Città di Barcelona – (B)

Informazioni

Storia dello stemma e del comune

Lo stemma della capitale catalana Barcelona è di antica origine e fu regolamentato dalla Generalidad de Cataluña nel 1329, e recentemente ribadito e attualizzato nel 2004, unitamente alla bandiera municipale.

È la combinazione di due distinte armi: quello proprio della città di Barcelona, “d’argento alla croce rossa” o “croce di San Giorgio” il patrono della città (mutuate da quelle della cattedrale), con quello della casa reale di Aragona, “d’oro a quattro pali di rosso1, i cui membri portavano anche il prestigioso titolo di conti di Barcellona: a partire dal 1137 il conte Ramón Berenguer di Barcelona, sposando Petronila (o Peronella, ultima della casa reale d’Aragon, in quanto figlia di Ramiro II d’Aragona) divenne re Ramón Berenguer IV di Aragona. Per questo l’emblema aragonese divenne dal XV secolo anche il simbolo della Catalogna (Cataluña).

Fu il re Pedro III “il Cerimonioso” (Pere “el Cerimoniós”, 1319-1387) che concesse formalmente il “privilegio” delle armi al Consejo de Ciento della città il 4 luglio 1345, i cui araldi e nunzi potevano da quel momento ostentare il «signo nostro et signo dicte civitatis» (“il nostro segno e quello della detta città”). Ma era già in uso dal 1329.

Timbrato dalla corona regale, a segno della sovranità e “protezione” dei sovrani sulla città, capitale della contea e residenza della corte aragonese.

La sola croce (presumibilmente rossa in campo d’argento) è documentata in un sigillo del 1288 ed è da sempre identificata come la “Cruz de San Jorge” (o Sant Jordi, in catalano). È anche dipinta nel salone del Tinell nella residenza comitale barcellonese del XIII secolo.

Nelle Ordinacions del 1395 si precisa che: «Que per los Consellers, de present sia fet un penó larch ab senyal de Sant Jordi, ço és, la creu vermella e lo camp blanch, qui és senyal de la ciutat». La croce divenne quindi il simbolo dei ciutadans honrats e rappresentata sullo stendardo comunale che venne issato accanto a quello reale (con i quattro pali “vermigli”) in molteplici occasioni, soprattutto belliche.

Successivamente, quindi, verranno uniti in un unico emblema, nella disposizione dell’inquartatto dove i due emblemi hanno pari dignità, anche se il primo posto “d’onore” è tenuto da quello della città.

La Generalidad de Cataluña adotterà, nel 1359, la croce di San Giorgio come insegna, che verrà definita «ser les armes antigues de Barcelona».

Primae di essere ufficializzati in numero di quattro, i pali rossi d’Aragona non avevano un numero fisso: nelle diverse epoche furono rappresentati in numero di tre o anche due. Dal XVI secolo lo stemma di Aragona venne usato come emblema di tutta la Cataluña, inteso come Principado de Cataluña, erede dell’antico Condado de Barcelona, i cui titolari portavano il titolo di conte-re (comte-rei).

Non fu nemmeno sempre accettato pacificamente: per risolvere una furiosa controversia su quale dovesse  essere la configurazione dello stemma, nel 1996 si approvò una variante che non conservava nessuno degli elementi storici: ne’ la croce, ne’ i pali e nemmeno la corona. Anziché sopirle la decisione alimentò ulteriori polemiche, la Societat Catalana de Genealogia, Heràldica, Sigillografia, Vexillologia i Nobiliària fece ricorso e la vicenda ha avuto esito solo nel 2004, quando è stato ripristinato l’antico emblema inquartato.

Anche la corona non ha avuto una forma stabile, inizialmente era una corona reale aperta, tipica dell’araldica della regione (come si rileva ancora attualmente sullo stemma di Valencia).

Secondo alcuni autori (catalani) i “fioroni” della corona reale “catalana” (in realtà “generica”) andrebbero sostituita da “fleurs-de-lys” (gigli) ossia i “flors-de-lis dels antics Reis d’Aragó i Comtes de Barcelona

Nel XVII venne aggiunto un cimiero con la popolare figura della “vibra” (vipera) che però lascia presto il posto ad un pipistrello2 (murciélagorat penat) posto sopra un elmo cavalleresco munito di lambrecchini (lambrequines).

Nel XIX secolo ricomparve la “vibra”, come si può vedere nel Diari del Govern de Catalunya i de Barcelona del 1810, con e senza elmo.

L’eliminazione del “rat penat” dallo stemma venne percepito come una perdita di un elemento di rango, dato che era un elemento comune alle altre città capitali della Corona d’Aragona, come ancora si conserva negli stemmi di Palma di Mallorca e Valencia (entrambe capitali dei rispettivi Regni).

