Cardinale Tarcisio Pietro Evasio Bertone


Cardinale Tarcisio Pietro Evasio Bertone

Dalle ore 20:00 del 28 febbraio 2013, papa Benedetto XVI ha lasciato la cura degli affari ordinari della chiesa nelle mani di un collegio di tre cardinali presieduto dal card. Camerlengo (nominato il 4 aprile 2007), aprendo così ufficialmente l’interregno tra due pontefici, noto come “Sede Apostolica Vacante”. Durante questo periodo si alzano nello Stato le insegne del cardinale camerlengo in carica, in luogo di quelle del pontefice dimissionario.

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Profilo araldico


D’azzurro, alla torre circolare, aperta e finestrata di cinque pezzi, il tutto al naturale, fondata su di un colle di verde; mantellato di rosso, caricato a destra da un Chrismon ed a sinistra da una M sormontata da una stella di otto raggi, il tutto d’oro”

Note stemma


Le armi sono composte dallo stemma proprio del card. Bertone: “D’azzurro, alla torre circolare, aperta e finestrata di cinque pezzi, il tutto al naturale, fondata su di un colle di verde; mantellato di rosso, caricato a destra da un Chrismon ed a sinistra da una M sormontata da una stella di otto raggi, il tutto d’oro”. Accollato alla croce doppia della dignità di arcivescovo e sovrastato dal cappello (galero) prelatizio rosso con trenta fiocchi pure rossi, 15 per lato. Il motto latinosi traduce: “custodire la fede e conservare la concordia”.

 

La torre è un simbolo religioso: simboleggia la Vergine come “Turris Eburnea” (anche se, i questo caso non è d’avorio ma di pietra) e la saldezza della fede. Il “Chrismon” (o Krismon) è termine greco che indica il monogramma formato dalle lettere X (chi) e P (ro), con la X accollata al piede della P, ritenuto monogramma di Cristo da tempi remoti. In oro caricava le armi dei militi bizantini, in alternativa alla semplice croce. Secondo alcuni fu questo il celebre “signum” apparso in sogno a Costantino il Grande prima della battaglia di Ponte Milvio, che decretò la sua vittoria su Massenzio per la carica imperiale.

La M sovrastata dalla stella a otto punte è un altro simbolo mariano, e simboleggia le “stella maris” ossia la Madonna, che venne designata formalmente come “regina” dalla Repubblica di Genova, città della quale Bertone è stato arcivescovo.

Il disegno “mantellato” è stato adottato al momento della nomina a cardinale. Quanto era arcivescovo di Genova (e, ancor prima, di Vercelli) lo stemma era leggermente differente.

Sopra lo stemma cardinalizio sta l’insegna propria della dignità di Camerlengo ossia il Gonfalone papale, detto impropriamente “padiglione”,un ombrello parasole decorato a triangoli(gheroni) rossi e oro, coi pendenti tagliati a vajo; con l’asta d’oro in forma di lancia e con l’arresto attraversato dalle chiavi pontificie. Deriva dal parasole vero e proprio usato nell’accoglienza degli alti dignitari imperiali romani (e non solo), è segno di onore e riguardo, come tale veniva conservato nelle chiese insigni per l’accoglienza del papa. Dal XIX secolo è concesso come emblema anche a tutte le chiese elevate al rango di Basilica (da cui in nome, improprio, di ombrellino basilicale).

NB: lo stemma compare anche sulle monete (in Euro) emesse durante la Sede Vacante dallo Stato della Città del Vaticano, per i francobolli s’è invece deciso di rappresentare il solo gonfalone con le chiavi pontificie sorrette da un angelo.

Nota e disegno di Massimo Ghirardi

Si ringrazia Giuseppe Quattrociocchi per l’amichevole collaborazione

LEGENDA

  • stemma
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