Città di Bassano del Grappa – (VI)

Articoli correlati
Nessun articolo

Info
  • Codice Catastale: A703
  • Codice Istat: 24012
  • CAP: 36061
  • Numero abitanti: 43540
  • Nome abitanti: bassanesi
  • Altitudine: 129
  • Superficie: 46.80
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 35.0
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Sembra certo che il nome derivi da “fundus Bassianus” o “Baxianus”, cioè latifondo o villa della famiglia romana Bassia.
Il primitivo nucleo abitato era situato sul colle di Santa Maria, dove sono stati rinvenuti frammenti fittili che vengono attribuiti agli euganei. Questa prima popolazione, che lasciò un ricordo di sè nella necropoli protovillanoviana di San Giorgio ad Angarano e in tutto il territorio, fu respinta nelle colline dai paleoveneti, i quali a loro volta furono sottomessi dai romani. Questi ultimi lasciarono ovunque i segni della loro civiltà. Le località di Margnan e San Fortunato sono particolarmente ricche di reperti romani; di recente è stata portata alla luce una grossa fabbrica di laterizi, con forni e stampi.
Gli archivi possiedono documenti anteriori al Mille, in cui si accenna alla Pieve di Santa Maria in Colle, l’attuale Duomo. Negli scritti del secolo XI si trova nominato il castello. La città vera e propria si formò verso la fine dell’Alto Medio Evo, quando cioè le popolazioni cercarono difesa dagli ungari nei borghi “Marianus” e “Bassianus”, attorno alla cittadella di Santa Maria in Colle e al castello.
Il territorio era possesso dei vescovi di Vicenza, i quali diedero in feudo Bassano, Angarano e Cartigliano agli Ezzelini; secondo alcuni autori la cosa sarebbe avvenuta prima del 1140 e a favore del capostipite della famiglia, Ezzelino I. Sotto gli Ezzelini l’agglomerato divenne una città fortificata e crebbe sempre più di importanza militare e commerciale. Nel 1194, però, a Vicenza prevalse il partito avverso agli Ezzelini ed Ezzelino il Monaco, per avere aiuti nella lotta che seguì, concesse ai padovani i diritti su Bassano e Marostica. Le due città furono contese fra le opposte fazioni fino al 1199, anno in cui Ezzelino ne fu legalmente riconosciuto signore. Nel 1259 Ezzelino III, l’odiato tiranno, morì e tutti i suoi beni furono confiscati.
Nella reazione che seguì a tale fatto fu compiuto, “in modo da far inorridire”, lo sterminio dell’intera famiglia di Alberico da Romano, fratello di Ezzelino, nel castello di San Zenone.
Bassano fu poi, fino al 1268, dominio di Vicenza; in quell’anno i padovani la rioccuparono. La tennero fino al 1320, anno in cui se ne impadronì Cangrande della Scala. Nel 1339 fu ripresa dai Da Carrara di Padova, ma nel novembre 1388 fu assalita da Gian Galeazzo Visconti che intendeva abbattere i Carraresi come già aveva fatto degli Scaligeri. Il dominio visconteo fu caratterizzato da continue guerre che impoverirono il territorio ed ebbe termine nel 1404, quando Bassano si diede a Venezia. Cominciò allora un lungo periodo di pace, che favorì il commercio e le industrie, interrotto in occasione della guerra della lega di Cambrai; nel luglio 1509 Bassano si arrese senza opporre resistenza, data l’imponenza delle forze nemiche, alle truppe imperiali di Massimiliano. Fu ripresa dai veneziani dopo qualche mese, ma nel 1513 i tedeschi tornarono all’assalto. I veneziani dovettero abbandonare la città, che fu saccheggiata. La pace del 1517 pose fine a questo turbolento periodo e permise il rifiorire dell’economia. L’importanza commerciale della città è confermata dal fatto che nella prima metà del ‘600 era mercato franco, cioè esente da dazi. Coinvolta nelle lotte che seguirono alla Rivoluzione francese e portarono alla caduta di Venezia (1797), passò sotto l’Austria nel 1815. Partecipò al Risorgimento e nel 1866 venne annessa al Regno d’Italia. Nella prima guerra mondiale fu centro di grande importanza strategica e si guadagnò quella fama di “città degli alpini” di cui è orgogliosa.
Durante la seconda guerra mondiale fu tenace centro della Resistenza antifascista, tanto da meritare la medaglia d’oro al valore che adorna il suo gonfalone.

