Tihany

Szűz Mária és Szent Ányos Tihanyi apátság

(Abbazia di Santa Maria e Sant’Aniano di Tihany) – Monaci Benedettini della Congregazione Ungherese



Altre immagini

Nessuna immagine

La penisola di Tihany, sul lago Balaton, era abitata fina dall’età del ferro, di quel periodo è rimasta traccia di un fortino di terra. Il primo documento scritto in cui si menziona il luogo risale al medioevo, quando il re Andrea I vi fondò nel 1055 l’abbazia di Tichon (l’attuale Tihany) affidandola ai monaci benedettini, dove volle essere sepolto assieme ai suoi famigliari, oggi la cripta è uno dei più antichi edifici romanici della regione.

 

Venne risparmiata dagli invasori tatari (1241), nonostante fosse difesa solo da una muraglia.

 

Nel 1534 la vita monastica venne soppressa e l’abbazia trasformata in una fortezza a controllo di quest’area del Balaton, successivamente tutte le vestigia dell’antica abbazia vennero smantellate fino alla restituzione della chiesa ai benedettini nel 1674. Un furioso incendio nel 1683 però cancello quello che rimaneva (con esclusione della cripta) degli edifici in rovina.  Dopo la guerra contro i turchi del 1699 vennero smantellate anche le opere difensive nel 1702.

La ricostruzione, pressoché completa, promossa dall’abate don Ágoston Lécs, avvenne in pieno periodo tardo-barocco a partire dal 1719 secondo i disegni dell’architetto carmelitano Márton Wittwer: il poco di medioevale che rimaneva lasciò il posto ad un nuovo monastero e ad una nuova chiesa iniziata nel 1754, con le due torri gemelle alte 35 metri, consacrata nel 1763 e dedicata a a Sant’Aignan (Aniano), vescovo di Orléans, morto nel 453, popolare perché combatté gli Unni e (per estensione) considerato un protettore contro gli invasori infedeli.

Sulla parte più alta della penisola si gode uno splendido panorama sia su Belső-tó (Lago Interno) che a Külsõ-tó (Lago Esterno). In passato questa posizione strategica fece sì che il complesso si trasformasse in una fortezza, soprattutto in funzione antiturca. Nel 1752 furono aggiunte le due torri campanaria, che sono ancora oggi il simbolo della località. 

Nel 1786 l’imperatore Giuseppe II soppresse l’abbazia, tutta la comunità dovette abbandonarla, ad eccezione di un monaco, che ricevette l’incarico di parroco. La biblioteca, compresi gli arredi, venne dispersa.

I benedettini ripresero possesso del luogo nel 1802, contemporaneamente all’arciabbazia di Pannonhalma.

 

Nel 1889 la chiesa e alcuni locali del monastero vennero rinnovati e ridecorati da famosi artisti dell’epoca, tra i quali: Lajos László Deák-Ébner , Károly Lotz e Bertal Székely.

L’ultimo re d’Ungheria (e imperatore d’Austria) Carlo IV d’Asburgo-Lorena vi fu imprigionato per un breve periodo, dopo un fallito tentativo di restaurazione monarchica.

Nel 1950 una nuova legislazione socialista soppresse nuovamente gli Ordini religiosi, i benedettini dovettero lasciare un’altra volta Tihany che venne soppressa, con eccezione della parrocchia, per essere trasformata in una sede amministrativa e politica e, più tardi, in un museo.

 

Nel 1990 i benedettini poterono riprendere possesso dell’abbazia, vennero intrapresi i restauri tra il 1992 e il 1996 ed oggi è una importante meta turistica e religiosa.

Oggi è un Priorato Conventuale dipendente da Pannonhalma.

 

Lo stemma dell’abbazia mostra la figura di un santo vescovo (Aniano) nell’atto di salvare una nave con alcune persone a bordo. In origine era lo stemma personale dell’abate don Augustinus Lécs, restauratore del complesso architettonico nel XVIII secolo, si trova all’interno della chiesa in diversi punti e, col tempo, è divenuto lo stemma del monastero. 

Seguendo la pratica dei monasteri occidentali anche l’abbazia di Tihany ha recentemente iniziato (aggiungendosi alla tradizionale industria delle candele e liquori) la produzione della propria birra, ulteriore produzione per incrementare gli introiti per il mantenimento e la gestione del complesso.

Padre Richárd Korzenszky ha concesso la licenza di produrre la birra “Tichon Apátsági sör” (“birra dell’abbazia di Tichon”, dal nome originale della fondazione) alla birreria Stari di Tapolca, che attualmente ha in catalogo:

 

  • Tichon Apátsági sör világos, una pilsen leggera
  • Tichon Apátsági sör vörös, rossa
  • Tichon Apátsági sör búza, bianca
  • Tichon Apátsági sör meggyes, alla ciliegia
  • Tichon Apátsági sör levendulás, alla lavanda