Comune di Bagnolo in Piano – (RE)

Informazioni

  • Codice Catastale: A573
  • Codice Istat: 35002
  • CAP: 42011
  • Numero abitanti: 9536
  • Nome abitanti: bagnolesi
  • Altitudine: 32
  • Superficie: 26.74
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 11.8

Storia dello stemma e del comune

Come altri consimili il toponimo deriva dal latino BALNEUM, vale a dire ‘piccolo bagno’, ed è tipico delle località caratterizzate da copiose acque superficiali, acquitrini, sorgenti. Questa zona era particolarmente umida, per via della presenza di estese paludi e un’enorme distesa d’acqua tra il Crostolo e il Po, detta BONDENO, aveva il punto di massima profondità a poca distanza dall’attuale centro abitato in un punto detto GORGO.

 

Il ‘Bondeno’ ha dato origine a diversi luoghi con questo nome nella regione (vedi Reggiolo, Bondeno): è un nome dato dai Liguri (popolazione del ceppo celtico stanziata ben oltre l’attuale Liguria, per i quali ‘bunda’ era una conca, avvallamento) con il significato quindi di ‘senza fondo’ e in antico è confuso con il nome proprio del Po (anticamente Padus).

 

In seguito il ‘Bondeno’ venne colmato dai detriti del torrente Crostolo e del Cavo Rodano nel corso dei secoli IX e XI, ma la zona è tutt’ora caratterizzata da acquitrini e paludi (vedi anche: Novellara).

 

Nel 946 Adalardo vescovo di Reggio assegna la chiesa di Santa Mustiola posta vicino al CASTRO BANIOLUM.

 

Mentre del 1144 è la prima menzione della pieve di BANIOLO nel territorio soggetto ai Da Correggio.

 

Nel 1356 l’imperatore Carlo IV investe Feltrino e Guido Gonzaga dei feudi di Mantova e Reggio, a quest’ultima città erano associate anche Novellara e Bagnolo (Reggio si svincolerà da questi feudatari, mentre Novellara diverrà capitale della contea del ramo cadetto di Mantova comprendente Bagnolo).

 

Nel XVIII secolo l’ultima discendente dei Gonzaga-Novellara, Ricciarda, sposa Alderano Cybo di Massa e i territori reggiani passeranno agli Este di Modena (già in possesso di Reggio).

 

Nel 1796 sono cacciati gli Estensi dal Ducato e il nuovo ordinamento repubblicano attribuisce a Bagnolo e San Tommaso il titolo di Comune. Dal 1814 al 1859 entrambi sono assorbiti dal Comune di Reggio (nel 1851 San Tommaso è ceduto temporaneamente a Novellara).

 

Il 4 dicembre 1859 il dittatore delle province emiliane Luigi Carlo Farini decreta la re-istituzione del Comune di Bagnolo (con San Tommaso detto “della Fossa” come frazione).

 

Nel 1862, dopo l’Unità d’Italia, il Comune assume il determinante “IN PIANO”.

 

Lo stemma di Bagnolo più antico è raffigurato in un sigillo del 1625 (ma probabilmente risalente ai primi del XVII secolo), che presenta le armi dei feudatari: i conti Gonzaga di Novellara: una croce patente caricata dell’arme della famiglia. Si sa che all’epoca le armi dei Gonzaga-Novellara, signori di Bagnolo, per concessione imperiale presentavano una croce patente rossa in campo d’oro, accantonata da quattro aquile imperiali nere monocefale e coronate; alla croce era accollato uno scudetto con le armi proprie della famiglia: controfasciato d’oro e di nero, derivate da quelle del ramo principale di Gonzaga-Mantova, fasciato d’oro e nero (cfr. Novellara).

 

Durante il periodo di dominazione Napoleonica il comune di Bagnolo adottò la croce patente rossa in campo argento come proprio simbolo, anche come richiamo allo stemma di Reggio Emilia (analogamente al Comune di Reggiolo), capoluogo del Dipartimento del Crostolo al quale apparteneva anche Bagnolo.