Il Monte Grappa
Dopo l’offensiva austriaca del 1916, il Comando italiano decise che anche il massiccio del Grappa, dal quale si domina la parte orientale dell’altopiano di Asiago, fosse apprestato a difesa. Nel novembre 1917 il fronte italiano arretrò al Piave, e il Grappa assunse allora un ruolo di primaria importanza nella difesa del tratto di fronte fra Brenta e Piave. Furono qui inviate alcune divisioni, che vennero però attaccate da quattro divisioni scelte austro-ungariche guidate dal generale Krauss. I nostri furono costretti ad abbandonare numerose postazioni, tranne la cima del Grappa, dove il 24 novembre si arrestò l’avanzata nemica; per facilitare il forzamento della valle del Brenta, alcuni reparti della famosa divisione austriaca Edelweiss occuparono Col Bonato e il 26 vennero attaccati in massa il Col della Berretta e il costone fra questa vetta e l’Asolano; l’impeto nemico fu infranto dall’eroica Brigata Aosta e dagli alpini della Val Brenta. Gli attacchi si ripeterono senza sosta anche dalla parte verso il Piave e in ogni occasione il valore e il coraggio degli alpini si manifestarono in tutta la loro grandezza, come nella difesa di Val Calcino. Questa prima battaglia del Grappa, combattuta con sovrumano eroismo da pochi nostri soldati poveri di mezzi e senza riparo, fu decisiva per le sorti della guerra: la caduta del monte avrebbe infatti significato l’abbandono del Piave e la ripresa della ritirata italiana. Dopo questo primo tentativo, il nemico decise una sosta per prepararsi a un nuovo attacco; la sosta fu provvidenziale per i nostri che poterono ricostituire nuove unità. La nuova offensiva iniziò sull’altopiano di Asiago, dove il 5 dicembre crollò il caposaldo italiano delle Melette e il 6 il Monte Sisemol; il fianco sinistro della difesa del Grappa era così esposto alle offese nemiche. La battaglia riprese il giorno 11 con violenti bombardamenti nemici; nella tragica giornata del 14 gli austriaci ebbero ragione della difesa del Col della Berretta e del Col Caprile, mentre venivano respinti nuovi attacchi al saliente Col dell’Orso. Le Brigate Ravenna, Umbria e Campania e gli alpini del 3° Raggruppamento vennero segnalati dal Comando alla riconoscenza degli italiani per l’eroica difesa del saliente che l’artiglieria nemica batteva di fronte, di fianco e di spalle; il fondo della Val Calcino, per il sacrificio degli alpini della Val Marra e del M. Pavione, diveniva le Termopili d’Italia.
La battaglia sul Grappa cessò il 21 per riprendere il 23 sull’altopiano. Il resto dell’inverno fu speso dalla 4ª Armata a rafforzare le linee di difesa; nel giugno l’offensiva austriaca trovò questa armata, detta Armata del Grappa, ben appostata sulle sue posizioni, fornita di mezzi e appoggiata a forti difese. Il 15 giugno iniziò un violentissimo bombardamento nemico a cui seguì l’attacco delle fanterie dal Brenta alle Porte di Salton; gli austriaci occuparono quattro dei cinque caposaldi della nostra linea di resistenza e avanzarono quasi ovunque, contrastati con eroismo dai nostri. Nel pomeriggio dello stesso giorno cominciò il contrattacco italiano, che riuscì a riconquistare, nella notte e nel giorno seguente, quasi tutte le nostre linee; la battaglia era vinta.
Nell’ottobre 1918 la 4ª Armata ebbe ordine di iniziare la battaglia di liberazione. Essa sferrò il suo attacco il 24 e lo continuò con costanza eroica (24.000 morti in 7 giorni) nei giorni successivi, attirando su di sè tutte le riserve austriache del settore, che non furono più disponibili quando le altre armate iniziarono il 26 il passaggio del Piave. Il giorno 30 il fronte austriaco, ripetutamente assalito, crollò anche sul Grappa.
Note di Bruno Fracasso

Lo stemma della città di BASSANO “d’oro, alla torre quadrata, all’antica merlatura ghibellina, fondata sopra una base di tre gradini, sostenuta da due leoni affrontati, il tutto di rosso” (concessione del 1907) risale alla seconda metà del XII secolo.
Riprende un esemplare scolpito nel 1259 conservato sulla facciata del Monte di Pietà in piazza Monte Vecchio.
La presenza di questa rappresentazione dava nome all’antica Porta dei Leoni che si apriva nella cinta di mura della città in direzione di Padova.

