Comune di Argenta – (FE)

Informazioni

  • Codice Catastale: A393
  • Codice Istat: 38001
  • CAP: 44011
  • Numero abitanti: 22575
  • Nome abitanti: argentani
  • Altitudine: 4
  • Superficie: 311.05
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 22.3

Storia dello stemma e del comune

«Fugge a sinistra intanto il bel paese,

et a man destra la palude immensa:

viene e fuggesi Argenta e ‘l suo girone

col lito ove Santerno il capo pone.»

(Ludovico Ariosto, Orlando Furioso)

L’importante centro di Argenta, il cui toponimo è forse connesso al colore chiaro “argenteo” del terreno ottenuto da imponenti opere di bonifica, è di probabile origina romana, anche se la tradizione vuole sia stata fondata dall’arcivescovo di Ravenna Esuperanzio nel V secolo per il controllo del confine del suo territorio, lungo la sponda destra del Po, intorno alla pieve di San Giorgio, il più antico luogo di culto cristiano della zona (oggi a circa un chilometro dal centro abitato).

 

Secondo uno storico locale, il conte Camillo Laderchi, poco dopo la sua fondazione, il territorio di Argenta venne donato al vescovo di Ravenna Agnello (556-569), da parte dell’Imperatore bizantino Giustiniano, che aveva riconquistato quei territorio agli Ostrogoti sconfitti in battaglia nel 540.

 

Per volontà dell’esarca bizantino di Ravenna, Smaragdo (603-611) venne fortificata e, per motivi non del tutto chiari, il centro abitato venne trasferito sulla riva sinistra del Po, divenendo rapidamente un importante centro di collegamento tra il territorio ferrarese e il ravennate.

 

Soggetta a Ravenna, data la sua posizione strategica, tra il XII secolo ed il XIV secolo Argenta fu lungamente contesa dagli Estensi. Nel 1200 fu presa d’assalto da un esercito ferrarese (ma composto da soldati mercenari anche modenesi e veronesi) che la conquistarono e la incendiarono, gli argentani e ravennati vennero fatti prigionieri e incarcerati a Ferrara, dove la gran parte morì di stenti. Inoltre vennero spezzate le catene che chiudevano il transito sul Po che vennero portate a Ferrara dove furono esposte nella cattedrale di San Giorgio come trofeo.

Solo l’8 marzo 1333 la città venne formalmente ceduta dall’arcivescovo di Ravenna ai signori di Ferrara, alla quale rimase legata fino alla devoluzione dello stato estense al papa nel 1598, entrando a far parte della Legazione Pontificia di Ferrara.

 

Lo stemma civico è stato riconosciuto con DPCM del 25 aprile 1957 e si blasona: “Di rosso, alla torre merlata alla ghibellina, coperta, sormontata dalla banderuola, aperta e finestrata, il tutto in argento, movente da uno specchio d’acqua di azzurro fluttuoso d’argento”.

 

L’emblema simboleggia la rocca a controllo della frontiera tra i territori di Ferrara e di Ravenna, che si viole fatta edificare verso il 1098 dall’antipapa Guiberto, compare in stampe sei-settecentesche, dove il castello talvolta presenta due torri.

 

Per atti di abnegazione, per i sacrifici della sua popolazione e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale, il comune di Argenta ha ottenuto

 

