Città di Bobbio – (PC)

borghi più belli d'Italia

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Info
  • Codice Catastale: A909
  • Codice Istat: 33005
  • CAP: 29022
  • Numero abitanti: 3737
  • Nome abitanti: bobbiesi
  • Altitudine: 272
  • Superficie: 106.46
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 46.9
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Intorno al fondo agricolo concesso al centurione romano Bovius nella media Val Trebbia, si riunisce una comunità rurale che, con l’avvento del Cristianesimo, trasforma il piccolo tempio pagano locale in una cappella dedicata a San Pietro Apostolo.

Nel 614 il re longobardo Agilulfo e la regina Teodolinda donano il luogo al monaco irlandese Colombano che vi costruisce un monastero di rigidissima disciplina (tanto che i suoi successori adotteranno la Regola, considerata più mite, di San Benedetto) e che diverrà potentissimo (con un rinomato Scriptorium) nei secoli successivi.

Nel 999 è abate titolare di Bobbio, pur non risiedendovi, Gerbert d’Aurillac, celebre erudito di origine Alverniate e arcivescovo di Ravenna, che in quell’anno viene eletto papa con il nome di Silvestro II.

Nel 1014 papa Benedetto VII e l’imperatore Enrico II nominano l’abate Pietroaldo vescovo e trasformano il territorio soggetto all’abbazia in diocesi. Successivamente il vescovo Luisone viene nominato anche conte nell’XI sec.

La signoria passa nel 1304 a Corradino Malaspina. Nel XIV secolo se ne impossessano i Visconti che, con l’”Oltrepò” Pavese, la sottomettono a Milano.

Nel 1748 la città viene annessa al Regno di Sardegna e promossa a capoluogo di Provincia e legata a Genova fino al 1859, con il Regno d”Italia dal 1861 fa parte della provincia di Pavia, per poi passare a quella di Piacenza nel 1923. Singolare caso di città che passa dalla Liguria, alla Lombardia all’Emilia pur non essendo soggetta… a catastrofici smottamenti!

Lo stemma sannitico (ma abitualmente rappresentato in ovale), presenta un campo d’argento alla croce piana di rosso (richiamo contemporaneamente al gonfalone della Chiesa, e alle città di Milano e di Genova), accantonata a sinistra e a destra da due colombe al naturale, affrontate, che alludono al tradizionale attributo del santo abate irlandese Colombano che la leggenda vuole ispirato direttamente dallo Spirito Santo durante la stesura dei sui celebri scritti. In alcune vecchie illustrazioni gli smalti dello stemma sono invertiti, si vuole che i colori attuali siano stati adottati dopo l’adesione di Bobbio alla Lega Lombarda nel 1167 assieme a Piacenza.

 

Le colombe sono un evidente allusione al nome proprio del santo monaco irlandese (in irlandese: Colum Bán, che vuol dire proprio «colomba bianca»;), ma un’altra leggenda locale racconta di un episodio che sarebbe avvenuto durante la Quaresima del 612, allorché l’abate venne invitato assieme ai suoi monaci, ancora alla ricerca di una sede, dalla regina Teodolinda ad un suntuoso banchetto, durante il quale vennero servite numerose vivande di carne arrostita; Colombano rifiutò di mangiarne, offendendo la regina. Allora l’abate disse che avrebbe mangiato le carni solo dopo averle benedette. Ottenuto il consenso Colombano impartì ad alcuni volatili arrosto la benedizione e questi si trasformarono in candidi pani di frumento a forma di colomba, che poterono essere consumati senza problemi. Colpita da questo miracolo che testimoniava della santità di Colombano la regina gli concesse il territorio di Bobbio per erigervi un monastero.

Il Decreto del Capo del Governo Mussolini dell’8 novembre 1929, che ha riconosciuto l’antico stemma alla città lo blasona: “D’argento alla croce di rosso, accantonata nella parte superiore da due colombi al naturale [bianchi], posati sui bracci laterali della croce. Corona di città”.

 

Il titolo di “città” è concessione dell’Imperatore Enrico II di Sassonia, ratificata da papa Benedetto VIII, del 14 febbraio 1014.

Il Comune, dal 1927, include anche la frazione di Mezzano Scotti distaccata da Travo.

 

La città di Bobbio è gemellata con l’austriaca Ybbs an der Donau, l’irlandese Navan e l’italiana Palazzolo Acreide.

Note di Massimo Ghirardi

Si ringraziano Roberta Valla, Renzo Barbattini e Stefano Sampaolo per la gentile collaborazione.

 

 

Bibliografia:

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997.

AA.VV. STEMMI DEI COMUNI E DELLE PROVINCE DELL’EMILIA-ROMAGNA, a cura del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna. Editrice Compositori, Bologna 2003.

Romolotti (Giuseppe) a cura di. STORIA E GUIDA AI COMUNI EMILIANI. Il Quadrato, Milano 1972

“Il Nuovo Giornale” di Piacenza, ed. 12 aprile 2013, pag. 24.

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“D’argento alla croce di rosso, accantonata nella parte superiore da due colombi al naturale, posati sui bracci laterali della croce”. Corona di Città”.

ATTRIBUTI
SMALTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI

Stemma precedentemente in uso con gli smalti invertiti.

Stemma nella versione vettorializzata in uso dalla Città.

Disegnato da: Bruno Fracasso

BLASONATURA

“Drappo azzurro, merlato all’estremità inferiore e recante nel mezzo lo stemma, sormontato dalla dicitura in oro CITTA’ DI BOBBIO”.

COLORI
ALTRE IMMAGINI
Nessun'altra immagine presente nel database

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“Drappo di azzurro caricato al centro dello stemma comunale e sovrastato dalla denominazione del Comune”.

ALTRE IMMAGINI
Nessun'altra immagine presente nel database

ALTR IMMAGINI
Nessun'altra immagine presente nel database

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune
    Decreto del Capo del Governo (DCG)
    riconoscimento
    8 Novembre 1929

    Decreto del Capo del Governo (DCG)
    riconoscimento
    8 Novembre 1929

    Concessione con decreto del 14 febbraio 1014 dell’Imperatore Enrico II di Sassonia con ratifica di Papa Benedetto VIII.

     

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