Comune di Abbadia San Salvatore – (SI)

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Info
  • Codice Catastale: A006
  • Codice Istat: 52001
  • CAP: 53021
  • Numero abitanti: 6722
  • Nome abitanti: abbadenghi
  • Altitudine: 822
  • Superficie: 58.92
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 57.5
Storia del Comune e informazioni Emblemi civici

Il nome “Abbadia” deriva dal tardo latino ‘abbatia’ che significa ‘dignità di un abate’. Tale abbazia è stata dedicata al Salvatore, da qui il nome Abbadia San Salvatore. Un’abbazia fu fondata nel 774 dal monaco longobardo Erfone del Friuli, ma la tradizione (forse per conferire maggior lustro al monastero) l’attribuisce al di lui re, Rachis successore di Liutprando, e alla sua consorte Thesia. Questi l’avrebbe dedicata al Santissimo Salvatore, la cui immagine gli apparve in un’aura luminosa sulla sommità di un albero durante una caccia al cinghiale nel 797, l’episodio sarebbe avvenuto in una spianata sul Monte Amiata presso un dirupo dove poi sorse il monastero benedettino. Lo stesso re Rachis si ritirò monaco a Monte Cassino. Lo stemma del Comune riporta questo avvenimento leggendario. L’abate dell’Amiata aveva un’ampia giurisdizione, analoga a quella dei vescovi ordinari, e amministrava la giustizia in vece dell’imperatore. Ai Benedettini successero i Camaldolesi, per i quali San Romualdo (fondatore dell’Ordine a Camaldoli) ne aveva ricevuta l’investitura dallo stesso imperatore Enrico II nel XI secolo. Dopo un periodo di crisi e di contrasti con i feudatari locali tornarono i Benedettini, ma l’abate Raniero, desideroso di ripristinare la disciplina e su pressante invito di papa Gregorio IX decise di sciogliere la comunità e di affidarla ai Cistercensi. Il 17 aprile 1228 arrivarono quindi, direttamente da Citeaux in Borgogna, alcuni monaci che ricostituirono il monastero affidandone le sorti allo stesso Raniero, reintegrato nella sua carica abbaziale. L’osservanza cistercense diede enorme lustro all’Abbazia che ebbe fino a 300 monaci, un celebre “scriptorium” e addirittura la proprietà del porto di Talamone sulla costa tirrenica. Il monastero venne soppresso dal Granduca di Toscana Pietro Leopoldo I di Lorena nel 1783. Nel 1939 i cistercensi ritornarono, chiamati dal vescovo di Chiusi. Ancor oggi si può ammirare il complesso abbaziale. La chiesa con due torri (una delle quali mutila) ricorda le chiese renane e risale alla ricostruzione dell’abate germanico Winizzone o Guinizzone la cui consacrazione avvenne il 13 novembre 1035, essendo papa Benedetto IX. L’interno è stato restaurato nel 1925. Dopo secoli di lotte con i potenti vicini, il 27 settembre 1347 Abbadia si sottomise con solenne cerimonia alla Repubblica di Siena, anche se tale “sottomissione” fu sempre tutt’altro che tranquilla. Nel 1557 si associò a Firenze. Il comune ha la sua origine nello Statuto concesso nel 1210 ai cittadini abbadenghi che si erano riuniti in Comunità, in rappresentanza dei numerosi abitanti insediati entro il perimetro delle fortificazioni abbaziali fin dal tempo dell’abate Rolando, alla fine del XII secolo, che li aveva chiamati per ricevere protezione dall’Abbazia e per offrire il loro aiuto in caso di attacco alla stessa da parte dei bellicosi vicini: gli Aldobrandeschi di Sovana e i conti di Santa Fiora. L’abate nominava i priori della Comunità, con un Camerlengo che manteneva i contatti con l’abate stesso, e successivamente ratificava la nomina del Podestà, che si occupava sia del Castello che della Comunità secondo l’uso tipico dei Comuni medioevali italiani. Nel 1867 le frazioni di BAGNI SAN FILIPPO, CAMPIGLIA D’ORCIA e VIVO D’ORCIA chiesero (ed ottennero) di essere distaccate dal Comune di Abbadia ed essere aggregati a quello di CASTIGLIONE D’ORCIA.   Note di Massimo Ghirardi e Roberto Pinca Bibliografia: Corridori (Ippolito) – Santioli (Arturo). L’AMIATA. Turismo, storia, arte. Cantagalli, Siena 1987

Fonte: Luigi Ferrara

Disegnato da: Massimo Ghirardi

BLASONATURA

“D’argento alla figura del Salvatore, uscente dalla cima di un castagno, al naturale. Ornamenti esteriori di Comune”

ATTRIBUTI
OGGETTI
ALTRE IMMAGINI
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Disegnato da: Bruno Fracasso

BLASONATURA

“Drappo di bianco…”

COLORI
ALTRE IMMAGINI
Nessun'altra immagine presente nel database

Fonte: Roberto Breschi

Disegnato da: Bruno Fracasso

BLASONATURA

“Drappo di azzurro caricato dello stemma comunale…”

ALTRE IMMAGINI
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune
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