  • la Medaglia d’oro al valore civile il 9 ottobre 1973 (con la motivazione: «Fedele alle sue più nobili tradizioni, particolarmente provata dalla furia della guerra, sopportava, con fierissimo e dignitoso contegno, spaventosi bombardamenti aerei e terrestri, subendo la distruzione della maggior parte del centro abitato e offrendo alla causa della Patria e della libertà il sacrificio eroico di numerosissimi suoi figli. Argenta, 1940-1945»)
  • la Medaglia d’argento al valore militare il 16 aprile 1987 («Intrepida custode delle nobili tradizioni risorgimentali, Argenta, generoso centro della Pianura ferrarese, subì, per lunghi mesi, le atroci e inenarrabili sofferenze della guerra che vide i suoi edifizi, i suoi casolari, i campi fecondi, trasformati dalla furia e dall’odio dell’invasore in fortilizi e trincee nell’estremo tentativo di impedire l’inevitabile disfatta. Sottoposta a massicci bombardamenti che provocarono nell’intero territorio del Comune numerosissime vittime nonché la completa o parziale distruzione di quindicimila vani, la popolazione sopportò ancora l’atroce rappresaglia dell’oppressore, che invano tentò di annullare l’indomita resistenza dei suoi figli consacrati, pur in condizioni particolarmente difficili, alla lotta armata contro il duplice servaggio. Esempio luminoso della virtù di un popolo insorto, in uno slancio di fede, a piegare la tracotanza avversaria, a difendere la libertà, ad affermare i supremi ideali di giustizia e di pace per i quali schiere elette di martiri offrirono in olocausto la vita. Argenta, 8 settembre 1943 – 22 aprile 1945»).

 

Argenta è gemellata dal 2003 con Castelnau-le-Lez, comune francese del dipartimento dell’Hérault, nella regione Occitania.

 

 

 

Filo

 

L’attuale frazione di Filo è stato comune indipendente fino al 1859; sorse sulla riva del Po di Primaro, antico ramo meridionale del Po, la foce più importante del fiume fino al XII secolo. Secondo la tradizione, il nome derivava da Rivera Fili, la striscia di terra adiacente al corso del fiume. L’area attorno all’abitato era paludosa: una mappa storica mostra come il terreno tra Filo e l’odierna Alfonsine fosse quasi completamente sommerso da un acquitrino, chiamato Valle di Filo e di Logastrino.

 

Nel Basso Medioevo il Po di Primaro era una importante via di comunicazione fluviale tra la Pianura Padana e il mare Adriatico ed era percorso da chiatte che trasportavano diverse mercanzie, ma soprattutto il prezioso sale marino. A Filoaveva sede un hospitale, dedicato a San Giovanni Battista, per pellegrini e viaggiatori. Nel 1394 gli Este, marchesi di Ferrara, acquistarono dai da Polenta, signori di Ravenna, il territorio della “Riviera di Filo” da allora, la parte alla sinistra del fiume fece parte del territorio ferrarese.

 

Nel 1782, nell’area della valle di Filo venne scavato il nuovo corso del fiume Reno. Il fiume venne fatto scorrere in linea retta dalla Bastia di Argenta alla Madonna del Bosco. In seguito ai lavori, l’abitato di Filo si trovò distante dal fiume di circa 2 km. L’antico corso del Primaro continuò peraltro a segnare il confine tra ferrarese e ravennate.

 

Ne’ Filo, che San Nicolò e Codifiume che erano comuni “appodiati” di Argenta, non hanno mai avuto stemma proprio.

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

 

Bibliografia:

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA. Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997, p. 44.

Consiglio Regionale dell’Emilia-Romagna. GLI STEMMI DEI COMUNI E DELLE PROVINCE DELL’EMILIA-ROMAGNA, Compositori, Bologna 2003, pp. 336 e 451.

Plessi G. GLI STEMMI DEI COMUNI DELLE QUATTRO LEGAZIONI, Forni, Bologna 1999, p. 435-436.

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


Altre immagini


Nessun'altra immagine presente nel database

Profilo araldico


“Di rosso, alla torre merlata alla ghibellina, coperta, sormontata dalla banderuola, aperta e finestrata, il tutto in argento, movente da uno specchio d’acqua di azzurro fluttuoso d’argento”.

Colori dello scudo:
rosso
Oggetti dello stemma:
banderuola, specchio d'acqua, torre
Attributi araldici:
aperto, coperto, finestrato, fluttuoso, merlato alla ghibellina, movente, sormontato

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Pasquale Fiumanò

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini


Nessun'altra immagine presente nel database

Profilo Araldico


“Drappo di bianco al bordo di rosso…”

Colori del gonfalone: bianco, rosso
Partizioni del gonfalone: bordato

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM)
    riconoscimento
    24 Aprile 1957