 

Del 1866, è la prima raffigurazione a colori delle armi comunali dove la croce è di colore verde in un campo rosso. In araldica è considerato scorretto mettere uno “smalto” (o “colore”: rosso, verde, azzurro, porpora, nero) su un altro “smalto”; o un “metallo” (oro e argento, rappresentati come giallo e bianco) su un altro metallo. Si parte dal presupposto che lo scudo è sempre in metallo nobile e sopra quello si disegnano le figure (o si copre parte del metallo con un colore lasciando scoperte delle figure). Se accade si dice che la figura è “cucita” sul campo: come una pezza su di un tessuto. I documenti del 1866 recitano infatti: “croce verde cucita su campo rosso”.

 

In ambito gonzaghesco l’abbinamento cromatico rosso/verde storicamente non è una novità: il duca di Mantova Francesco II Gonzaga li aveva come colori della divisa alla battaglia di Fornovo di Taro del 6 luglio 1495, lo stesso personaggio lo si vede con queste vesti nel celebre quadro di Andrea Mantegna “La Madonna della Vittoria” (per l’omonima chiesa mantovana e oggi al Louvre). Quest’opera fu commissionata da Francesco al pittore padovano nel 1496 poco dopo la battaglia del Taro, come ex voto per la precaria vittoria riportata sui francesi. Egli si è fatto raffigurare in ginocchio ai piedi della madonna, in armatura da guerra con sopra una veste a liste verdi e rosse (damascate in oro e argento).

 

I colori rosso e verde sono stati interpretati in molti modi. Il rosso rappresenterebbe il sangue versato dai patrioti per l’Unità della Nazione e il verde la campagna fertile e pianeggiante dove è collocato il paese (e richiamante il “piano”).

 

Il Podestà di Bagnolo in Piano il 16 novembre 1929 firma un atto dove si dichiara che lo stemma presenta “uno scudo di rosso con cucita una croce patente di verde”. Si ritiene oggi che i colori siano un richiamo alla bandiera italiana; il nuovo Statuto Comunale, approvato nel 2000, recita: “Lo stemma del Comune… è costituito da una croce verde in campo rosso”. Di fatto lo stemma è stato formalmente riconosciuto solo col Decreto del Capo del Governo del 15 dicembre 1930.

 

Bisogna notare che la croce è intenzionalmente “in” campo rosso e non “cucita” come precedentemente; perché nel gonfalone ufficiale del Comune la croce presenta un filetto d’argento, cosa che ribadirebbe il richiamo alla bandiera nazionale: essendo andati perduti i bozzetti originali dell’approvazione presidenziale questo può essere accettato solo in via di ipotesi, confidando nel fatto che la ditta fornitrice abbia riportato fedelmente il disegno del documento ufficiale.

 

Di fatto alcune insegne poste dal Comune hanno presentato, fino a pochi anni fa, la croce verde filettata (d’argento) in campo rosso.

 

Note di Massimo Ghirardi

Si ringrazia Giovanni Iotti per la cortese collaborazione

 

Bibliografia:

 

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997.

AA.VV. STEMMI DEI COMUNI E DELLE PROVINCE DELL’EMILIA-ROMAGNA, a cura del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna. Editrice Compositori, Bologna 2003.

Romolotti (Giuseppe) a cura di. STORIA E GUIDA AI COMUNI EMILIANI. Il Quadrato, Milano 1972

Stemma Ridisegnato


Reperito da: Anna Bertola

Fonte: Archivio Centrale dello Stato

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Di rosso alla croce patente di verde. Ornamenti esteriori di Comune”.

Colori dello scudo:
rosso
Oggetti dello stemma:
croce patente

Gonfalone ridisegnato


Reperito da: Luigi Ferrara

Fonte: Archivio Centrale dello Stato

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo di colore verde riccamente ornato di ricami d’argento, caricato dello stemma del Comune con iscrizione centrale in argento “Comune di Bagnolo in Piano””

Colori del gonfalone: verde

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Capo del Governo (DCG)
    riconoscimento
    15 Dicembre 1930

    Regio Decreto (RD)
    concessione
    28 Agosto 1930