Ten Duinen

Abdij Onze-Lieve-Vrouw Ten Duinen/Abbaye de Notre Dame des Dunes

(Ex Abbazia di Nostra Signora delle Dune) – Monaci Cistercensi



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Nel 1107, un monaco benedettino, Ligier, fondò un eremitaggio con alcuni discepoli nella regione poco abitata delle Dune nelle Fiandre Occidentali.

Nel 1122 il vescovo di Thérouanne di Jean I de Warneton, lo elevò al rango di abbazia con il titolo di Sainte-Marie-des-Dunes.

Nel 1127 l’abate Foulques, successore di Ligier fece costruire degli edifici in muratura, in sostituzione dei precedenti il legno, e una cappella adatta ad accogliere la comunità.
Nel 1138 lo stesso Foulques chiese l’affiliazione all’Ordine di Citeaux, che era stato fondato una ventina d’anni prima, visitando il 31 maggio l’abbazia di Clairvaux (quarta “figlia” di Citeaux”) e sottomettendosi all’obbedienza di san Bernardo che lo accolse paternamente nella congregazione assieme ai suoi confratelli e lo rinviò alla sua abbazia in compagnia di un monaco fiammingo di Clairvaux, Robert de Bruges. San Bernardo, come abate della casa-madre, visitò Ten Duinen nell’aprile del 1139 per installarvi Robert come primo abate cistercense. Alla morte di Bernardo, Robert verrà chiamato a succedergli a Clairvaux nel 1153 e Albéron salirà sulla cattedra abbaziale, per poco tempo, perché già nel 1155 il suo posto verrà preso da Idesbald.

Sotto il suo abbaziato il monastero si svilupperà rapidamente acquisendo un grande prestigio, anche per la personalità dei suoi abati (Idesbald, che verrà santificato, Bernard Campmans, Jan Crabbe che fu uno dei primi committenti di Hans Memling) e per l’erudizione dei suoi monaci (tra i tanti Gilles de Roya, Charles de Visch, Adrien de But) che arriveranno ad essere oltre 300.

Venne anche intrapresa la costruzione di una grande chiesa abbaziale, che però verrà terminata solo nel 1262, e sarà una delle più grandi delle Fiandre (la navata era luna 115 metri), sede di un abate con poteri temporali su un territorio di 10.000 ettari di terre tra Dunkerque e la foce dell’Escaut.

A seguito delle inondazioni e tempeste, che fecero crollare le dighe con le quali i monaci avevano ricavato terreni agricoli dagli acquitrini (in uno dei testi appartenenti all’abbazia compare per la prima volta nella storia la parola polder usata per indicare un territorio bonificato “conquistato dal mare”) cominciò un periodo di crisi.
Purtroppo gravi rovesci finanziari, ulteriori inondazioni, guerre (soprattutto quella dei Cent’Anni, dove la comunità francofona venne presa di mira dai fiamminghi filoinglesi) e la inosservanza della disciplina con conseguente crisi di vocazioni, provocarono il declino del monastero fino al 1453, quando i monaci si decisero a lasciare l’abbazia. uno dei problemi più gravi era il progressivo insabbiamento degli edifici, il comune e il clero diocesano di Furnes però si oppose alla partenza della comunità, ciononostante nel 1550 solo una ventina di monaci vivevano all’abbazia.

La catastrofe arrivò nel 1566, con l’assalto e le distruzione degli edifici da parte dei protestanti iconoclasti, la biblioteca venne incendiate e i monaci dispersi. Ritornati alla loro abbazia semidistrutta venne nuovamente attaccata e incendiata dai calvinisti gandesi nel 1578. Fu in quell’occasione che una strana luce notturna indicò la tomba con i resti di Sant’Idesbald, il terzo abate, che si riteneva perduta; il segno venne interpretato (dai cattolici) come un segno della benevolenza divina.

Nel 1601 l’abate Laurent van den Berghe condusse quel che restava della sua comunità presso una fattoria di proprietà a Bogaerde, tra Furnes e La Panne, dove subito mise in cantiere la costruzione di un nuovo monastero. L’abate Bernard Campmans (1632-1642), che pure condusse i lavori di costruzione, decise di trasferire l’abbazia a Bruges nel 1622, in un palazzo (detto “Refuge”) del nel Quai de la Poterie (Potterierei) già di proprietà dell’abbazia di Ter Doest, una delle figlie di Ten Duinen.

