Comune di Figino Serenza – (CO)

Informazioni

  • Codice Catastale: D579
  • Codice Istat: 13101
  • CAP: 22060
  • Numero abitanti: 5243
  • Nome abitanti: Figinesi
  • Altitudine: 329
  • Superficie: 4.95
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 14.0

Storia dello stemma e del comune

Figino Serenza si trova nella parte collinare della zona meridionale della Provincia di Como, nella cosiddetta “Brianza Comasca”, il principale corso d’acqua del territorio è il Serenza, affluente del Seveso, che percorre la valle e che dà il determinante toponomastico al Comune.

Il borgo è storicamente esistente dall’XI secolo, anche se i più antichi documenti che lo nominano sono del XIV secolo. Alcuni reperti di epoca romana testimoniano che la zona era abitata da molto tempo prima e che esisteva probabilmente un “vicus” agricolo.

Dipendente dalla pieve di Galliano, entrò a far parte del Contado della Marchesana e di quello Canturio (di Cantù), ebbe la sua chiesa dedicata a San Materno (ricostruita nel 1100).

Una famiglia di origine milanese, i Figino, divenne proprietaria di gran parte delle terre circostanti ricevute dai Visconti, il loro cognome prevalse e venne adottato dalla comunità, forse in onore del suo membro più illustre: Pietro Figino, vissuto nel XV-XVI secolo.

Nel 1475 il territorio della pieve di Galliano passò dalla dipendenza di Polidoro Sforza Visconti a quella di Francesco Pietrasanta.

Nel 1501 venne edificata una cappella sulla cima della collina, dedicata a San Michele Arcangelo, sempre dipendente dalla pieve di Galliano e du ricostruita nel 1616, come da testimonianza della visita pastorale di Carlo Borromeo.

All’inizio del XIV secolo i Figino cedono la proprietà ai comaschi Meraviglia, che avevano acquistato un’ampia estensione di terreno per impiantarvi la coltura del gelso, utile per l’allevamento del baco da seta.

Con decreto imperiale del 1º febbraio 1725 compare il comune di Figino con Rozzago nel compartimento territoriale della Lombardia Austriaca, soggetto alla Pieve di Galliano, distretto XI. Il comune di Rozzago era stato soppresso l’anno precedente, suscitando la protesta degli abitanti, il suo territorio comprendeva, oltre al capoluogo di Rozzago, i cascinali Moia, Bragianello, Castelletto, Barnicocca e Sant’Agata.

Nel 1751 Figino appartiene al Ducato di Milano, sempre soggetto alla pieve di Galliano, e il suo territorio è costituito, oltre che dal centro principale sviluppatosi intorno alla chiesa di San Michele, dalle cascine di Boffalora di sotto, Boffalora di sopra, Bricola, Boncazio, Corno, Croce, Baslotello, Malpaga e Cassinetta. Il feudo apparteneva al conte Antonio Pietrasanta.

Con la riorganizzazione territoriale dello Stato di Milano del 1791 il comune di Figino con Rozzago venne inserito nella Provincia di Milano.

Nell’Età napoleonica (1797-1816) e con la creazione della Repubblica Cisalpina, il comune di Figino con Rozzago fu inizialmente inserito nel Dipartimento del Lario, Distretto di Fino (dal 27 marzo al 26 settembre 1798), poi in quello dell’Olona – Distretto XXVIII di Cantù (1798-1801), per ritornare a far parte del Dipartimento del Lario (legge del 13 maggio 1801) – Distretto I di Como.

Per un breve periodo, venne assegnato al Distretto XI di Milano (1802) per poi tornare nuovamente nel Distretto I di Como, Cantone di Cantù, Comune di III classe (con meno di 3.000 abitanti). Data la scarsità di popolazione (662 ab.) venne decisa l’unione di Figino con Rozzago e Novedrate al comune di Carimante nel 1812 (Figino aveva diritto ad un consigliere comunale).

Con la Restaurazione austriaca, il solo Figino divenne comune autonomo, all’interno della Provincia di Como, Distretto XXVI di Mariano.

