Città di Bologna – (BO)
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Info
- Codice Catastale: A944
- Codice Istat: 37006
- CAP: 40100
- Numero abitanti: 380181
- Nome abitanti: bolognesi
- Altitudine: 54
- Superficie: 140.73
- Prefisso telefonico: 0
- Distanza capoluogo: 0.0
- Comuni confinanti:
Anzola dell'Emilia, Calderara di Reno, Casalecchio di Reno, Castel Maggiore, Castenaso, Granarolo dell'Emilia, Pianoro, San Lazzaro di Savena, Sasso Marconi, Zola Predosa.
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici
L’emblema comunale di Bologna è costituito attualmente da uno scudo ovato inquartato: il primo e il quarto d’argento alla croce piana rossa, capo d’Angiò; il secondo e il terzo d’azzurro alla parola LIBERTAS d’oro posta in banda.
La versione attuale è stata riconosciuta dal Presidente del Consiglio dei Ministri il 6 novembre 1937.
La prima attestazione documentata dello stemma come lo conosciamo oggi risale al 1259, in un disegno in margine agli Statuti, ma molto probabilmente esso è più antico di vari decenni.
Lo stemma originario proprio del Comune aveva solo la croce rossa, alla quale fu aggiunto sul finire del secolo il “capo d’Angiò”, segno distintivo della fazione guelfa, alla quale Bologna tradizionalmente aderiva.
Nel “sigillum civitatis” del 1264 compare una veduta delle mura, sostituite poi, già tra la fine del XIII secolo e il 1322, dalla figura di San Pietro Apostolo, primo patrono della città (che stava anche nel sigillo del “Popolo”) accompagnata da due scudetti con la croce e lo stemma angioino.
La legenda sul margine del sigillo allude all’Università (Alma Mater Studiorum): “Petrus ubique pater legum Bononia mater” (approssimativamente: “[San] Pietro, padre [patrono] di tutti i luoghi, ha dato Bologna come madre delle leggi”).
Il capo d’Angiò viene abitualmente interpretato come simbolo del partito “Guelfo” a partire dal 1266, in ricordo di Carlo duca dell’Anjou sceso in Italia per rivendicare il trono di Napoli contro il pretendente Manfredi, illegittimo di Federico II.
Bologna tradizionalmente è sempre stata fedele al partito “Guelfo” (o filo-papale), al punto che, alla battaglia di Fossalta (presso Modena) del 1249, catturò uno dei figli di Federico II: Enzo, re di Sardegna, che venne temporaneamente “ospitato” nel castello di Anzola, in attesa che venisse ultimato il palazzo di Piazza Maggiore (che da lui prenderà nome) dove il re trascorse il resto della sua vita.
Nel 1278 l’imperatore Rodolfo d’Asburgo cede la sovranità su Bologna (e delle Romagne) al papa.
Nel 1327 il cardinale Bertrando Del Poggetto, inviato dal papa (residente ad Avignone), abolisce le magistrature medioevali del Podestà e del Capitano del Popolo e impone la signoria pontificia, rappresentata dal Vicario Apostolico, nella persona di Taddeo Pepoli.
I suoi figli vendono la signoria ai Visconti di Milano e l’inviato di questi, Giovanni Da Oleggio, si proclama “Signore” di Bologna. Quasi subito però la “Signoria” viene ceduta all’energico cardinale spagnolo Aegidio Albornoz, Legato Pontificio, il quale, dopo la battaglia di San Ruffillo del 1361, mette la città sotto il dominio diretto della Santa Sede. Nel 1365 il cardinale Albornoz fonda il celebre Collegio di Spagna, per ospitare gli studenti di quella nazione a Bologna.
Sul finire del Trecento, la città restaurò la forma di governo repubblicana col secondo Libero Comune: fu allora (1366 circa) che comparve l’altro simbolo della città, il campo azzurro col motto “Libertas” d’oro, posto “in banda”, che finì per essere considerato lo stemma proprio del “Popolo” (vale a dire la componente non aristocratica del Comune medioevale), complementare a quello del Comune (o del Senato della città). Secondo la tradizione fu il Comune di Firenze, in segno di Alleanza, a donare ai bolognesi uno stendardo azzurro con la scritta LIBERTAS, in seguito rappresentato inquartato con l’emblema più antico dal XV secolo.
Il leone è un altro elemento caratteristico (esterno) dello stemma bolognese; ripreso dalla figurazione tipica delle monete cittadine, fece la sua comparsa come sostegno dello scudo (analogamente al “Marzocco” di Firenze) nel XVI secolo; successivamente rimase visibile la sola testa, vista di fronte, posta sul margine superiore dello stesso.
Secondo un aneddoto, nel 1293 il marchese di Ferrara Obizzo d’Este donò ai Bolognesi un leone vivo, che la popolazione doveva però mantenere a proprie spese come simbolo di “indomita fierezza”. A ricordo di quel nobile animale si sarebbe aggiunto il leone allo stemma cittadino come “tenente” lo scudo civico in sostituzione della corona civica e (come e meglio di quella) indicante al contempo regalità e fierezza.
Il “capo d’Angiò”, come il leone (adottato come emblema dall’attuale Provincia di Bologna) e talvolta anche la croce, soni assai diffusi negli stemmi dei Comuni della Provincia: simbolo dell’appartenenza delle varie “Terre” all’antico contado bolognese.
Nota di Massimo Ghirardi e Alessandro Savorelli
Bibliografia: AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997. AA.VV. STEMMI delle Province e dei Comuni dell’ Emilia Romagna, a cura del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna. Editrice Compositori, Bologna 2003. Plessi, G. GLI STEMMI DEI COMUNI DELLE QUATTRO LEGAZIONI. 1969. Forni, 1999 (rist. anast.)
STEMMA RIDISEGNATO

Fonte: Giovanni Giovinazzo
Disegnato da: Massimo Ghirardi
STEMMA ACS

STEMMA UFFICIALE

LOGO

BLASONATURA
“Inquartato: nel primo e nel quarto d’argento alla croce di rosso, col Capo d’Angiò; nel secondo e nel terzo d’azzurro al motto “Libertas” in lettere d’oro, posto in banda. Lo scudo cimato da una testa di leone in fronte”.
ATTRIBUTI
SMALTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI
Stemma ridisegnato come da bozzetto allegato al Decreto del Capo del Governo 6 novembre 1937 (riconoscimento).

GONFALONE RIDISEGNATO

Fonte: Massimo Ghirardi
Disegnato da: Pasquale Fiumanò
GONFALONE UFFICIALE

COLORI
PARTIZIONI
ALTRE IMMAGINI
Altra rappresentazione del gonfalone

BANDIERA RIDISEGNATA

Disegnato da: Massimo Ghirardi
BANDIERA UFFICIALE

BLASONATURA
“Drappo di bianco alla croce di rosso…”
ALTRE IMMAGINI
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune
Antico diritto.
Trascritto nel libro araldico degli Enti Morali al vol. II pag. 574, n. 1941