Leoni e torre (provvista della caratteristica armatura lignea) simboleggiano la piazzaforte di Bassano, da sempre importanze dal punto di vista strategico e fieramente autonoma rispetto ai vicini Comuni di Treviso, Padova e Vicenza probabilmente fu adottata nel XIII secolo, epoca a cui risale la stesura degli Statuti del Libero Comune di Bassano.

Del 1443 è una rappresentazione con torre a merlatura guelfa e leoni coronati, modificazione soggetta al passaggio di Bassano alla Repubblica Veneta.

Durante il periodo napoleonico il territorio di Bassano viene elevato a Ducato, infeudato a Ugo Benedetto Maret. Lo scudo della città viene insignito della corona ducale, dalla quale è nascente un’aquila che, sotto il dominio Asburgico, diviene bicipite e abolita nel 1866 con l’annessione al Regno d’Italia.

La forma definitiva dello stemma è stata codificata nel 1906 dal conte Baldino Compostella Baseggio che pubblica il blasone nel Bollettino del Museo Civico di Bassano: “d’oro, alla torre quadrata di rosso, sostenuta da tre gradini dello stesso, merlata alla ghibellina, la merlatura sostenuta da un ordine di travicelli sporgenti, aperta del campo di un pezzo, finestrata dello stesso, pure di un pezzo, fabbricata [murata, ndr] di nero, accostata di due leoni di rosso”.

Il determinante “Del Grappa”, ripreso dal vicino Monte Grappa, è stato assunto nel 1928 per distinguersi dalle altre località omonime.

Note di Massimo Ghirardi

Parzialmente ripreso da Angelo Chemin “Storia dello stemma di Bassano del Grappa” 2001

Le origini di Bassiano sembrano perdersi nella notte dei tempi. L’origine del nome potrebbe forse risalire all’esistenza in loco di un “fundus Bassi” (possedimento di tale Bassus) divenuto poi “Bassianus” con l’aggiunta del suffisso indicante il possesso o la proprietà. E’ stato anche collegato alla devozione al vescovo San Bassiano, coprotettore locale. ?Da visitare: la piccola chiesa di Santa Maria, di forma rettangolare lunga m. 12 per 8, incastonata tra le abitazioni adiacenti, la cui struttura originaria venne realizzata dai monaci benedettini cassinesi nel XII secolo; l’Arco della Porticina, uno degli accessi alla cittadella, posto lungo la cerchia di mura realizzate dai Caetani tra la fine del XII e l’inizio del XIV secolo, da cui si raggiunge la bellissima chiesa medioevale di S. Nicola; la Scalinata della Porta Vecchia; la Via delle Mura che corre lungo il perimetro delle mura antiche offrendo ineguagliabili scorci panoramici sulla vallata sottostante; da vedere lungo il percorso il vicolo del Gallo e quello del Paradiso dal medievale fascino ancora intatto; la casa municipale (l’antico palazzo baronale); annessi al palazzo baronale da visitare: il Museo delle Scritture “Aldo Manuzio” e il Museo geologico dei Monti Lepini”; la collegiata di S. Erasmo esempio di neoclassicismo, il Santuario del Crocifisso dove vi è custodita un crocifisso ligneo scolpito dal frate bassianese Fra Vincenzo Pietrosanti nel 1673 sito nel bosco di Selva Oscura.

Note di Marco Palombo

Il comune di Bassano del Grappa fa parte della Comunità Montana del Brenta.

I comuni confinanti sono: Conco, Campolongo sul Brenta, Solagna, Pove del Grappa, Romano d’Ezzelino, Cassola, Rosà, Cartigliano, Nove, Marostica.

Alla Città di Bassano del Grappa è stata concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare con il D.P.C.M. del 6 settembre 1949.

Il Comune è gemellato con Voiron(Francia)e Muhlacker(Germania)

BLASONATURA

“D’oro, alla torre quadra, all’antica, merlata alla ghibellina fondata sopra una base di tre gradini, sostenuta da due leoni affrontati, il tutto di rosso. Lo scudo sarà fregiato di corona a cinque fioroni visibili, o di città”

D.P.C.M. 21 aprile 1907

SMALTI
ALTRE IMMAGINI

Stemma con la corona di città come alternativa prevista dallo Statuto Comunale

BLASONATURA

“Drappo di rosso…”

ALTRE IMMAGINI
Nessun'altra immagine presente nel database

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune
    Regio Decreto (RD)
    concessione
    21 Aprile 1907

    Regio Decreto (RD)
    concessione

    1815 città del Regno Lombardo-Veneto


    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    3 Giugno 1982

No items found