Saint-Maurice d’Agaune

Abbaye de Saint Maurice d’Agaune

(Abbazia di San Maurizio d’Agauno) – Canonici di San Maurizio



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Si tratta di un’abbazia “territoriale” (definizione corrispondente al precedente “Abbatia Nullius Dioecesis”) quindi ecclesiasticamente indipendente dal vescovo locale e soggetta direttamente alla Santa Sede, l’abate governa, con prerogative vescovili, un territorio suddiviso in sette parrocchie.

Venne fondata presso una sorgente, ove sarebbe stato un tempio dedicato al culto di Mercurio, e poco lontano dalla località di Vérolliez dove, secondo una leggenda, sarebbero stati martirizzati Maurizio e i suoi compagni (tra i quali i santi Esuperio, Innocenzo, Candido). Il luogo era noto come Acauno, poi Agaune, oggi Saint Maurice.

Maurizio (il cui nome testimonia la sua origine in Mauritania) era un ufficiale della Legione Tebea, originariamente stanziata in Egitto, che nel III secolo venne trasferita dall’imperatore Massimiano nella regione del Rodano per soffocare la rivolta della tribù dei Bagaudi. Essendosi rifiutati di sacrificare agli dei pagani e di uccidere quelle popolazioni convertite al cristianesimo vennero accusati di alto tradimento e giustiziati. Il 22 settembre 515 venne santificato.

Intorno al IV secolo il primo vescovo di Octodurus (l’attuale Martigny), Teodoro (o Théodule), ritrovò miracolosamente le reliquie dei martiri per i quali nel 381 fondò un santuario, ampliato nel V secolo e dal quale si irradiò il culto di San Maurizio in tutta la regione alpina.

Il 22 settembre 515 il re dei burgundi, Sigismondo, di recente conversione al Cristianesimo, fondò l’abbazia presso il santuario. Dopo aver ucciso il proprio figlio Sigerico nel 522, il re Sigismondo si rifugiò nell’abbazia dove, per espiare il grave peccato, prese i voti e istituì la Laus Perennis: una preghiera che si protraeva ininterrottamente con i monaci che si alternavano (mantenuta fino al IX secolo).

Nel 574 venne saccheggiata dai Longobard e ricostruita quando questi lasciarono la regione. Nel corso dell’VIII e del IX secolo venne gravemente danneggiata da un terremoto, ma prontamente ricostruita.

Nell’888 vi venne incoronato il primo re di Borgogna, Rodolfo.

Il conte Amedeo III di Savoia ebbe l’incarico di abate commendatario tra il 1103 e il 1147, ciononostante si prodigò molto per la rinascita del monastero.

Nel 1128 i canonici, che avevano sostituito i monaci fin dall’824, adottarono la regola di Sant’Agostino.

Fu sempre un centro importante, sia culturale che politico, alcuni abati vennero nominati vescovi di Sion, il che comportava anche il ruolo di conti del Vallese/Valais. Fatto che non impedì, in alcune occasioni, temporanee alleanze con i Savoia proprio contro i presuli di Sion.

Nel XVII secolo un nuovo terremoto distrusse la basilica, che venne ricostruita con orientamento nord-sud.

Con la rivoluzione della popolazione del Vallese nel 1798 l’abbazia perse la sue prerogative feudali, mantenendo però il rango di “Abbazia Nullius”.

Con la bolla “In Amplissimo” di papa Gregorio XVI del 3 luglio 1840 agli abati pro tempore di San Maurizio venne concesso in perpetuo il rango di vescovi titolari di Betlemme. Pio XI con l bolla “Pastoralis Cura” dell’11 ottobre 1933 sancì i confini giurisdizionali dell’abate con la Diocesi di Sion.

Un altro terremoto apportò gravi danni all’abbazia, nel 1948, che venne restaurata ed elevata al rango di “Basilica Minore”.

L’unione con la sede titolare di Betlemme durò fino al 1970, quando il papa Paolo VI nominò don Henri Salina abate, ma senza carattere episcopale e il titolo rimase all’abate emerito don Louis-Séverin Haller fino alla sua morte nel 1987; quando poi il papa concesse a don Salina la dignità episcopale nel 1991, non gli assegnò la titolarità della sede di Betlemme, ma quella di Monte di Mauritania (attuale Henchir-Casbalt nell’odierna Algeria, è antica sede episcopale della provincia romana della Mauritania Sitifense. ) a titolo personale. Gli ultimi due abati, don Joseph Roduit e l’attuale, don Jean César Scarcella, non hanno il titolo episcopale.

Nelle vicinanze dell’abbazia sorge il castello di Ripaglia (Ripaille), storica residenza dei Savoia, in esso il duca Amedeo VIII “il Pacifico” (1383-1451) si ritirò nel 1449 dopo essere stato deposto (con il suo consenso) dal soglio pontificio (per il quale era stato eletto da una porzione di cardinali filo-imperiali il 24 luglio 1440 col nome di Felice V e fu l’ultimo degli “anti-papi”), e dove fondò per sé e per alcuni compagni l’ordine monastico dedicato a San Maurizio. L’Ordine venne riformato dal duca Emanuele Filiberto che lo destinò alla liberazione dei mari dai pirati, alla lotta contro i nemici della fede (in particolare i calvinisti e luterani) e all’esercizio dell’ospitalità.

Il 16 ottobre 1572, papa Gregorio XIII, con la Bolla Cristiani Populi, dietro richiesta dello stesso duca Emanuele Filiberto, eresse l’Ordine Militare e Religioso di San Maurizio, ed il successivo 13 novembre, con la Bolla Pro Commissa, lo univa in perpetuo, all’Ordine Gerosolimitano di San Lazzaro, quest’ultimo sorto secondo la tradizione verso il mille a Gerusalemme per curare i lebbrosi e difendere i Luoghi Santi. Lo stesso pontefice pose il nuovo Ordine sotto la Regola di San Benedetto della Congregazione Cistercense e dichiarò il Duca sabaudo e i suoi legittimi successori Gran Maestri dell’Ordine. I Cavalieri emettevano i voti di Religione e si impegnavano a combattere per la fede cattolica. È ancora fiorente e per l’ammissione sarebbe necessaria l’appartenenza al ceto nobiliare (anche se l’attuale Gran Maestro, principe Vittorio Emanuele IV, ha volentieri derogato a questo vincolo).

L’abbazia di Saint Maurice è rinomata per i suoi vini fin dall’antichità, ma dal 2018 ha intrapreso anche la produzione di “birra monastica”, tra le poche in Svizzera, dopo una felice sperimentazione in occasione del mercato per la fiera di San Maurizio (22 settembre 2018) quando il pubblico ha potuto degustare una birra speciale “Agaunoise”, brassata per l’occasione dall’abbazia di Brogne, e tutt’ora in produzione.

Ma il monastero ha intenzione di produrre stabilmente una nuova birra “Agaunoise” o “Saint Maurice” nelle varietà bionda, bruna e ambrata, per la quale si stanno preparando materiali e ricette.

Lo stemma tradizionale dell’abbazia mostra la croce trifogliata (detta appunto “Croce di San Maurizio”) d’argento in campo rosso. A esso è associato il motto “VIA VERITAS VITA” (Via, Verità, Vita).