Schlierbach

Abtei der Halle der Heiligen Jungfrau Maria von Schlierbach

(Abbazia della Corte della Beata Vergine Maria di Schlierbach) – Monaci Cistercensi



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L’abbazia di Schlierbach si trova nell’Alta Austria è stata fondata come monastero femminile il 22 febbraio 1355 dal conte Eberhard V von Wallsee e dalla moglie Anna nel castello di loro proprietà, che avevano acquistato nel 1352 dai conti von Zwentibold, famiglia che lo edificò nel corso del X secolo. Inizialmente venne denominato Frauensaal o Mariensaal, nelle intenzioni del conte le monache dovevano, tra e altre cose, pregare per la salvezza delle anime della famiglia fondatrice.

La proprietà comprendeva il castello di Steyrstein e si ampliò successivamente attraverso acquisti, donazioni e nuove fondazioni.

Dal 1609 al 1620 la comunità cattolica di Schlierbach, fortemente ridotta dato che, con l’avvento della Riforma protestante, molte monache aderirono alla nuova fede insieme al 90% della popolazione locale, venne amministrata dall’abate di Kremsmünster, don Anton Franz Wolfradt (futuro arcivescovo di Vienna) che, nello spirito della Controriforma e con l’approvazione dell’imperatore Ferdinando II, sostituì la comunità femminile con una maschile, chiedendo all’abate don Matthias Gülger dell’abbazia di Rein, presso Graz (della linea di Morimond) di inviarvi alcuni monaci, che arrivarono a Schlierbach il 16 aprile 1621 alla guida del priore Wolfgang Sommer, che divenne il primo abate dell’Abbatia Aulae Beatae Mariae Virginis.

La nuova comunità si occupò anche del ripristino della cura pastorale della alte valle del Krems, che venne osteggiata dalle rivolte contadine. L’abate don Johannes Franziskus Keller (1627-1644) ottenne un seggio all’assemblea dei rappresentanti dello Stato mentre al successore don Balthasar Rauch nel 1654 vennero concesse le insegne pontificali.

A questi successe don Nivard I Geyregger (1660-1679) che intraprese la ricostruzione del monastero, che versava in pessime condizioni, nello stile barocco della sua epoca: a quel periodo risalgono anche la Abteiturm (Torre dell’Abbazia), la Biblioteca e il Prälatenhof (Palazzo Abbaziale). La ricostruzione della chiesa venne affidata alla famiglia del celebre architetto italiano Pietro Francesco Carlone dall’abate don Benedict Rieger (1679-1695), e venne portata a termine nel 1683.

La prosperità dell’abbazia subì un duro colpo dalle leggi anticlericali dell’imperatore Giuseppe II, dalle guerre napoleoniche e dall’incendio del 1825. Per i successivi cinquant’anni nessuno fu in grado di assumere la carica abbaziale e riportare il monastero alla tranquillità economica e spirituale, la comunità venne governata da diversi amministratori apostolici fino al 1885, quando venne eletto don Alois Wiesinger, 14° abate, che ripristinò anche una carpenteria, un caseificio e nel 1925 aprì anche una scuola agricola, che ottenne il riconoscimento pubblico nel 1932. Oggi presso l’abbazia hanno sede diverse istituzioni scolastiche, dalla scuola dell’infanzia al liceo, aperte anche alle ragazze.

L’abate don Nikolaus Thiel, in carica del 2016, governa una comunità di 26 monaci e sovrintende alla gestione di diverse parrocchie della regione. Dal 1999 l’azienda agricola dell’abbazia osserva una coltivazione biologica, e produce un apprezzato formaggio (il Schlierbacher Käse), in diverse tipologie.

Grazie alla collaborazione con l’abbazia premostratense di Schlägl, che ha fornito l’esperienza e la ricetta, dall’11 settembre 2017 anche Schlierbach ha la sua birra, la Schlierbacher Klosterbier, chiara a bassa fermentazione che, attualmente, può essere degustata solo nella caffetteria-negozio Panorama Stift Schlierbach.

Lo stemma sell’abbazia richiama quello di Morimond, che portava una croce rossa ancorata in campo argento accantonata dalle lettere M O R S. Quello di Schlierbach presenta una croce patente rossa in campo argento (alias: nero) accollata e intrecciata ad una S pure d’argento, iniziale della località.

Da questo stemma deriva anche quello del Comune di Schlierbach, che si presenta partito, con la croce (senza S) nel primo campo, mentre il secondo è interzato in palo di nero, d’argento e di rosso (colori del vessillo imperiale).