Per marcare la continuità storica la nuova residenza mantenne la denominazione di Notre-Dame des Dunes. La biblioteca venne ricostituita con i fondi delle due abbazie (Ter Doest e Ten Duinen), e si ricominciò la vita monastica, purtroppo il trattato di Müster del 1648, che riconobbe l’indipendenza dei Paesi Bassi Settentrionali, assestò un duro colpo all’abbazia appena ricostituita che, con un tratto di penna perse la maggior parte delle sue grange e possedimenti in Zelanda, causando un indebitamento insanabile che porterà il 15 novembre 1796 all’espulsione dei monaci da Bruges, e alla confisca dei beni.

L’abbazia venne quindi soppressa e l’abate in carica, Maur de Mol, partì esule per la Germania, dove morì nel 1799, i pochi monaci rimasti accettarono il posto di curato in diverse chiese della diocesi, cinque di loro fecero un mesto pellegrinaggio alle rovine della antica e potente abbazia sulle dune, l’ultimo di loro, don Nicolas de Roover, morì a Bruges il 23 marzo 1833, lasciando erede dei diritti dell’abbazia la diocesi, che lo ricorda come benefattore.

Gli edifici ex abbaziali in città accolsero tra il 1798 e il 1803 la sede dell’école centrale du département de la Lys, poi licée imperial (1808-1814), quindi ospedale militare; dal 1833 ospitano il Seminario Maggiore della diocesi di Bruges.

Attualmente a Coxyde (Koksijde, in neerlandese) rimangono alcune vestigia, liberate dalla sabbia che le aveva ricoperte grazie ai forti venti del litorale grazie agli scavi archeologici del 1949, si tratta essenzialmente delle fondamenta, con alcune colonnine, e le basi dei pilastri della basilica; l’insieme forma un museo a cielo aperto, al quale si aggiunge un piccolo conservatoire dei reperti più significativi e una cappella dedicata a St. Idesbald. Il comune gestisce e offre ai visitatori la fattoria Ten Bogaerte e la sua vasta grangia, antico possedimento dell’abbazia.

Lo stemma dell’abbazia è noto da diversi documenti e si è stabilizzato nel XVI secolo; inizialmente mostrava semplicemente un pastorale e un pesce, riferimento alla posizione geografica del monastero, nel 1423 i pastorali divennero due, nel 1580 si affermarono con l’aggiunta di una zampa d’aquila e la fascia azzurra.
Si blasona: “D’oro, a due pastorali affrontati di rosso e posti in croce di Sant’Andrea, accantonati in capo da un artiglio di nero posto in palo e in punta da un delfino di nero posto anch’esso in palo, alla fascia d’azzurro attraversante sul tutto. Motto: FAC NECESSITATE VIRTUTEM”. L’abbazia-figlia di Clairmarais (Pas-de-Calais) adottò uno stemma molto simile.

Il motto riprende una notissima espressione latina (attribuita ad Orazio) usata nei suoi scritti da San Bernardo di Clairvaux (Sermone XLII): “Si est apud te illa humilitas ex necessaria humilitate, quam veritas ingerit, adhibe voluntatem, et fa de necessitate virtutem” (“Devi essere per elezione ciò che eri per necessità: avere di te stesso per libero esercizio della virtù quella bassa stima, che avevi per necessario effetto della cognizione, fare virtù di necessità”).

La frase è ripresa da San Girolamo: “Facis de necessitate virtutem” (“fai di necessità virtù”), da lui utilizzata nell’opera “Apologia adversus Rufinum” (“Apologia contro Ruffino”, 3, 2) dove il santo denigra l’amico Rufino. Con questa frase, ancora oggi molto usata come proverbio, si invita a fare con buona disposizione d’animo anche quello che si deve fare per forza.

All’abbazia “delle Dune” si ispirano direttamente ben due “birre d’abbazia riconosciute” il che significa che parte del ricavato della vendita finanzia il mantenimento del sito storico dell’abbazia: la St. Idesbald e la Ten Duinen, entrambe prodotte inizialmente dal birrificio Damy a Olsene che, dal 1994, venne rilevata dalla Brouwerij Huyghe (le cui origini risalgono al 1654), a Melle, nelle Fiandre Orientale:

– St. Idesbald Blond (étiquette jaune), bionda al 6,5% d’alcool
– St. Idesbald Dubbel (étiquette rouge), bruna all’8%
– St. Idesbald Triple (étiquette bleue) bionda tripla all’8%
– Ten Duinen Réserve Sint-Idesbald (étiquette brune) rossa (in produzione dal 2004) al 7%.

La birreria produce anche un’altra “birra d’abbazia riconosciuta”:

– La Averbode abdij bier (vedi capitolo)

Nel catalogo della birreria si trovano anche: la “Artevelde” Amber e Grand Cru (tra le prime prodotte), la “Blanche des neiges”, la nota “Delirium Tremens” (creata il 26 dicembre 1989) e la “Delirium Nocturnum”, “la Guillotine” (creata in occasione del bicentenario della Rivoluzione Francese).