Želiv

Narození Panny Marie klášter v Želivě

(Abbazia della Natività di Nostra Signora in Želiv) – Canonici Regolari Premostratensi



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Il monastero di Želiv fu fondato dal re Soběslav I e dalla moglie Adléta presso il villaggio di Želej, con il contributo del vescovo Otou (Otto) di Praga, nel 1139 per i benedettini dell’abbazia di Sázava alla confluenza dei fiumi Želivka e Trnava.

 

Dopo una decina d’anni risultava abbandonata, e ai benedettini si sostituirono i premostratensi provenienti dall’abbazia renana di Steinfeld, guidati dall’abate Gottschalk, la stessa comunità che aveva sostituito i canonici all’abbazia di Strahov. Venne ridenominato col biblico nome di “Siloe” (in tedesco: Seelau) su indicazione del vescovo di Olomuc, Jindřich Zdík (fondatore anche dell’abbazia praghese di Strahov).

 

Il monastero prosperò al punto da poter aprire filiali a Geras e Pernegg nel 1187, nonché in altre zone del Regno di Boemia: a Milevsko, Louňovice pod Blaníkem (1149), Kounice (fondata nel 1181).

 

Distrutto da un incendio nel 1375, venne ricostruito ma venne saccheggiato e distrutto per ben due volte dagli hussiti, nel 1420 e nel 1424, con la comunità costretta a fuggire nella città di Jihlava; un ex monaco dell’abbazia, Jan Zelivsky, divenne uno dei più noti e radicali predicatori seguaci delle dottrine di Jan Hus.

 

Per la fedeltà al cattolicesimo alla metà del XV secolo le proprietà vennero confiscate  dal re Giorgio di Poděbrady e destinato ai membri della nobiltà, nel 1467 il governatore divenne Burian Trčků di Lipa, di fede hussita, al quale si deve l’espulsione dell’abate e della maggior parte dei canonici, la trasformazione del monastero in stile tardo-gotico, un suntuoso edificio che prese poi il nome di castello Trčkov. Nell’atto di cessione però la famiglia si impegnava al mantenimento di tre canonici premostratensi per le esigenze di culto.

 

L’abate di Strahov, don Kašpar di Questenberk, riuscì a riacquistare il complesso per 18.000 fiorini d’oro il 19 luglio 1623 da Maria Trčkové. La comunità monastica venne ripristinata nel 1643, l’abate Siard Falco riuscì a restaurarlo e renderlo abitabile, il suo successore don Milo Strobl, completò l’opera. Nonostante nel 1643 il monastero fosse stato oggetto di attacchi da paret dei protestanti, nel 1645-46 fu gravemente danneggiato dagli svedesi, solo nel 1680 si iniziò la ricostruzione. 

 

Nel 1712 un altro incendio lo distrusse di nuovo e nel 1713-1720 fu ricostruito secondo i piani dell’architetto di origine italiana, ma nativo di Praga, Jan Blažej Santini-Aichel (Johann Blasius Santini-Aichel) nell’esuberante stile tardo barocco boemo che ancora lo caratterizza. In quel periodo la Prelatura ritornò ad essere una “Abbazia”.

 

Un altro spaventoso incendio nel 1907 rischiò di distruggere completamente il grande complesso, ma fu prontamente riparato dall’abate don Joseph Roubíček.

 

Nel 1950 il monastero venne soppresso dalle autorità comuniste, i residenti furono inizialmente trasferiti a Broumov, mentre Želiv venne trasformato in campo di internamento per i religiosi politicamente scomodi (arrivò ad ospitarne oltre 400), tra loro il cardinale Frantisek Tomasek , l’arcivescovo Karel Otčenášek, il provinciale dei Gesuiti Leopold Škarek e altri illustri membri del clero “resistente” cecoslovacco.

 

Nel 1954 venne trasformato nel famigerato ospedale psichiatrico Havlíčkův Brod.

 

Il monastero fu restaurato nel 1990 e completamente ripristinato negli anni seguenti; i premostratensi poterono prenderne possesso nel 1993. L’8 febbraio 2010 è stato inserito nell’elenco dei monumenti culturali nazionali, mentre i lavori di restauro sono tutt’ora in corso.

 

Lo stemma dell’abbazia si presenta: “Inquartato: nel primo e nel quarto d’azzurro a due chiavi d’oro decussate con gli ingegni verso l’alto; nel secondo e nel terzo di rosso a due forcelle d’argento decussate; sul tutto lo scudetto d’argento all’aquila di nero al volo spiegato col capo coronato d’oro e fiancheggiato dalle lettere capitali S e A dello stesso, timbrato dalla corona di Principe del Sacro Romano Impero”.

Abitualmente lo stemma, oltre a essere insignito della mitra e del pastorale abbaziale, è sormontato dalla figura della Vergine col Bambino, a cui è dedicata la chiesa, nascente da una nuvola.

