Comune di Buccheri – (SR)

borghi più belli d'Italia

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Info
  • Codice Catastale: B237
  • Codice Istat: 89003
  • CAP: 96010
  • Numero abitanti: 2148
  • Nome abitanti: buccheresi
  • Altitudine: 820
  • Superficie: 57.43
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 66.3
  • Comuni confinanti:

    Buscemi, Carlentini, Ferla, Francofonte, Giarratana, Vizzini.

Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

L’etimologia di Buccheri è incerta. Una prima ipotesi sostiene possa derivare dall’arabo بقرة (baqara) che significa “vacca”. Altri citano un’origine in comune con la parola siciliana vucceri (“macellaio”), derivante dal francese boucher (“macellaio”). Altri anocora sostengono che il nome derivi dal greco antico e cioè dalla combinazione delle parole βοῦς (boûs) e Ἥρα (Hḗrā) ad indicare il luogo in cui pascolavano le sacre vacche della dea Era, ma il plurale βουκόλοι (boukóloi), appare colui che pascola le mandrie potrebbe essere un antenato dell’attuale nome Non dimentichiamo il termine italiano bucolico che indica qualcosa di relativo ai campi.

Il territorio è ricco di testimonianze archeologiche che dimostrano la presenza dell’uomo in antichissima data. II mito ricorda poi che in queste contrade il pastore Dafni pascolava i suoi armenti e quelli degli dei, al suono del flauto. Buccheri vide insediarsi sul suo territorio Siculi, Romani, Bizantini e Arabi. Furono, però, i Normanni a colonizzare il territorio e ad edificare il castello sul colle.

Questo presentava due torrioni a difesa dell’ingresso principale rivolto a Sud-Est e una torre centrale, il mastio.

I primi signori di Buccheri, di cui si ha notizia, furono i Paternò, che si insediarono nel 1088. Nel 1282 il borgo, già sviluppatosi attorno al castello, passò ad Alaimo di Lentini, investito della contea da Pietro III d’Aragona: il protagonista dei Vespri siciliani vi risiedette saltuariamente insieme alla moglie Macalda di Scaletta. Dagli Alaimo di Lentini il feudo passò alla famiglia Montalto. Primo barone di Buccheri fu Gerardo Montalto, investito nel 1313. Dopo due secoli la signoria del paese passo alla famiglia Morra, e da questa agli Alliata-Villafranca, che governarono fino al 1812.

Lo stemma di Buccheri non risulta formalmente concesso dall’Ufficio Araldico e nello statuto esiste un riferimento non del tutto centrato ad un DPCM non specifico per i simboli araldici comunali, quello del 3 giugno 1986

L’articolo 14 dello statuto descrive lo stemma come “diviso a metà in due fasce orizzontali uguali; quella di sopra di colore azzurro e quella di sotto di colore rosso bordeaux; al centro fra le due fasce, un castello con tre torri, di cui quella al centro di foggia quadrata e le due laterali rotonde; al di sotto un grifone con tre zampe di cui una reggente un calice in oro”. La descrizione è araldicamente scorretta e imprecisa tanto che si trovano diverse rappresentazioni dello stemma. Il grifo, ad esempio, talvolta appare in posizione standard (cioè rivolto a destra araldica) mentre altre volte è rivolto alla sinistra araldica, infine, a volte presenta il capo rivolto (cioè girato all’indietro) altre volte in posizione naturale. Il castello poi è collocato al centro tra le due fasce il che, a rigor di linguaggio significherebbe che dovrebbe esserci una terza fascia che contiene il castello. Il resto della descrizione è molto sommaria e non si dice neppure di che smalto sia il castello.

Analogo discoro per il gonfalone che viene descritto come “campo diviso in n. 2 fasce verticali uguali; a sinistra di colore rosso, a destra di colore giallo oro, con scritta in oro a tutto campo “Comune di Buccheri” sottostante la scritta di cui sopra, vi è raffigurata una “corona su cinta merlata con quattro porte”, di colore oro, soprastante, posizionato in centro, lo stemma del Comune che consta di uno scudo di foggia sannitica, circondato da due rami di ulivo e di quercia di colore verde”. Il gonfalone avrebbe, più semplicemente descritto come un drappo partito di giallo e di rosso caricato al centro dello stemma comunale. Ci sono poi delle precisioni sul metallo della corona che dovrebbe essere argento e non oro poiché si tratta di un comune e non di una città. La cosa interessante è che si parla di uno stemma comunale di foggia sannitica e, quindi, vuole dire che lo stemma sagomato usato generalmente dal comune non è quello deciso in sede di statuto.

Lo scudo è dunque un troncato di azzurro [forse campo di cielo] e riproduce il castello normanno che tipicizza il paese e le cui rovine restano tra i monumenti più significativi. Nella seconda parte del troncato, di rosso, viene citato il grifo che compare nello stemma della famiglia Montalto esattamente come descritto dallo statuto, accovacciato e con una zampa visibile e le altre due protese in avanti.

 

 

Note di Bruno Fracasso

Parzialmente tratte da Wikipedia

 

Disegnato da: Bruno Fracasso

Fonte: Massimo Ghirardi

ALTRE IMMAGINI

Altra rappresentazione dello stemma

Disegnato da: Bruno Fracasso

COLORI
PARTIZIONI
partito
ALTRE IMMAGINI

Particolare dello stemma contenuto nel gonfalone.

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune
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