Nel 2004 venne formalizzata la corona reale chiusa, con ornamenti esteriori costituiti da un serto vegetale formato da un ramo di alloro e uno di palma (solitamente d’oro).

Si blasona:

  • in catalano, “[Escut] caironat quarterat: al 1r. i al 4t., d’argent, una creu plena de gules; i al 2n. I al 3r., d’or, 4 pals de gules. Per timbre una corona reial”.
  • In castigliano, “[Escudo] embaldosado cuartelado: al primero y al cuarto, de plata, una cruz llena de gules; y al segundo y al tercero, de oro, cuatro palos de gules. Por timbre, una corona real”.
  • In italiano, “[Scudo] inquartato: al primo e al quarto, d’argento, alla croce piana di rosso; al secondo e al terzo, d’oro, a quattro pali di rosso. timbro: una corona reale”.

 

(1): Le armi dei conti di Barcelona non sono derivate da quelle di Aragona che, al contrario, adottò quelle di Catalogna all’epoca del matrimonio di Ramon Berenguer con Petronilla (Peronella) d’Aragona; le armi originarie aragonesi erano “d’azzurro alla croce d’argento”. La contea di Catalogna era un’insieme di contee, ma il conte di Barcellona era in effetti parificato ad un monarca. Con la confederazione dello stato di Catalogna con quello di Aragona, verrà detto semplicemente “Regno di Aragona” che era quindi formato dall’unione nella persona del re, del Regno d’Aragona propriamente detto (con capitale Saragozza), con la Catalogna (o Contea di Barcellona). Nel 1137, la giovanissima Infanta Peronella (o Petronilla, figlia di Ramiro e Agnes del Poitou) poi ultima regina del casato d’Aragona, sposò Ramon Berenguer Conte-Principe di Barcellona (e marchese di Provenza), da quest’unione nacque Alfonso “il Casto” che divenne re d’Aragona a conte di Barcellona e che adottò per propria l’arma del Regno d’Aragona. Al nucleo originario si uniranno in seguito i territori ex saraceni del Regno di Valencia, quello di Maiorca, nonché la Corsica e la Sardegna (quest’ultima dopo aver sconfitto l’ultima dinastia dei Giudici di Arborea).

1) Arme originaria: “d’azzurro alla croce d’argento”;  Arme antica: “d’Argento alla croce piana di rosso accantonata da quattro teste di moro attorcigliate d’argento”, oggi Arma della Sardegna, secondo la tradizione concessa ai sardi come emblema dal re Giacomo I d’Aragona. 2) Arme moderna “d’oro caricato di quattro pali di rosso” che è però l’arme antica del conte-re di Catalogna e Aragona, assai diffusa in Araldica (anche Civica) e che, secondo la leggenda, sarebbe nato dal gesto compiuto dal re franco Ludovico il Pio (o Carlo il Calvo) che intinse la mano nuda nel sangue di Goffredo il Peloso di Provenza conte di Barcellona, gravemente ferito mentre combatteva i Saraceni in Spagna, e con le dita tracciò quattro linee verticali sullo stendardo reale d’oro dicendo ai sudditi “D’ora in poi saranno queste le vostre armi” (storicamente Ludovico era già morto prima della nascita di Goffredo.

 (2): il pipistrello è legato alla figura popolare dal re Giacomo I d’Aragona “il Conquistatore” e molte leggende sul “rat penat” sono dovute al valenzano “Llibre dels feits” (Libro delle Notizie): dove si racconta che il re volle commemorare un pipistrello che evitò la disfatta delle armate d’Aragona vicino Burriana, il possesso della quale ha permesso poi la conquista di Valencia. Questa leggenda è molto simile a un altra attribuita allo stesso re che, subito dopo la conquista di Maiorca, avrebbe protetto un pipistrello che viveva all’interno della prima moschea della città (poi consacrata come chiesa di San Miguel). L’origine più probabile di questo simbolo è legata alla “vibra” (“vipera” o drago) alata del cimiero del re Pedro IV d’Aragona che timbra altri stemmi “aragonesi” di alcune grandi città del Mediterraneo oltre a Barcelona, come Palma di Maiorca e Valencia. La figura del drago venne confusa con quella del pipistrello (ratpenat o, allora, ratapenada).

 

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Altre immagini



Profilo araldico


“[Scudo] inquartato: al primo e al quarto, d’argento, alla croce piana di rosso; al secondo e al terzo, d’oro, a quattro pali di rosso. Timbro: una corona reale”.
Oggetti dello stemma:
croce piana
Pezze onorevoli dello scudo:
palo

LEGENDA

  • stemma
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