 

Le chiavi d’oro sono l’attributo iconografico di San Pietro Apostolo e, per estensione, indicano il legame con la Santa Sede, mantenuto durante le guerre di religione contro gli hussiti.

 

 

 

 

 

Nel XIV secolo si ha notizia della produzione di birra presso il monastero di Želiv, attività che venne perseguita anche dalla famiglia Trčků, per i quali rappresentava un notevole introito e che fecero coltivare luppolo e cereali proprio di fronte al castello.

 

I premostratensi, dopo il restauro, si impegnarono nella produzione della birra, fino al 1907, quando il monastero Želiv venne devastato dal grande incendio, che distrusse non solo l’abbazia e annessi, ma anche la fabbrica di birra, che era, come attualmente nel seminterrato del palazzo dell’Abate. L’edificio dell’abbazia fu restaurato nel giro di pochi anni, ma il birrificio del monastero non fu ripristinato.

 

Solo nel 2003 venne ripresa la produzione a Želiv, quando venne fondata la Birreria Želiv. Tuttavia, il birrificio non ha avuto successo inizialmente, aveva una tecnologia obsoleta e l’attività venne interrotta alla fine del 2009.

 

Nel 2010 però i Canonici fondarono una nuova birreria al monastero, la Želivský Pivovarna,  con una tecnologia di produzione avanzata che offre oggi non solo una vasta gamma di birre chiare classiche e ad alta fermentazione ma anche visite guidate agli stabilimenti, e week-end tematici sulla birra (abbinati a esperienze di ritiro e spiritualità).

 

Attualmente si può degustare:

 

  • La Haštal 12° světlý ležák (lager chiara), Haštal è stato il terzo abate del monastero in Želiv, che con una intensa preghiera fece scaturire una fonte abbondante di acqua cristallina, che per molti secoli ha fornito l’acqua al monastero ed è ancora usato dalla gente del paese, con essa si produce questa birra leggera con una gradazione alcolica del 5,0% in volume, proveniente dalla ricetta originale del monastero risalente ai XIV secolo, assomiglia alla lager ceca (Plzeň).
  • La Salesius 15° světlý speciál, è una birra non pastorizzata e non filtrata, prende nome da Salesius Josef Roubíček, 47 ° abate, che presiedette alla ricostruzione dell’abbazia e della fattoria dopo il grande incendio nel 1907. La Salesius è una birra speciale con una gradazione alcolica di 5,9% vol., ottenuta con diversi tipi di malto. 
  • La Pšeničný ležák Jeroným 12°, è una lager di frumento non filtrata e non pastorizzata, che prende il nome dall’abate Jeronym Hlin (1703-1725). Che restaurò la chiesa e il monastero dopo l’incendio del 1712 affidando l’incarico all’architetto Santini.
  • La Gottschalk fu la prima birra prodotta dopo il restauro nel 2009, una birra “da monastero” (adatta al consumo quotidiano) a fermentazione alta con una gradazione alcolica del 6,5% in volume, una “Birra d’Abbazia” in stile trappista belga. L’abate Gottschalk fu il primo dei superiori premostratensi dell’abbazia.
  • La Siard Falco, a fermentazione alta con aroma di ciliegia e con gradazione alcolica del 5,2% in volume, prende anch’essa il nome di uno dei celebri abati (come altre).
  • La Castulus, leggera con una gradazione alcolica del 6,5% Vol.
  • La Marsil, alle erbe. 
  • La Magni, ai mirtilli.
  • La Milo 10, leggera e in stile ango/amerivano, è il tipo servita alla spina della birreria, vol. 3,9%.
  • La Drslav, una birra speciale tipo Ale.
  • La Vánoční Imperial stout al peperoncino: Birra in stile britannico tradizionale tipo Ale ALE, scura, piuttosto secca. Caratteristico è il sapore di cioccolato, fornito con malto di frumento tostato speciale.

 

Si producono anche birre speciali in occasione del Natale, del Carnevale, della Pasqua, e di altri eventi, per curiosità citiamo:

 

  • La Siard Pšeničné pivo 11, tipo Weizen bavarese ad alta fermentazione.
  • La Falken tmavý speciál, scura 14° tipo Schwartzbier Dark dello stile di Dortmund
  • La Vitus “historická receptura” da una ricetta storica del 1626, che cerca di avvicinarsi allo stile delle birre storiche. Come ai vecchi tempi si usa il malto di frumento (che era più economico) ed erbe officinali, ribes, assenzio e miele, in produzione il 13 ottobre 2012 in occasione del 100 ° anniversario della nascita dell’abate don Vitus Bohumil Tajovský .
  • In occasione dell’anniversario della consacrazione della chiesa abbaziale della Nascita di Nostra Signora di Zeliv il 7 ottobre 2014 venne creata la Vánoční specilání polotmavé pivo 18° una birra semi-scura ad alta gradazione in stile “natalizio”.

 

La produzione è oggi controllata dal mastro birraio, Jiří Kratochvíl, ed utilizza prevalentemente materie prime della regione.