couler» in francese).

La seconda parte, Cuire, dovrebbe essere giunta a noi come derivata da «cuer» (cuore) designante «cosa resta alla fine», a sua volta dal latin cordus (cuore).

Teorie attuali propongono invece una derivazione dal fondo agricolo di tale Calvirius (e Curius per Cuire).

 

Le 11 novembre 1790, il Conseil Général du Rhône propone di unire il territorio del Comune di Cuire alla commune di La Croix-Rousse. Ma il 14 novembre la popolazione chiese di essere unita a quella di Caluire.
Il 18 settembre 1793 l’ufficiale municipale di Cuire presenta richiesta formale di unire il territorio a Caluire, per la seconda volta, ma senza esito.

Bisognerà attendere il 15 mai 1797 affinché il Consiglio dei Cinquecento (Conseil des Cinq cents) decreti la fusione del villaggio di Cuire nel Comune di Caluire.

Nel 1982 viene adottata la denominazione attuale di Caluire-et-Cuire.

Nel Medioevo Cuyres era una dipendenza dell’abbazia di Ainay, confermata da papa Innocenzo IV nel 1250. Nel XIV secolo Jean II de la Palud, abate di Ainay, fece costruire un castello, in posizione eminente, su uno sperone roccioso dominante la Saona.

Caluire, invece, era diviso tra due Stati: una parte, corrispondente agli attuali quartieri di Cuire e Bissardon, appartenenti al Lionese francese, e l’altra comprendente Vassieux e Saint-Clare appartenenti alla Bresse che verrà unita alla Francia solo il 17 gennaio 1601, da Enrico IV.

Il 22 marzo 1578, Nicolas de Lange, consigliere del re, luogotenente generale e siniscalco di Lyon, viene nominato signore di Cuire, dietro versamento di 4700 livres d’oro. Alla sua morte il 4 aprile 1606, la figlia Éléonore eredita tutto e lo trasmette al figlio Arnaud de Lange, barone di Villemenant nel 1664.

Dei suoi due figli, Nicolas et Humbert, è il secondo che eredita il feudo, ma è costretto a venderlo, il 6 febbraio 1694, a Guillaume de Sève, la cui nipote Marie de Sève, sposata de Rochebonne, eredita il 21 settembre 1708, e sposerà nel 1709  Louis de Châteauneuf, marchese di Rochebonne, che morirà in battaglia costringendo la vedova a vendere a Simon-Claude Boulard de Gatellier, segretario del re, il 17 aprile 1766. Sarà l’ultimo signore di Cuire-La Croix-Rousse, quest’ultima nel 1790 verrà eretto in Commune, con Cuire come frazione.

 

È gemellato con Nichelino (Torino).

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

«Tagliato : il primo d’azzurro a quatto corni dell’abbondanza d’oro, posti in banda, uno in capo a destra, i tre ordinati in sbarra; il secondo di rosso al leone rivoltato d’oro».

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LEGENDA

  • stemma
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