Comune di Ampezzo – (UD)

Informazioni

  • Codice Catastale: A267
  • Codice Istat: 30003
  • CAP: 33021
  • Numero abitanti: 1058
  • Nome abitanti: ampezzani
  • Altitudine: 560
  • Superficie: 73.61
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 63.7

Storia dello stemma e del comune

Il Comune di Ampezzo (Dimpeç in friulano, Petsch in tedesco) è noto anche come Ampezzo Carnico, per distinguerlo dall’omonima valle ladina di Cortina, si trova nell’alta valle del Tagliamento.

 

La più antica menzione di Ampezzo è nella cosiddetta “Donazione Sestense” del 762, con la quale tre nobili fratelli longobardi, Erto, Marco ed Anto, donarono i propri beni ai monasteri friulani di Sesto al Reghena e del Salt di Povoletto per essere ammessi come monaci in quelle comunità. Tra le proprietà donate a Salt si legge: “…casas in Carnia in vico Ampicio idest casa Iohanni et Marciolo”; il che fa presumere dell’esistenza precedente del “Vico Ampicio”.

 

Quanto al toponimo Ampezzo sono state proposte diverse interpretazioni ma la più popolare, sebbene non accertata, si riferisce ad “Am piceum” (vicino all’abete) che è stata ripresa dallo stemma comunale che mostra una casa alpina vicina ad un “pezzo” (dal latino piceum, abete).

 

Solo nel 1049 ricompare il nome del villaggio, allorché il patriarca Gotebaldo di Aquileja donò al monastero femminile di Santa Maria in Valle a Cividale quattro “massaricie” che si trovavano nel territorio di Ampez

 

Nel 1077 Enrico IV, imperatore eletto, concesse al patriarca d’Aquileia Sigerardo le contee del Friuli e dell’Istria, della marca di Carniola e altri territori erigendo il Patriarcato feudale di Aquileja, del quale il Friuli avrebbe costituito la parte più importante e duratura (tanto di ereditarne i simboli).

 

La piccola comunità di Ampezzo era quindi composta da agricoltori affittuari dell’importante monastero cividalese, da contadini dipendenti da altri signori laici ed anche da piccoli proprietari terrieri. La maggior parte dei quali dediti all’allevamento di bovini ed ovini, che permetteva di realizzare soprattutto formaggi utilizzati anche per il pagamento delle tasse. Il nobile che curava gli affari della badessa nella zona risiedeva nell’importante castello di Socchieve, dove si trovava anche la pieve, e attorno a quest’ultimo gravitava il villaggio di Ampezzo. Verso la metà del XIV il castello fu danneggiato da un violento terremoto e quindi abbandonato.

 

A Tolmezzo, capoluogo della provincia di Carnia risiedeva il gastaldo del patriarca che, direttamente o tramite un delegato, custodiva il castello di Tolmezzo e la rocca Moscarda, inoltre amministrava la giustizia, riscuoteva le tasse, dava in affitto terre e boschi e aveva il diritto di trattenere una parte delle multe e delle tasse per sé. Il territorio era organizzato in Quartieri che nella provincia di Carnia erano quattro, corrispondenti alle valli del Degano, del But, del Tagliamento inferiore e del Tagliamento superiore. Di quest’ultimo, denominato Quartiere di Socchieve, dal nome del capoluogo, faceva parte la Villa di Ampezzo.

 

Nel 1420 la Serenissima Repubblica di Venezia conquistò il Friuli centro-occidentale, ponendo fine al dominio del Patriarcato di Aquileia.

 

In conformità del trattato di Campoformido, i francesi abbandonarono il Friuli e la Carnia passò agli austriaci, che ne presero possesso nel gennaio del 1798.  Il 26 dicembre 1805 la regione tornò a Napoleone, e il Friuli diventò così uno dei dipartimenti del regno d’Italia.  Il periodo napoleonico fu effimero e nell’ottobre 1813 Ampezzo vide il ritorno degli austriaci. La Carnia fu inserita nel regno Lombardo-Veneto, costituito il 7 aprile 1815.

Verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, il 26 settembre del 1944 si costituì la Giunta di Governo della Zona Libera della Carnia e del Friuli, che durò fino al 10 ottobre, giorno in cui i Tedeschi, con 30.000 uomini cominciarono un feroce rastrellamento per l’eliminazione della Zona Libera. 

 

Nota di Massimo Ghirardi

 

Bibliografia:

 

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA. Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997, p. 31.

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“D’azzurro alla montagna di verde con a destra un abete al naturale e a sinistra una casetta pure al naturale. Ornamenti esteriori da Comune”.

D.P.R. 21 marzo 1974

Colori dello scudo:
azzurro

Gonfalone ridisegnato


Gonfalone Ufficiale


Profilo Araldico


“Partito di verde e d’azzurro…”

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    21 Marzo 1974