Città di Apricena – (FG)

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Info
  • Codice Catastale: A339
  • Codice Istat: 71004
  • CAP: 71011
  • Numero abitanti: 13694
  • Nome abitanti: apricenesi
  • Altitudine: 73
  • Superficie: 171.52
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 49.0
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Deriva dal latino “porcus”, cinghiale. La leggenda attribuisce il nome a una cena, coena, a base di cinghiale, aper, che l’imperatore Federico II avrebbe cacciato e offerto ai suoi ospiti. Gli abitanti si chiamano Apricenesi.
Le sue origini affondano in epoca antecedente al Medioevo. Sembra che fosse colonia di Schiavoni (provenienti dalla Croazia) e di Albanesi. Spesso la si trova menzionata come Porcina o Precina. L’attuale denominazione deriverebbe, secondo la leggenda, da un episodio di cui fu protagonista Federico II: vi avrebbe sontuosamente cenato con un cinghiale (apri coena) da lui ucciso. In realtà l’imperatore svevo, che aveva nel luogo un castello di caccia, prediligeva questa cittadina, e nel 1230 le concesse vari privilegi.
Con

l’avvento degli Angioini, fu donata al Vescovo di Lucera (1300); successivamente fu feudo degli Attendolis e di varie signorie. Fu distrutta da un terremoto nel 1627.
Nel periodo preunitario, furono particolarmente attivi i circoli carbonari. L’attività estrattiva, iniziata artigianalmente dall’Ottocento, è diventata, nel corso del Novecento, una delle principali risorse economiche. A poca distanza si trovano i resti di Castel Pagano, borgo federiciano abitato dai saraceni fedeli all’imperatore. Fu abbandonato nel Seicento per mancanza di riserve idriche.

Tratto dal sito della Gazzetta del Mezzogiorno

I comuni confinanti sono: San Severo, Rignano Garganico, San Marco in Lamis, Sannicandro Garganico, Poggio Imperiale, Lesina, San Paolo di Civitate.

BLASONATURA

“Troncato, il primo, d’azzurro, all’alta coppa doppiamente ansata, fondata sulla linea di partizione, d’argento, sostenuta da due leoni, nascenti della detta linea, d’oro, linguati e allumati di rosso, poggianti il leone posto a destra la zampa destra sul piede della coppa e la zampa sinistra sulla coppa sotto l’ansa, il leone posto a sinistra la zampa sinistra sul detto piede e la zampa destra sulla coppa sotto l’ansa; il secondo, di rosso, al cinghiale di nero, armato d’argento, allumato di rosso. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante d’azzurro, il motto, in lettere maiuscole di oro: CENA DAT ET APER NOMEN TIBI APRICENA. Ornamenti da Città”

D.P.R. 13 giugno 2002

SMALTI
OGGETTI
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BLASONATURA

“Drappo di bianco con la bordatura di azzurro, riccamente ornato di ricami d’oro e caricato dallo stemma sopra descritto con la iscrizione centrata d’oro, recante la denominazione della Città. Le parti di metallo ed i cordoni sono dorati.”

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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune
    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    13 Giugno 2002

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    17 Settembre 2001

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