Città di Ascoli Piceno – (AP)
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Informazioni
- Codice Catastale: A462
- Codice Istat: 44007
- CAP: 63100
- Numero abitanti: 51168
- Nome abitanti: ascolani
- Altitudine: 154
- Superficie: 160.51
- Prefisso telefonico: 0
- Distanza capoluogo: 0.0
Storia dello stemma e del comune
Lo stemma della città di Ascoli Piceno è definito nello Statuto Comunale: “Di rosso al castello di travertino al naturale merlato alla ghibellina con due archi aperti e galleria sovrastante a cinque arcate, fiancheggiata da due torri dello stesso di diseguale altezza; quella di destra più alta merlata, l’altra a tetto. Ornamenti esteriori di Città” e riprende il blasone del RD di concessione del 10 dicembre 1935.
La figura si ispira probabilmente alla Porta Gemina (la “porta gemella” cioè “doppia” del I secolo, così detta perché formata da due arcate in conci di travertino, è nota oggi anche come Porta Romana), uno dei principali accessi alla città per chi proveniva da Roma dalla Via Salaria. Nel medioevo fu incorporata nel complesso delle fortificazioni urbane e ai suoi fianchi furono aggiunte le torri (delle quali una è ancora visibile) dal podestà De Morontis nel 1314, simboleggerebbe l’antichità e l’autonomia della città.
È riportato sul magnifico gonfalone ricamato, risalente all’epoca fascista (rispetto al quale ha perso i due fasci littori che lo fiancheggiavano) con diversi elementi allegorici, tra i quali un teschio di cavallo con serpi, e il motto VTRVMQVE NOBIS, che si può tradurre con “L’una e l’altra sono con noi” intendendo la forza e la prudenza nonché l’unione della nobiltà e del popolo della città nell’istituzione comunale. Il gonfalone è blasonato come un “Drappo di velluto cremisi con stemma … Iscrizione centrata CITTÀ DI ASCOLI PICENO” (RD 10/12/1935).
Secondo la leggenda lo stemma sarebbe stato usato per accogliere l’imperatore Carlo Magno, ma è probabilmente di origine duecentesca, la forma attuale ha perso il picchio in volo tra le due torri, come si vede nella versione adottata dall’Accademia dei Discordi, una tra le prime sorte in Italia, che prese anche il teschio di cavallo come emblema.
Antico centro dei Piceni, chiamata dai Romani AUSCULUM dopo che venne da questi ultimi conquistata nel 281 a.C. e collegato a Roma attraverso la Via Salaria.
Essendosi ribellata, nel 91 a.C. venne completamente distrutta da Strabone.
Fu evangelizzata nel IV secolo. La tradizione cristiana è legata alla figura del martire germanico Emidio. Morto nel 303 durante la persecuzione di Diocleziano, nato a Treviri, nominato sacerdote a Milano, fu destinato dal papa come vescovo ad Ascoli.
Nel 1703 un violento terremoto rase al suolo gran parte dei centri della regione, ma lasciò intatta Ascoli. Si attribuì il miracolo a sant’Emidio e dal quel momento venne invocato contro i terremoti, il suo culto si diffuse in molte città del centro Italia.
Nel 578 fu occupata dai Longobardi e aggregata al Ducato di Spoleto.
Nel 774 entrò a far parte del Beneficio di San Pietro (Stato della Chiesa).
Nel XII secolo si formò il Libero Comune e per questo venne in contrasto con la vicina Fermo, e venne saccheggiata da Federico II nel 1242.
Tra il XIV e XV secolo fu dei Malatesta, poi dei Tibaldeschi, in seguito del Regno di Napoli, di Francesco Sforza di Milano e, nel 1502, tornò definitivamente al papa fino al 1861, tranne il breve dominio Napoleonico durante il quale fu sottoposta a Fermo.
Dall’Unità d’Italia è capoluogo della provincia formata dall’unione dei territori di Ascoli e Fermo, nel 1862 adotta coronimo (nome di regione) “Piceno” per distinguersi da altri con lo stesso nome.
Dal 2004 Fermo e il suo territorio si sono nuovamente distaccati a formare una Provincia autonoma.
Nel 1868 il territorio comunale si è ingrandito con l’inclusione dei territori dei Comuni soppressi di Porchiano, Montadamo, Mozzano e Lisciano.
Nota di Massimo Ghirardi
Si ringrazia Alessandro Neri per la gentile collaborazione
Bibliografia
Carassai M. (a cura di). LE MARCHE SUGLI SCUDI. Atlante storico degli stemmi comunali. Livi, Fermo 2015.
Stemma Ridisegnato
Disegnato da: Massimo Ghirardi
Stemma Ufficiale
Logo
Altre immagini
Profilo araldico
“Di rosso al castello di travertino al naturale merlato alla ghibellina con due archi aperti e galleria sovrastante a cinque arcate, fiancheggiata da due torri dello stesso di disuguale altezza; quella di destra più alta merlata, l’altra a tetto. Ornamenti esteriori da Città”.
Gonfalone ridisegnato
Disegnato da: Massimo Ghirardi
Gonfalone Ufficiale
Altre immagini
Gonfalone nella versione in uso durante il periodo fascista.
Disegnato da: Massimo Ghirardi
Gonfalone nella versione in uso durante il periodo fascista.
Altra versione del gonfalone comunale
Disegnato da: Massimo Ghirardi
Altra versione del gonfalone comunale
Profilo Araldico
“Drappo di velluto cremisi con stemma civico sopra descritto nel centro. Iscrizione centrata “Città di Ascoli Piceno””.
“Drappo partito di giallo e di rosso…”
Disegnato da: Massimo Ghirardi
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune
Antico Diritto