Nel 1862 venne decisa l’adozione del determinante Serenza, per distinguersi dall’omonimo Figino della periferia di Milano.

Lo stemma comunale si blasona: «Inquartato: nel 1º, di azzurro, alla chiesa d’argento con la facciata a sinistra, chiusa di nero, la porta sormontata dalla finestrella tonda, dello stesso, finestrata sul fianco con tre finestre ordinate in fascia, coperta di rosso, unita a destra al campanile d’argento, munito della cella campanaria di nero, coperto di rosso, chiesa e campanile fondati sulla collina trapezoidale di verde, fondata in punta; il 2º, di argento, alle due foglie di gelso, di verde, ordinate in banda; il 3º, di argento, alle due fiamme, di rosso, ordinate in sbarra; il 4º d’azzurro, al passero di rosso, posto in profilo. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, il motto, in lettere maiuscole di argento: PETRUS FIGINUS. Ornamenti esteriori di comune.»

Il gonfalone è un «drappo di bianco…»

Nel 1999 l’Amministrazione Comunale indisse un bando pubblico per la creazione del nuovo stemma e del gonfalone, dei diversi bozzetti giunti negli uffici comunale, la commissione ha valutato come migliore il disegno dell’artista locale Gino Ballabio.

Nel primo quarto è rappresentata, stilizzata, la chiesa di San Michele che sorge sulla collina a dominio del capoluogo; nel secondo, su fondo argento, appaiono due foglie di gelso, che richiamano l’attività della bachicoltura, assai diffusa in passato; nel terzo, sempre su fondo argento, sono rappresentate due fiamme rosse, simbolo dei fuochi invernali, tradizione di origine medievale (la vita contadina, dettata dal cambio delle stagioni, incominciava con la semina e terminava coi grandi fuochi rituali del solstizio d’inverno); nel quarto appare un passero  (Passer domesticus). Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, è inscritto il nome latino di PETRUS FIGINUS.

La simbologia è dichiarata nella relazione che il Comune ha inviato a Roma per ottenere il decreto di riconoscimento:

“Per motivazioni storiche, sociali e culturali legate al paese di Figino Serenza si è voluto che lo stemma comunale contenesse:

–       Una collina con sulla sommità una chiesa, come peculiarità paesaggistica del territorio che abitiamo;

–       Le foglie del gelso bianco (Morus alba) in coppia, per essere stato simbolo di prosperità e crescita dello sviluppo agricolo e sociale di Figino Serenza;

–       Due fiamme, segno di passaggio e di continuità tra il lavoro agricolo (si bruciava per rigenerare) e il lavoro siderurgico (si bruciava per produrre): così com’è fuoco, doloroso e necessario;

–       La sagoma di un passero comune (Passer domesticus It.), perché il territorio è sempre stato abitato da questi piccoli compagni volanti: simbolo di astrazione, sogno comune del volo, desiderio di semplicità e augurio per il futuro;

–       Una “lingua bifida e svolazzante” di colore azzurro con impresse le parole “PETRUS FIGINUS” a testimone del personaggio famoso che nell’antica storia diede nome al Paese di Figino Serenza.

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Inquartato: nel 1°, di azzurro, alla chiesa d’argento con la facciata a sinistra, chiusa di nero, la porta sormontata dalla finestrella tonda, dello stesso, finestrata sul fianco con tre finestre ordinate in fascia, coperta di rosso, unita a destra al campanile d’argento, munito della cella campanaria di nero, coperto di rosso, chiesa e campanile fondati sulla collina trapezoidale di verde, fondata in punta; il 2°, di argento, alle due foglie di gelso, di verde, ordinate in banda; il 3°, di argento, alle due fiamme, di rosso, ordinate in sbarra; il 4° d’azzurro, al passero di rosso, posto in profilo. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, il motto, in lettere maiuscole di argento: PETRUS FIGINUS. Ornamenti esteriori di comune.”

Gonfalone ridisegnato


Reperito da: Luigi Ferrara

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini


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Profilo Araldico


“Drappo di bianco…”

Colori del gonfalone: bianco

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    19 Luglio 1999